Poesie Fuori commercio
Giovanni Pascoli

Poesie

con note di Luigi Pietrobono. Terza edizione accresciuta e corretta

Terza edizione

A cura di Luigi Pietrobono
  • 1928
  • Note: In 16°, pp. 352. "Questo libro non è, e non vuol essere, un'antologia nel senso preciso della parola, non essendo io, per comporlo, partito dall'idea di offrire al lettore il meglio delle poesie di Giovanni Pascoli. Non avrei saputo e, certo, non avrei potuto, perché "la vera poesia di un poeta", dice benissimo il Borgese, "non è in questa o in quella poesia, in questa o in quella strofe, così che il critico giustiziere possa mettersi a destra i componimenti eletti e a sinistra i dannati; quella vera e pura poesia è nello spirito del poeta, e di là s'irradia in tutte le sue opere, in una parte più o meno altrove, ma dovunque". - Il mio non è che un semplice tentativo d'interpretazione di canti presi qua e là dai diversi volumi, meno i postumi: così, cioè, per cortese consenso dell'egregio editore di Livorno, da "Myricae", nelle quali secondo alcuni sarebbe l'espressione più genuina e felice del genio poetico del Pascoli, come, e non di rado, da quelli che furono più aspramente criticati. Chi badi, infatti, troverà che nella presente raccolta, la quale contiene in tutto cinquantasei poesie, ce ne sono almeno undici tolte da "Odi e inni", vale a dire dal volume che non ebbe generalmente liete accoglienze. Per il gusto di navigar contro corrente e oppormi, sia pure in maniera indiretta, al giudizio di critici più o meno autorevoli? No davvero; ma solo per facilitarne l'intelligenza e non dar luogo al dubbio, non al tutto infondato, che suggeritrice di certe condanne sommarie sia stata spesso la fretta, per la quale anche uomini di nobile ingegno e di gusto sicuro non han finito di penetrare nella mente del poeta quanto sarebbe stato necessario per riprodurre intera la visione (...). - In qual misura il mio commento possa giovare a goderla, io non lo so. Sempre che mi è stato possibile, ho cercato di tracciare negli argomenti premessi a ogni poesia il pensiero principale, ora esponendone puramente e semplicemente la trama, ora movendo dal di dentro e rivelandone lo spirito, dietro il filo conduttore che il poeta ci ha messo nelle mani nelle prefazioni a' suoi volumi o ne' suoi discorsi. (...) In nessun'ora la lettura delle poesie del Pascoli può giungere inopportuna. Sono quasi sempre umide di pianto, e talvolta, ebbre ancora di dolore; ma non uccidono la speranza, ma confermano la fede negli alti destini d'Italia, insegnano ad amare la vita, e, quel ch'è più, famigliarizzano col pensiero della morte: esaltano e fortificano. - Questo presso a poco scrivevo nel 1918, quando il volume uscì la prima volta alla luce (...).": LUIGI PIETROBONO. "Se la Casa Zanichelli avesse ricevuti consigli di modificazioni o di aggiunte da introdurre nell'antologia delle Poesie di G. Pascoli, me le comunichi, e io vedrò se sia il caso di accogliere i desideri espressi da studiosi o insegnanti. Per conto mio, se avessi tempo, vorrei fare il commento a "La poesia" con cui si apre il volume dei "Canti di Castelvecchio" e aggiungerla alle altre, ponendola avanti "Le ciaramelle". Ma quando si potrà procedere alla IV edizione?": LUIGI PIETROBONO a EZIO DELLA MONICA, Roma, 18 marzo 1931.