Francesco Galgano
Diritto commerciale Edizione compatta
Ottava edizione Ristampa aggiornata 2013
- 2013
Il volume
La riforma del diritto societario varata nel gennaio 2003 (d.lgs. 17 gennaio 2003, n. 6) e la modifica alla legge fallimentare iniziata con il d.lgs. 9 gennaio 2006, n. 5 sono tra le più vaste ed organiche che il diritto civile abbia ricevuto negli ultimi sessant’anni. Il diritto regolatore delle società di capitali e cooperative ne è risultato profondamente trasformato, rinnovato dalle fondamenta. Chi si attendeva, come i più si attendevano, una semplice razionalizzazione del diritto vigente è rimasto sorpreso; e le tante critiche che, nel corso dei suoi lavori, sono pervenute alla commissione, man mano che frammenti della riforma trapelavano all’esterno, denotavano quale frattura la riforma stava apportando sui radicati schemi mentali, sullo stesso senso comune degli operatori del diritto societario.
È così accaduto, con una sorta di ritorno all’antico dogmatismo, che i concetti costruiti sul diritto anteriore o, ancor più, ereditati da antica tradizione siano stati elevati a metro di valutazione della riforma, giudicata errata là dove appariva discostarsi da quei concetti. La verità è che il diritto non conosce dogmi: i concetti giuridici si costruiscono a partire dalle norme (non le norme a partire dai concetti), nella consapevolezza del disegno di politica legislativa dal quale traggono origine.
Questo disegno è consistito nel superare ogni residua tentazione dirigistica implicita in un sistema, qual era ancora quello anteriore, che rimetteva al legislatore, piuttosto che alle imprese e, in ultima analisi, al mercato, la decisione su ciò che alle imprese giova oppure nuoce (così, ad esempio, il principio di atipicità o del numero aperto delle categorie di azioni ha preso il posto dell’antecedente principio di tipicità o del numero chiuso); che ha lasciato alle imprese la più ampia libertà di scelta delle forme e degli strumenti giuridici più congeniali al loro sviluppo (anche se ciò ha comportato lo “scandalo” della trasformazione eterogenea); che ha teso a garantire al mercato certezza e stabilità delle decisioni societarie (come è accaduto con il nuovo sistema della invalidità delle deliberazioni assembleari, basato sull’ulteriore “scandalo” della sanatoria della nullità), intervenendo con severe norme imperative solo là dove occorreva prevenire abusi o distorsioni (come in materia di gruppi, al fine di evitare i travasi di attività o di passività da una società all’altra del gruppo).
Il libro è frutto di una singolare esperienza dell’autore, che è stato componente della commissione di riforma: quella del contemporaneo svolgimento, in una medesima unità di tempo, del lavoro di innovazione legislativa e dell’opera di elaborazione concettuale e sistematica ad essa relativa, non senza interazione o reciproca interferenza fra i due momenti.
L’opera è aggiornata alla legge 17 dicembre 2012, n. 221. Conversione in legge, con modificazioni, del decreto-legge 18 ottobre 2012, n. 179, recante ulteriori misure urgenti per la crescita del Paese.