Elementi di glottologia Fuori commercio
Alfredo Trombetti

Elementi di glottologia

  • 1923
  • Note: In 8° grande, pp. V-756, con una carta geografica f. t. Pubblicazione sotto gli auspici della R. Accademia delle Scienze dell'Istituto di Bologna. Volume pubblicato a spese della Cassa di Risparmio in Bologna. Dedica: "A Vittorio Puntoni". Contiene: "Preliminari - I. I gruppi linguistici e la monogenesi del linguaggio - (1. I sistemi di classificazione. 2. Il ramo australe (Africa ed Oceania): (Le lingue dell'Africa: Il gruppo Bantu-Sudanese - Il gruppo Camito-Semitico - Bantu-Sudanese e Camito-Semitico - Le lingue dell'Oceania: Il gruppo Dravidico-Australiano - Il gruppo Munda-Polinesiaco) . 3. Il ramo boreale (Eurasia ed America): Le lingue dell'Eurasia - Il gruppo Caucasico Indoeuropeo e Uraloaltaico - Il gruppo Indocinese - Le lingue dell'America: Il gruppo Paleoasiatico-Americano) - 4. La monogenesi del Linguaggio. - II. Origine ed evoluzione del Linguaggio (1. La Proposizione - 2. Le parti del discorso: Le voci interiezionali - Le voci dimostrative - Le voci verbali) - 3. Formazione interna delle parole: Il fenomeno della Polarità. 4. Formazione esterna delle parole: Gli elementi formativi. 5. Formazioni nominali: Le classi del nome e la concordanza - La categoria del genere - La categoria del numero - Le relazioni sintattiche: i casi - 6. Formazioni verbali: Il così detto 'verbo possessivo' - La pretesa concezione passiva del verbo - 7. Caratteristiche generali. - III. Glottologia e Antropologia. - IV. Fonologia - Preliminari - Fonologia speciale (Bantu-Sudanese - Camito-Semitico - Caucasico - Indo-europeo - Uraloaltaico - Dravidico-Australiano - Munda-Polinesiaco - Indo-cinese - Lingue dell'America) - V. Fonologia generale (La nasalizzazione - La Palatalizzazione - La labializzazione - Le vocali - Le consonanti). - VI. Conclusione. - VII. Morfologia - VIII. Il raddoppiamento - IX. Formazioni nominali: Le classi del singolare - I prefissi vocalici - I suffissi vocalici - Gli affissi consonantici - Le classi del plurale - Il genere - I casi) - X. Formazioni verbali: La flessione del verbo - XI. Conclusione". "È trascorso ormai un mezzo secolo da quando, sui banchi di una scuola elementare, iniziai natura duce i miei studi linguistici, che mai non furono interrotti né rallentati nel corso di questi cinquant'anni. Con indirizzo dapprima pratico e leggermente filologico attesi allo studio delle principali lingue europee ed orientali, finché la lettura del "Grundriss" di Carlo Brugmann spinse per sempre me ventenne nel campo degli studi comparativi. Senonché il "Grundriss", venuto a mia conoscenza dopo la "Grammatica" del Bopp e il "Compendium" dello Schleicher, mi disorientò alquanto per la novità delle dottrine esposte: onde io mi volsi agli studi comparativi semitici, uraloaltaici e dravidici. Ritornando all'Indoeuropeo dopo avere acquistate chiare nozioni di molteplici processi linguistici, mi parve che dominassero fra gl'indoeuropeisti idee un po' grette, e la fiducia illimitata che avevo avuto fino allora nei metodi e risultati della glottologia indoeuropea fu scossa. La reazione che ne seguì mi portò, come suole avvenire, ad un eccesso opposto. Appartiene a quel periodo di tempo, fortunatamente breve, un lavoro che ripudiai e ripudio, benché esso contenga qualche buona osservazione. - Intorno al principio di questo secolo i miei studi comparativi avevano ormai raggiunto la massima estensione. Di ciò fanno fede le due lettere al prof. Hugo Schuchardt "Delle relazioni delle lingue caucasiche con le lingue camitosemitiche e con altri gruppi linguistici" pubblicate nel «Giornale della Soc. As. Italiana» (VoIumi XV, 1902 e XVI, 1903). Alla fine del 1902 avevo compiuto gran parte di un lavoro intitolato "Nessi genealogici fra le lingue del mondo antico", che, presentato manoscritto all'Accademia dei Lincei, ottenne il Premio Reale. Era una prima vasta sintesi sulla base di fatti sottoposti ad accurata analisi, sui quali poggiava l'edifizio di "Unità d'origine del Linguaggio", 1905, benché forse ciò non apparisse. - In principio dell'Introduzione di codesto libro è detto che intento de' miei studi era stato in origine non già di dimostrare l'unità del linguaggio umano, bensì di stabilire definitivamente se fra le lingue semitiche e le indoeuropee si dovesse ammettere un nesso genealogico, per quanto remoto. Questo giova ripetere per coloro i quali nell'opera mia si ostinano a non vedere altro che la monogenesi del linguaggio, e peggio, imaginano che io fossi mosso da una tesi preconcetta. Ad affrontare il problema delle parentele linguistiche in tutta la sua ampiezza fui indotto dalle ragioni esposte nella Introduzione: e, allargato così il campo d'osservazioni, m'imbattei nel 1902 inaspettatamente in una serie di precise concordanze fra i numerali africani e quelli delle lingue Munda-Khmer dell'India e Indocina, fatto di capitale importanza che molti continuano ancora ad ignorare, e che si può spiegare solo ammettendo una comune origine. Fu allora che mi apparve possibile dimostrare l'unità del linguaggio, la quale infatti io affermai già nel 1903, instaurando per la prima volta la mia dottrina monogenistica. E se osai affrontare il grave problema si fu, oltreché per una naturale propensione alle cose ardue, per la lunga precedente preparazione, che ho creduto opportuno ricordare. (...). - Seguirono poi, insieme con altri lavori di minor mole, i "Saggi" pubblicati nelle "Memorie" di questa R. Accademia delle Scienze (I. Pronomi personali, 1908 - II. I numerali, 1913 - III. Comparazioni lessicali, 1920). Ma poiché una vita anche non breve non sarebbe bastata per trattare con tanta ampiezza il resto della materia, stabilii di riassumere il tutto in questi "Elementi di Glottologia" che ora vedono la luce. - Elementi, non libro elementare di divulgazione, quale forse potrà seguire fra qualche anno. Tutto ciò che si può apprendere dai comuni manuali è di proposito omesso, per non aumentare la mole del libro. (...). - Per non essere frainteso (come è avvenuto altre volte) dirò che per me tutte le lingue conosciute sono propaggini di un unico ceppo, continuazioni di un unico linguaggio primigenio. Il diritto ad affermare questo è quel medesimo per cui si afferma essere le lingue indoeuropee continuazioni o fasi di un unico linguaggio. (...). - Ardita è senza dubbio la mia impresa, ma non temeraria. Una preparazione amorosa assidua intensa di cinquant'anni non può dirsi inadeguata. Si aggiunga una memoria che dall'Ascoli fu detta portentosa e che, comunque, credetti mio dovere mettere a servizio della scienza. (...). - Con l'opera mia coscienziosa ho inteso di porre le prime basi della Glottologia, di cui non avevamo finora che dei frammenti, per quanto insigni. Possano i miei sforzi contribuire ad aprire nuove vie al magnifico progresso di una scienza così nobile e feconda!": ALFREDO TROMBETTI, Bologna, Marzo 1923.