Minerva e lo scimmione Fuori commercio
Ettore Romagnoli

Minerva e lo scimmione

Seconda edizione riveduta e aumentata

Seconda edizione

  • 1917
  • Note: In 16°, pp. XLVIII-240. Contiene: "1. Il Piede di Creta - 2. Il Corvo con le penne del pavone - 3. La trappola scientifica - 4. La macchina in funzione - 5. Lohengrin filologo - 6. La filologia di ventura - 7. La selezione alla rovescia - 8. Ceterum censeo philologiam esse delendam - 9. L'edizione 'Kolossal' del Decamerone - Per l'affrancamento della libreria italiana - 11. Intervista con Ugo Foscolo". Dedica: "Alla cara memoria di Domenico Oliva". "La prego di mettere in macchina senza alcun ritardo la seconda edizione dello 'Scimmione'. Creda, questa è la cosa più importante per ogni verso: vediamo di farla a vapore. lo aggiungerò tre capitoli inediti, e, creda, interessanti: oltre alla nuova prefazione; ma bisogna che il volume giunga improvviso in piena battaglia: se no avrà metà efficacia. - Mi occorrono, per questi nuovi capitoli, alcuni libri: veda se me li può mandare. Il 'Primato' del Gioberti, e poi le opere del Mamiani, del Cattaneo, del Tenca: mi mandi pure le edizioni che ha. Mi occorrerebbe poi anche l'Epistolario del Foscolo e quello del Giordani. Me li mandi: poi ci accorderemo. Da questi volumi trarrò un libro nuovo, sempre su questioni attuali. È un libro che andrà molto; vedrà, una trovata, mi sembra. Ma non ipotechiamo l'avvenire. Ora 'Scimmione, for ever'.": ETTORE ROMAGNOLI a OLIVIERO FRANCHI, Teolo, Padova, 29 giugno 1917. "Grazie dell'opuscolo del prof. Romagnoli, contro i mulini a vento. Almeno avesse fatto un cenno al programma Zanichelli! Ma lasciamo andare; è cosa che non mi riguarda. E poi il momento è troppo grave, e ogni nostro pensiero deve essere per l'Italia.": ERMENEGILDO PISTELLI a OLIVIERO FRANCHI, Firenze, 10 novembre 1917. A questa seconda edizione è premessa una lunga Prefazione. "(...) "Minerva e lo Scimmione" è un libro di battaglia: e, se volete, d'attacco. Io combatto metodi e idee. E poiché dietro i metodi e le idee ci sono gli uomini, ché mai non mi sedusse il diporto d'affrontare mulini a vento, giustificabile, anzi desiderabile sarebbe stato che i paladini delle idee da me combattute insorgessero a difenderle. - Ma perché io mi limitavo appunto a combattere le idee, e il dissenso, anche grave, in problemi intellettuali, non implica offesa, anche ai miei contraddittori incombeva il dovere di attenersi alle armi legittime d'ogni polemica: le argomentazioni, la eloquenza, l'ironia. (...). - Invece si è seguita un'altra via: si è tentato di sopraffare il mio libro e me stesso con metodi che ricordano tempi e disposizioni d'animi che da un pezzo dovrebbero essere sepolti (...)". Nello stesso anno uscirono la prima e la seconda edizione.