LA PARLATA DI MOENA NEI SUOI RAPPORTI CON FIEMME E CON FASSA Fuori commercio
Luigi Heilmann

LA PARLATA DI MOENA NEI SUOI RAPPORTI CON FIEMME E CON FASSA

Studio fonetico e fonematico

Prima edizione

  • 1955
  • Note: In apertura, dedica "A Gino Bottiglioni", maestro dell'autore, e citazione in sanscrito dal Ramayana II, 111 2-3. In frontespizio: Studi e ricerche. Università degli Studi di Bologna, facoltà di Lettere e Filosofia. Serie I. Premessa: "La parlata moenese, svoltasi per secoli lungo un antichissimo confine linguistico e politico, è il punto d'incontro tra i tipi ladini più conservativi e le correnti innovatrici che, provenendo da sud, venivano e vengono lentamente insinuandosi nel fassano. Essa presenta perciò aspetti di particolare interesse storico e costituisce un campo di osservazione assai favorevole per una indagine che miri a chiarire i modi secondo i quali le forze interne del sistema linguistico (funzionali e di struttura) reagiscono ai fattori esterni che le pongono in movimento. Ma questo compito, che spetta alla fonematica storica, presuppone da un lato l'identificazione e l'analisi di tutti gli sviluppi fonetici nel tempo, al fine di distinguere in essi quanto sia, o non, funzionalmente significativo, e dall'altro un quadro sincronico esauriente della lingua o della parlata che si studia. Da tale duplice esigenza traggono origine le due parti di questo saggio, le quali costituiscono la necessaria preparazione e la premessa indispensabile all'indagine diacronica fonematica. Poiché varie circostanze mi costringono a destinare quest'ultima ad altra sede, ritengo che non sia inutile pubblicare a sé questo studio al quale può essere pure riconosciuta una sua autonomia. L'analisi che segue della fonetica storica moenese, inquadrata negli schemi tradizionali, è condotta con una certa minuzia. Questa è imposta dal fatto, ora ricordato, che noi possiamo operare una distinzione esauriente tra gli svolgimenti fonematici (che interessano il funzionamento e l'equilibrio del sistema) e gli svolgimenti fonetici (che gli sono estranei) solo quando abbiamo a disposizione un inventario totale dei fatti evolutivi. (...)" LUIGI HEILMANN.