La sfinge bolscevica Fuori commercio
Mihail Konstantinovic Pervuhin

La sfinge bolscevica

  • 1920
  • Note: In 16°, pp. XI-248. "Quando fu pubblicato il mio primo libro in italiano, uno studio sul movimento dei bolsceviki in Russia ["I bolscevichi", Zanichelli, 1918] un mio amico italiano, a mia insaputa, ne portò una copia in Finlandia da dove mi scrisse: "Ho letto più d'una volta il vostro interessantissimo libro ed ho approfittato della buona occasione per spedire il volume al nostro caro amico comune Leonida Andrejew. Non so però so egli lo riceverà: la posta funziona assai male". - Parecchi mesi più tardi, un altro amico italiano di ritorno dalla Scandinavia mi portò a Roma una lettera dalla scrittura inimitabile estremamente originale. La lettera era di Leonida Andrejew: lettera di biasimo: "No, non mi soddisfa ciò che avete scritto sui bolsceviki! Non mi soddisfa né la prefazione del prof. E. Schmurlo, né il testo, né la conclusione. Nulla! Si vede che voi avete scritto il libro lontano dalla Russia sofferente, insanguinata, crocifissa, morente. Si vede che avete lavorato in un ambiente più o meno calmo, che, scrivendo avevate la padronanza assoluta della vostra mente, dei vostri nervi. Ed in conseguenza il vostro è un libro freddo, mentre dovrebbe contenere tutto il fuoco, tutto il grido di indignazione, di protesta, l'urlo di dolore, di strazio del popolo russo. L'unica scusa che trovo è che voi avete raccontato ai lettori italiani le gesta dei bolsceviki solamente nell'inizio della loro attività criminosa, quando cioè il regime bolscevista non faceva ancora sentire tutta l'infamia disonorante, tutta la crudeltà bestiale. Il vostro libro quindi non mi ha soddisfatto. Scrivetene un altro e permettetemi di fornirvi la prefazione. Io amo l'Italia. E perciò spero che la mia prefazione non sarà opera inutile. Spero che la mia voce non sarà dei tutto 'Vox clamantis in deserto'." - Ecco apparisce il mio secondo libro in italiano. Ma la prefazione progettata e promessa, la prefazione di Leonida Andrejew, manca. Ed io non rivedrò più il mio grande amico, non udirò più la sua voce viva, non ascolterò più i suoi discorsi sempre pieni di originalità. Leonida Andrejew, uno tra i più nobili figli della Russia, uno tra i più stimati scrittori di fama mondiale, è morto (...). Leonida Andrejew, questo indomabile lottatore per la libertà russa, lanciò un grido di appello indirizzandolo a tutto il mondo civile invocando il soccorso di tutti gli uomini onesti per la Russia, la Grande Martire crocefissa dai bolsceviki. L'appello di Leonida Andrejew, recante il titolo disperato "S.O.S.", fu pubblicato in francese, in inglese, in tedesco, in spagnolo, in serbo e in giapponese: ma manca assolutamente la traduzione italiana. Tolgo quindi dall'appello qualche brano e questo potrà stare in luogo della prefazione promessa.": MICHELE PERVOUKHINE, Roma, dicembre 1919.