Garibaldi e i Mille Fuori commercio
George Macaulay Trevelyan

Garibaldi e i Mille

Traduzione di Emma Bice Dobelli

  • 1910
  • Note: In 16°, pp. XVII-514, con 16 illustrazioni e 2 carte. In frontespizio e copertina: Giorgio Macaulay Trevelian. Dedica: "Ai miei amici Goffredo e Hilton Young". Fuori testo: un ritratto di Garibaldi,"Garibaldi in esilio" (da un'incisione nel British Museum). In appendice: una ricca Bibliografia in cui viene citato anche il volume di Domenico Zanichelli sul Cavour ("pieno d'acume"). Il presente volume "Garibaldi e i Mille" insieme con la sua continuazione intorno alla liberazione di Napoli, è la storia della parte di Garibaldi nei decisivi avvenimenti del 1859-60 che 'fecero l'Italia'. La sua parte nel 1859 fu interamente secondaria e non ho punto esagerato affermando ciò nelle prime pagine del volume. Il 1859 fu l'anno di Cavour e di Napoleone III; ma il 1860 fu l'anno di Cavour e di Garibaldi, ed è questo l'argomento principale dell'opera mia. - Dei meravigliosi fatti d'arme del 1860 io narro la prima parte, quando cioè il Liberatore, approdato con mille uomini scelti, vestiti dei loro abiti borghesi o della camicia rossa, armati di moschetti adatti a quella massa raccogliticcia, con l'aiuto dei popolani siciliani, vinse 24.000 soldati regolari armati di fucile e tolse loro la capitale (...). - Se mi si chiedesse perché oso scrivere la storia di fatti così recenti come quelli di mezzo secolo fa, risponderei che, benché senza dubbio alcuni documenti di grande importanza e altri d'importanza minore possano esser messi a profitto dalla generazione prossima, il complesso del materiale pubblicato di recente in Italia o del quale ci si può giovare in manoscritti è già davvero considerevole e che intanto le persone che presero parte a questi fatti vanno scomparendo. Il fatto che il general Canzio e Türr morirono entrambi entro lo spazio di pochi mesi da quando ebbi la fortuna di parlare con loro degli avvenimenti a cui avevano preso parte, è significativo. In un certo rispetto questo è proprio il momento più opportuno per scrivere la storia del 1860. Quindici anni fa il materiale stampato e i manoscritti utilizzabili erano insufficienti, e fra quindici anni non ci saranno che fonti pubblicate. Ma la testimonianza orale ha il suo valore storico. La conversazione dei veterani deve naturalmente ascoltarsi così con vigilanza critica come con rispetto; io ne ho conosciuto uno che senza avvedersene affermava il contrario di un fatto particolare del quale aveva scritto nel suo diario cinquanta anni prima. Ma le loro impressioni illuminano intorno allo spirito alle opinioni e alle relazioni degli uomini e dei partiti coi quali operarono, e anche nei particolari specialmente negli affari militari, spesso mettono in grado lo storico incerto di conciliare o scegliere fra racconti, esposizioni, narrazioni opposte dei libri o di capire qualche incidente altrimenti incomprensibile. (...)": GEORGE MACAULY TREVELYAN, Giugno 1909. Traduzione di: Dobelli Emma Bice