Sonetti romagnoli Fuori commercio
Olindo Guerrini

Sonetti romagnoli

  • 1920
  • Note: In 16°, pp. XXII-278. Illustrazioni di A. Majani e prefazione di Guido Guerrini. "Ella ricorderà certamente. Uscendo da una affettuosa commemorazione di mio Padre, che il prof. Lipparini di Bologna aveva tenuto nel Liceo Beccaria di Milano, io Le dissi che avevo in animo di pubblicare le poesie dialettali (in dialetto romagnolo) che mio padre ha lasciato inedite. Ella mi prevenne che la Soc. Editrice Zanichelli avrebbe certamente desiderato di essere essa ad assumere la pubblicazione e insieme restammo d'accordo che appena avessi avuto pronto il materiale per la stampa, ne avrei fatto parola, prima che con qualsiasi altro, con Lei. - Il dover mio di solito mi ha tenuto lontano fino a pochi mesi or sono. Appena tornato, mi sono accinto all'opera ed ora il materiale per la stampa è pronto. - Sono 255 sonetti. Tranne una dozzina, sono inediti e i pochissimi che furono già pubblicati, lo furono fra il 1876 e il 1879 in un giornaletto di Ravenna, ora introvabile. - I 255 sonetti sono preceduti da una brevissima prefazione (mia) per chiarire a quali persone, luoghi, avvenimenti i sonetti hanno riferimento e sono divisi in 6 libri, secondo una traccia che ho trovato fra le carte di mio Padre. - Il 1° libro ('prelùdi') e il 4° ('interludi') contiene Sonetti di argomento vario. Il 2° libro ('discùrs') contiene 26 sonetti in ciascuno dei quali discorrono di sé e delle cose loro i supposti avventori di una osteria. Il 3° libro ('viàzz') descrive un lungo viaggio di un povero diavolo che vede, descrive e giudica le cose come può farlo chi non è mai uscito dal bozzo nativo. Il 5° libro ('vita paisàne') descrive tipi, macchiette e costumanze paesane. Il 6° libro ('prìtt') comprende 36 sonetti di argomento violentemente anticlericale. (...)": GUIDO GUERRINI [figlio di Olindo] a OLIVIERO FRANCHI, S. Alberto di Ravenna, 11 ottobre 1919. "Tornato da Bologna, ove ero venuto per l'assassinio del mio povero amico Giordani, trovo qui i lucidi delle illustrazioni speditemi dal Maiani. (...). - Ho trovato veramente indovinate le illustrazioni della "Tabariona" e di "Palinara". In quanto ai bozzetti per la copertina, uno (quello col boccale sul tavolo) mi pare di una intonazione un po' troppo gioconda e, come tale, non perfettamente in accordo col contenuto del libro di cui buona parte ha tutt'altra intonazione; l'altro (quello dirò così, per intenderci, della donna nuda) mi pare un po' troppo 'vivo' per una edizione 'postuma' (e questa volta dolorosamente 'postuma' per davvero!). - Il Maiani mi dice che metterebbe volentieri il disegno come frontespizio, anziché come copertina. Qui c'entra un poco una questione editoriale. Faccia Lei. Ma per la copertina sono sempre d'avviso che sia meglio attenerci a quella puramente tipografica che scegliemmo insieme. (...)": id., Milano, 25 novembre 1920.