Note:
In 8°, pp. 4 n.n., in carta a mano con cordoncino. Stampato il 26 marzo 1897.
Giacomo Zanichelli, nato in Modena il 12 giugno 1861, morì improvvisamente a Bologna il 21 marzo 1897, dove aiutava prima il padre Nicola, poi il fratello maggiore Cesare, nelle cure del negozio sotto il Pavaglione. - Giosué Carducci lo predilesse: il giorno successivo alla sua morte di lui scrisse commoventi parole nelle quali ricorda che "conobbe fin garzonetto il povero Giacomo, e da allora a ieri ne ebbe dimostrazioni e prove di affezione più che amichevole, ne ebbe officii quasi filiali, piaceri tanti e non mai una noia o cosa che meno potesse piacergli; e sente ora con lui mancarsi un conforto alla vita e abbraccia nel cuore la carissima sua memoria".
"La ringrazio di tutto cuore della prova di amicizia che Ella ha voluto darmi, inviandomi le belle parole scritte da Giosue Carducci per il povero Giacomo. Le avevo già lette sulla «Gazzetta dell'Emilia». Le assicuro che non si è per nulla attenuato nell'animo mio la dolorosissima impressione provata quando mi cadde per la prima volta sott'occhio la funesta notizia: al povero Giacomo era da molti anni sinceramente affezionato, e non saprò rassegnarmi di non vederlo più nel negozio seduto al suo solito posto, sempre vigile al suo dovere, sempre cordialmente espansivo e gentile con gli amici. E penso anche a Lei, povero Signor Cesare, rimasto ora così solo e privo di tanto aiuto, di tanto consiglio. Quanta malinconia e strazio!": GIUSEPPE PICCIOLA a CESARE ZANICHELLI, 7 aprile 1897. - "Non Le ho scritto fino ad ora perché sono ancora sotto il peso della sventura con molto lavoro nel quale trovo sollievo ma trovo sempre anche più il rimpianto per il mio povero fratello. Sua Maestà ha avuto la grande bontà di prendere parte al nostro dolore con una bellissima lettera.": CESARE ZANICHELLI a GIOSUE CARDUCCI, 6 aprile 1897.
Questo discorso fu pubblicato il 23 Marzo 1897 nella «Gazzetta dell'Emilia» e nel «Resto del Carlino» col titolo: "In morte di Giacomo Zanichelli". (v. Ediz. naz., XXVIII, 265-266).
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