Elettra Casarin Wang Yu
In Cina per lavoro
Usi, costumi e parole
- Collana: Comunicare
- 2012
Come si dice Coca Cola in cinese? Non Coca Cola ma Kekoukele (可口可乐), che significa “gustosa e divertente”. Decidere come farsi chiamare in Cina non è facile, anche perché la semplice traslitterazione del nome può dar luogo a effetti comici o imbarazzanti: “Giuseppe”, ad esempio, può diventare Zhusaibei (猪塞贝), che significa “maiale tappato con conchiglie”.
Comprendere gli usi e costumi cinesi è indispensabile per chi si reca in Cina per affari, importante per chi pensa di andarci per lavoro e interessante per chi è semplicemente curioso di conoscere una cultura lontana e a prima vista impenetrabile. Situazioni quotidiane, come lo scambio di un biglietto da visita o il comportamento da tenere a tavola, cose da fare e da non fare, come soffiarsi il naso in pubblico, consigli pratici per decodificare comportamenti apparentemente inspiegabili – perché, ad esempio, i cinesi non dicono mai di no? – sono illustrati da una sinologa italiana e da un’artista cinese che vive in Italia.
Molti di questi usi e costumi risalgono a una cultura millenaria che si basa sugli insegnamenti di Confucio e sull’Arte della guerra di Sunzi. Conoscerli aiuterà a “farsi cinese tra i cinesi”, ad assumere cioè quell’atteggiamento di curiosità e apertura che ha consentito a Marco Polo e a Matteo Ricci di essere ammessi a corte e che costituisce ancora oggi la chiave per entrare in relazione con la Cina.