Paolo Ferrua
Il giusto processo
Terza edizione
- 2012
Il volume
Oggetto di contrastanti valutazioni, la riforma costituzionale del ‘giusto processo’ ha rappresentato il passo necessario per superare l’interpretazione riduttiva del contraddittorio seguita dalla Corte costituzionale, che aveva di fatto vincolato il legislatore ad un modello di processo fondato sulla rilevanza dibattimentale di ogni dichiarazione segretamente resa nell’indagine preliminare. Il primo capitolo ripercorre le travagliate vicende del nostro processo penale, dalla svolta inquisitoria del 1992 al nuovo testo dell’art. 111 Cost. Il secondo capitolo fissa i concetti fondamentali in tema di processo penale e di prova: funzione cognitiva del processo, giustizia negoziata, significato e criteri di verità, scoperta vs ricostruzione, giudizio di fatto e giudizio di diritto, struttura ternaria del procedimento probatorio, tipologia delle prove (con particolare riguardo alla distinzione tra dichiarazioni di prova e prove critiche), colpevolezza oltre ogni ragionevole dubbio. Il terzo capitolo analizza i principi e le regole del ‘giusto processo’, al cui centro si colloca il contraddittorio nella formazione della prova, a buon diritto definibile ‘la regola d’oro del processo penale’. Alla direttiva costituzionale ha dato attuazione la l. 63/2001, negando valore probatorio alle dichiarazioni unilateralmente raccolte dagli organi inquirenti: il regime delle ‘contestazioni’ nell’esame testimoniale, la ‘sottrazione’ per libera scelta al controesame, l’irripetibilità sopravvenuta degli atti di indagine sono alcuni tra i temi approfonditi. Il quarto capitolo illustra le scelte della Convenzione europea e gli indirizzi della Corte di Strasburgo in materia di confronto con i testimoni e di valore probatorio delle dichiarazioni divenute irripetibili. Opportunamente la Corte costituzionale ha ritenuto sindacabile ai sensi dell’art. 117 Cost. l’eventuale contrasto della disciplina interna con le disposizioni della Convenzione (sentenze 348 e 349 del 2007); ma assai criticabile appare la contestuale attribuzione di carattere vincolante alle interpretazioni della Convenzione operate dalla Corte europea. Il quinto capitolo è dedicato alle scelte moderatamente restrittive del diritto al silenzio operate dal legislatore con la nuova figura del testimone ‘assistito’. Il sesto esamina i rapporti tra giusto processo e impugnazioni, affrontando alcuni nodi problematici del sistema: l’appello contro le sentenze assolutorie, la possibilità di una condanna disposta per la prima volta in secondo grado, il vizio di motivazione ridefinito dalla c.d. legge Pecorella, l’archiviazione ‘vincolata’, dichiarata incostituzionale con sentenza 121 del 2009. Il settimo si sofferma sulle disposizioni di natura inquisitoria sopravvissute alla riforma del giusto processo.
L’ autore
Paolo Ferrua è professore ordinario di procedura penale presso l’Università degli studi di Torino. Tra le sue principali pubblicazioni: Oralità del giudizio e letture di deposizioni testimoniali (Giuffrè, Milano, 1981), La difesa nel processo penale (Utet, Torino, 1988), Studi sul processo penale, vol. I-II-III (Giappichelli, Torino, 1990-1992-1997), Il giudizio penale: fatto e valore giuridico (in AA.VV., La prova nel dibattimento penale, Giappichelli, Torino, 1999)