Primizie e reliquie dalle carte inedite Fuori commercio
Giosue Carducci Nobel

Primizie e reliquie dalle carte inedite

per cura di Giuseppe Albini e Albano Sorbelli. Prefazione di Giuseppe Albini

A cura di Giuseppe Albini, Albano Sorbelli
  • 1928
  • Note: In 16°, pp. XXXIX-384. Rilegato e in brossura. Finito di stampare il 9 giugno, edito il 12 giugno, giorno dell'inaugurazione del monumento del Bistolfi al Carducci. La prefazione dell'Albini fu pure pubblicata in «Nuova Antologia» il 1° giugno 1926. Dalla Prefazione: "Quando la Regina Margherita, fatti già con alto pensiero suoi i libri e i manoscritti del Carducci, e indi la casa, abitata quasi un ventennio, dov'era morto, tutto donò liberalmente alla città di Bologna, accennò il desiderio che il Comune, in certi limiti e modi, avesse a curare la scelta e pubblicazione delle cose inedite, se tali ne apparissero da aggiungere o alla gloria o alla conoscenza dello scrittore e da giovare agli studi. In quel cenno dell'augusta donatrice, è la prima e precipua ragione di questo volume, il quale sembrerà forse non a caso né senza opportunità uscire in luce nell'ora stessa che Bologna inaugura il monumento ventun anno fa decretato al suo grande cittadino d'onore. - Aggiunte di gloria da quelle carte deserte non era troppo naturale supporre, trattandosi d'uomo che aveva vissuta, per quanto è dato agli uomini, la sua giusta giornata e tutta, com'è dato a pochi, l'aveva potuta e saputa spendere intorno all'arte e all'opera sua. Piuttosto era da attendersi che tra gli scritti di chi volentieri conservava e raro distruggeva si mostrassero vestigi del suo cammino e testimonianze del suo svolgimento. Le due ragionevoli aspettazioni si avverarono entrambe, e la seconda più della prima: voglio dire che, tentando le ceneri, anche qualche favilla lucida e viva si liberò e rifulse. - Due campi diversi, ove cercare e raccogliere, offrono quei manoscritti: l'uno spetta alla prima giovinezza, e v'è l'esordiente con le sue voci nuove, vi sono quasi direi i 'puerilia' o 'praeiuvenilia'; l'altro è degli accessorii o dei relitti, cose insomma che lungo il corso degli anni, o non curate o inavvertite o per altra qualsiasi ragione, rimasero in disparte, ma non sembrano tutte da lasciare nell'ombra. De' due campi più attraente, più promettente e rimunerativo, è il primo. (...). - Son ben lungi dal volere illustrare tutto il valore or di documento ora d'arte che il volume fin troppo vario rappresenta contribuendo a lumeggiare ne' varii aspetti e dal suo fresco mattino quella ricca natura. Accinti a metterlo insieme, più per ottemperare a un alto desiderio che non per inclinazione propria, ci siam venuti convincendo più sempre che la scelta e la pubblicazione meritava esser fatta. Nostro vivo desiderio e norma costante fu non già, ch'è impossibile, di soddisfare a tutti, ma di non dispiacere a Lui, se leggesse. Ci studiammo di osservare misura e verità. E la coscienza è tranquilla. Il Carducci qui apparisce non solo manifestamente nato alle lettere e alla poesia, sì ancora mirabilmente precoce, assiduamente sincero, dedito a ciò che l'umanità ha di più alto e gentile, e senza fine devoto al passato e all'avvenire della patria.": GIUSEPPE ALBINI. A proposito di 'carte inedite' del Carducci, dell'Albini si veda: "Relazione al Sindaco di Bologna della commissione incaricata di scegliere tra i manoscritti del Carducci, quelli da pubblicarsi", «L'Archiginnasio», 1911, VI.