INVITO ALLA BIOLOGIA Fuori commercio
Helena Curtis Penna d'oro

INVITO ALLA BIOLOGIA

Le cellule

Prima edizione

  • 1975
  • Note: Volume A , Volume B , Volume C . ""Invito alla biologia" va considerato, sotto molti aspetti, una versione sintetica di "Biologia". Se ci siamo accinti a quest'opera è stato non solo per gli ampi consensi che Biologia ha suscitato, ma anche per la varietà dei colleges e delle università che lo hanno adottato, nonché - e per quanto personalmente mi riguarda, soprattutto - per il gran numero di studenti che spontaneamente ci hanno scritto per dirci quanto avevano apprezzato questo testo. Come Biologia, inoltre, anche questo nuovo libro si ispira al convincimento che l'uomo è per sua natura curioso e che l'apprendimento costituisce un impegno gradevole. Lavorando alla stesura del libro ci siamo presto resi conto che sarebbe stato impossibile limitarsi a riassumere o ad eliminare le varie parti di Biologia e che era necessario ristrutturare e in larga misura riscrivere l'intero testo. Il risultato è che, se si eccettua l'Introduzione, che pur essendo stata abbreviata è rimasta fondamentalmente la stessa, è difficile trovare un paragrafo che non sin stato ripensato, riscritto, e - mi permetto di affermare - considerevolmente migliorato Inoltre c'era da affrontare in tutta severità il problema di che cosa lasciare e soprattutto di che cosa eliminare Che cosa è, in ultima analisi, la biologia moderna? Che cosa hanno bisogno di conoscere gli studenti? Che cosa saranno in grado di ricordare a distanza di dieci anni? Non abbiamo la pretesa di dare a queste domande una risposta completa, ma è certo esse hanno rappresentato per noi una cura costante. Tenendo presenti queste considerazioni generali, coloro che conoscono già Biologia potrebbero avere interesse a sapere sotto quali aspetti il testo che ora presentiamo differisce da quello che in larga misura lo ha generato. Innanzitutto ho dovuto tornare a decidere (ed è stata la decisione più ardua a prendersi) che cosa fare della chimica, che gli studenti gradiscono meno e sicuramente dimenticano più presto. Ho considerato l'eventualità di eliminarla del tutto, ricevendo anche un certo incoraggiamento in tal senso. In definitiva ho deciso però che trattare la chimica in questo modo significava mistificare la nostra attuale conoscenza della biologia e in definitiva ingannare chi a tale disciplina si accosta per la prima volta. Sebbene io dissenta da Albert Lehninger quando afferma che "la Biologia è chimica", mi sembra che questa tesi abbia una sua utilità Certamente il grande trionfo della biologia del secolo ventesimo coincide con la consapevolezza diffusa che tutte le strutture e i processi degli organismi viventi si fondano su una base non vitalistica, o se si vuole, chimicofisica. Questo successo non si deve all'aver proclamato un'idea vecchia di almeno due secoli, ma piuttosto all'aver saputo dimostrare attraverso quali specifici meccanismi essa si manifesti. Ritengo che gli studenti debbano avere almeno un'idea di tali meccanismi, e di conseguenza, pur presentando in questo testo la fisiologia della cellula in modo meno ampio di quanto si facesse in "Biologia", alcune parti vengono trattate in maggior dettaglio. Per la stessa ragione, parimenti, si presentano in altre parti del testo, dopo un'analoga valutazione del problema, talune strutture chimiche. L'intenzione è di ribadire la verità che i processi vitali hanno una base chimica. Non si chiede a nessuno di mandare a memoria la struttura delle citochimiche per fare un esempio, ma presentandole allo studente gli si ricorda che i processi di crescita e differenziazione sono la conseguenza di interazioni chimiche e che l'attività biologica delle sostanze chimiche è veramente determinata dalla loro configurazione. L'ultima sezione della prima parte, Genetica, segue assai da vicino il testo originale di "Biologia", e come là l'ultimo capitolo, in larga misura dedicato agli indirizzi della ricerca odierna, è facoltativo. Di tanto in tanto mi sorprendo a sognare che gli studenti studino pure quello, ma è probabile che in questi tempi di tensione, accademica e non, un sogno del genere non abbia alcun riscontro nella realtà. Nella seconda parte, la sezione concernente i vegetali si è giovata dei tanti anni di lavoro dedicati alla collaborazione con Peter Raven per la stesura di Biologia delle piante. La sezione dedicata alla fisiologia animale rassomiglia poco alla corrispondente trattazione in Biologia, giacché qui ho creduto di puntare sulla fisiologia dei mammiferi e in particolare sulla fisiologia umana. Questa scelta sembra giustificata dal fatto che i lettori di questo libro potrebbero abbandonare del tutto, successivamente, gli studi di biologia. La sezione di fisiologia animale contiene anche un saggio illustrato sullo sviluppo dell'uomo, che a noi sembra molto affascinante e che confidiamo susciti le stesse sensazioni anche negli studenti. Nella terza parte, che tratta dell'ecologia e dell'evoluzione, si ritrova urla buona parte del materiale riguardante il comportamento sociale degli animali, che nel testo precedente trovava spazio in una sezione a parte. Vi è compreso un commento della legge di Hardy-Weinberg, che a giudizio di qualche docente potrebbe anche omettersi; la nostra opinione è stata tuttavia che, in un'epoca in cui gli uomini di scienza che si occupano del problema fanno di tutto per dare una base matematica all'ecologia e alla evoluzione, fosse necessario dare almeno un'idea di che cosa ciò voglia dire. Il testo termina con un'analisi dell'attuale crisi ecologica, un problema che, seppure sta per investire tutti gli abitanti del pianeta, sembra coinvolgere (e giustamente) agli occhi dei biologi, una loro specifica responsabilità. Nello scrivere questo capitolo non abbiamo tanto voluto unirci al coro di prediche e di esortazioni che di questi tempi si leva da ogni parte, bensì tentare di individuare alcune delle cause biologiche che fanno da substrato all'attuale dilemma e forse, quindi, aiutare gli studenti ti prevedere e prevenire le catastrofi future, comprendendo, intanto, quelle attuali. Al termine di ciascuna sezione si trova un glossario e vorremmo spiegare il perché di questa collocazione inconsueta. Questi glossari ci sono costati una notevole fatica e nello scriverli e nel rivederli, ci siamo resi conto di quanto sia utile poter disporre di brevi e precise definizioni concernenti non tanto i termini anatomici, che sono facili, quanto i processi e le astrazioni, che presentano difficoltà di gran lunga maggiori. Abbiamo dunque collocato questi glossari là dove lo studente non può fare a meno di imbattervisi di tanto in tanto, così da sentirsi spinto a farne uso come di una parte integrante del testo, cosa che in effetti sono. Di seguito ai glossari si indica un breve elenco di testi che non comprende le ristampe di Scientific American (tradotta in italiano col nome Le scienze) per la semplice ragione che queste eccellenti pubblicazioni sono ampiamente note, facilmente disponibili e sempre più numerose. Vorremmo ribadire l'opportunità che gli studenti siano incoraggiati, ove ne esista la possibilità, a consultare per proprio conto giornali come «Scientific American», «Science» e «American Scientist»: avranno modo di scoprire qualche cosa da sé e di constatare come effettivamente si svolge il processo di acquisizione della conoscenza scientifica. (...) Dalla Prefazione dell'Autrice. Traduzione di: Cecere Filippo Revisione di: Cecere Filippo Titolo originale dell'opera: Invitation to Biology Worth Publishers, Inc., New York, 1972