Le costituzioni moderne Fuori commercio
Domenico Zanichelli

Le costituzioni moderne

Prolusione al corso libero di Diritto costituzionale (Leggi speciali politiche) nella R. Università di Bologna (11dicembre 1883)

  • 1884
  • Note: In 8°, pp. IV-74. " (...) Dice Goethe che merita libertà e vita solo chi ogni giorno con lavoro continuo sa conquistarsela; e a questa legge come gli individui devono sottostare le nazioni. - A chi osserva la storia delle nazioni libere nella seconda metà del nostro secolo, apparisce chiaro che tutte sono intente a quest'opera. Quella che prima vi riuscirà si può dire che sarà destinata a sopravanzare le altre perché sarà la più forte. - Sarà la prima l'Italia? - Noi lo crediamo fermamente, perché ci pare che più di ogni altra nazione del continente europeo la nostra patria sia in grado di organizzare e perfezionare sapientemente un governo libero. Le tradizioni di Roma, la lunga e gloriosa schiera di pensatori, che si stende da S. Tommaso a G. D. Romagnosi, la chiamano e la fortificano all'ardua impresa; il popolo italiano ha dato nella gloriosa rivoluzione tante prove di senno politico che non può fallire al suo nuovo compito": DOMENICO ZANICHELLI. Domenico Zanichelli era figlio di Nicola Zanichelli. Ebbe cattedra di Diritto costituzionale a Siena e a Firenze. - Fu molto stimato dal Carducci, che per le sue "Letture del Risorgimento" si valse più volte del suo consiglio e del suo giudizio. In questo stesso 1884 il Carducci lo presentò a Ferdinando Martini. - "Caro Ferdinando, Ti presento il dottor Domenico Zanichelli, libero docente di diritto costituzionale nella Università nostra. Vacante la cattedra di tale insegnamento nella Università di Modena, egli desidererebbe averne l'incarico o essere nominato straordinario. Il Zanichelli è veramente un giovine egregio; ebbe la libera docenza per esami con plauso, è stimatissimo dai professori di questa Facoltà legale e da tutti, perché studiosissimo e serio. - A me poi è caro, anche perché figlio di suo padre, che era un gran galantuomo e a cui volevo molto bene. Te lo raccomando dunque strettamente, lo raccomando alla tua equa benevolenza; come se fosse per me." GIOSUE CARDUCCI, Bologna, 16 luglio 1884.