Nuovi Studi Medievali Fuori commercio

Nuovi Studi Medievali

Rivista di filologia e di storia. Volume I, parte prima

  • 1923
  • Note: Dedica: "A Pio Raina, cui nessuna legge umana può interrompere l'esemplare magistero negli Studi medievali, questo volume auspicio di vita nuova a una Rivista che gli fu cara, co' voti dell'affetto e della ammirazione." Redattori: Vincenzo Crescini - Filippo Ermini - Pietro Silverio Leicht - Luigi Suttina - Pietro Fedele - Ezio Levi - Vincenzo Ussani. Contiene: 1. VINCENZO CRESCINI: "Programma" - 2. N. TAMASSIA e V. USSANI: "Epica e Storia in alcuni capitoli di Agnello Ravennate" - 3. EZIO LEVI: "Sulla cronologia delle opere di Maria di Francia" - 4. VINCENZO CRESCINI: "Il discorso plurilingue di Rambaldo di Vaqueiras. Aneddoti" - 5. P. S. LEICHT: "Traditio puellae" - 6. PAOLO D'ANCONA: "Di alcune figurazioni medievali di Marzo Ventoso" - 7. FLAMINIO PELLEGRINI: "La canzone d'amore di Guido Guinicelli" - 8. DANTE BIANCHI: "Jacopo d'Acqui" - 9. ANGELO MONTEVERDI: "Per un verso della contessa di Dia" - VINCENZO CRESCINI: "Postille" - 10. "Bibliografie e notiziario". Dal Programma: "C'è egli bisogno di un programma, se il titolo suona così chiaro per sé? Racchiude esso un'idea, un disegno, che riescono anche più limpidi a chi rammenti il periodico escogitato da un medievalista, rapito di recente agli studi nel fervore dell'alacrità multiforme: Francesco Novati. I suoi «Studi Medievali» ebbero vita breve ma intensa: dal 1904 al 1913. E non furono sorrisi dalla fortuna, che avrebbero meritata. - Il medioevo è, da più lati, sfinge ancora. Quanti amino risalire alle sorgenti della civiltà moderna trovano intorno ad esse caligini, che domandano acute viste e ricerche tenaci. - Si riapre così quest'arringa alle forze mature e alle giovani. Geniale e severa pubblicazione quella, ch'ebbe ispiratori e duci il Novati e il Renier, fedeli l'uno all'altro anche in codest'impresa. lo li dissi altrove i Dioscuri dell'erudizione filologica italiana. - Quale il programma? Questo soprattutto: ricomporre nella storica armonia, per cui si compiono e rischiarano a vicenda, la letteratura latina, svoltasi, ricca e varia, secondo spiriti e atteggiamenti conformi all'età di mezzo, e le letterature, che nell'ambito neolatino, dalla stessa età rampollarono, fresche di giovinezza, primavera dell'Europa rinnovellante. - Noi pure così vogliamo: non vogliamo appunto dissociare la latinità e la neolatinità del medioevo. Se no, la coltura di codesta età resterebbe dimezzata, poiché, in fondo, le due letterature, che allora fiorirono, latina e volgare, furono una sola, interprete dell'anima stessa. (...)". VINCENZO CRESCINI, Dall'editoriale, Volume I, parte prima. - periodico