3000 PAROLE NUOVE Fuori commercio
Ottavio Lurati

3000 PAROLE NUOVE

La neologia negli anni 1980-1990

Prima edizione

  • 1990
  • Note: "Perché questo libro? 'Capitalismo familiare', 'sorpasso dei ceti medi', 'testamento biologico', 'intimità a distanza' (solo il 6% dei milanesi si tiene il nonno in casa, gli altri lo collocano in una casa satellite con un mero sostegno di servizi - «L'Espresso», 29 novembre 1987), 'omicidio di sbarramento', 'mao-dadaismo', 'ciclista programmatore': i bisogni, le incertezze, le conquiste, le ansie del nostro tempo si dispiegano nella lingua, che diviene specchio della realtà societaria, cartina di tornasole dei nostri problemi esistenziali. Un modo di lettura della quotidianità, una spia delle tendenze del nostro vivere oggi. Attraverso la lingua filtrano le situazioni sociali, il mondo dell'informatica, la salvaguardia dell'ambiente, l'informazione, la convivenza civile, la politica. Filtrano gli interrogativi del nostro tempo, dalla bioingegneria (la 'bioetica', le 'madri in affitto', le 'madri surrogate', il 'figlio del cuculo'...) fino alla drammaticità della droga: i 'venditori di morte', i 'vu' drugà', la 'caramella da naso', le 'madri coraggio' in lotta contro i 'muschilli'. Non poche novità sociali o tecnologiche vengono definite mediante nomi composti o paralessemi di natura affine alle locuzioni: 'apartheid alla tirolese', 'anni di plastica', 'divo di plastica', 'semaforo dell'amore', 'nuovi turchi', 'società matrioska'. Trasferendo un lessema da una designazione all'altra, la nuova nozione viene ricondotta ad una realtà nota, creando parallelismi concettuali sintomatici delle analogie percepite dall'immaginario collettivo. Le unità sintagmatiche riducono l'arbitrarietà del segno, mentre si impone il fatto di una 'proposizione minima' espressa sulla realtà. Il neologismo si carica spesso di polemica come quando parla dei 'bambini con le chiavi al collo', abbandonati a se stessi mentre i genitori sono al lavoro, o quando sviluppa la fitta serie della 'sindrome': 'dell'abaco', 'del burn-out'; 'della covata', 'del moto a luogo'... La creatività lessicale si inserisce sempre in un discorso sociale caratteristico di un determinato momento storico. Il nuovo lessico riflette, magmatico, la nostra realtà densa di sostanze, di spunti convulsi, di stimoli, di spinte molteplici e contraddittorie. Vent'anni: non sono nulla nella vita di un popolo. Secondo gli storici della 'lunga durata' sono una frazione di tempo quasi trascurabile. Ma nella storia delle società europee gli ultimi decenni hanno contato molto, quasi come qualche secolo. Nell'arco di due generazioni tutto è mutato: i modi di produzione, il tenore di vita, le abitudini, le abitazioni, i trasporti, i costumi sessuali, i rapporti famigliari, le maniere di 'gestire il tempo libero'. E affiora, caleidoscopica, una quantità di nuove voci o accezioni: muovono dal 'riarrangiamento genico' agli 'animali dedicati', passano dalla 'filosofia della buccia' (quella che presiede alla progettazione dell'involucro dei beni di consumo) a termini come 'rivoluzionario del dopocena' e 'terrorista in sonno', per sboccare sulla 'società aperta', sulla 'società dei due terzi', sui 'separati in casa', dolorosa situazione delle coppie in crisi. Il nuovo lessico non sedimenta solo la quotidianità attuale. Coglie anche il futuribile. Delinea l' 'edificio intelligente', dotato di un computer centrale che regola i vari impianti elettronici e già si proietta verso la 'società cablata', modello della concentrazione dei mezzi di comunicazione elettronica collegati via cavo. (...)" Dalla Presentazione.