La fotochimica dell'avvenire Fuori commercio
Giacomo Ciamician

La fotochimica dell'avvenire

Discorso generale letto al Congresso internazionale di Chimica applicata a New York il dì XI settembre MCMXII

  • 1913
  • Note: In 8°, pp. VII-40. "Ai primi d'ottobre dello scorso anno, il dottor William Henry Nichols, presidente dell'ottavo Congresso di chimica applicata, che ebbe luogo a Washington ed a New York dal 4 al 14 settembre, m'invitò a tenere uno dei quattro discorsi generali. - Per quanto un viaggio in America non entrasse nelle mie previsioni, pure accettai l'incarico, parendomi scortesia rifiutare un invito fatto con tanta gentile insistenza. - Non fui neppure per un istante incerto sull'argomento che avrei trattato. L'essermi occupato assieme al mio amico dottor Paolo Silber da più di un decennio di ricerche intorno alle azioni chimiche della luce, mi parve ragione sufficiente per parlarne davanti ad un consesso di chimici. Peraltro i nostri studi non riguardano la chimica applicata e perciò non credetti opportuno limitarmi ad una semplice esposizione dei resultati da noi finora conseguiti. - Mi sovvenni allora che Sir William Ramsag in un magnifico discorso fatto alla riunione di Portsmouth della "British Association for the Advancement of Science", aveva toccato la questione dell'esaurimento delle miniere di carbone fossile in Inghilterra e mi parve che il trattare dell'utilizzazione dell'energia solare dal punto di vista fotochimico, poteva costituire argomento di generale interesse. - Così ebbe origine il presente discorso che il comm. Zanichelli volle riprodurre nelle 'Attualità'. - La chimica della luce, all'infuori della fotografia, non ha avuto finora quasi nessuna applicazione pratica e però ho cercato di immaginare, in base alle attuali cognizioni, quello che in avvenire la fotochimica potrebbe dare all'industria, tenendo conto anche del modo in cui potrebbero essere utilizzate le piante, per fissare l'energia solare e per la produzione sintetica di sostanze organiche. (...) GIACOMO CIAMICIAN, Bologna, dicembre 1912" Il testo fu pubblicato, in italiano e in francese, sulla rivista Scientia (fascicolo anno 1912).