VOCABOLARIO DELLA POESIA ITALIANA DEL NOVECENTO Fuori commercio
Giuseppe Savoca

VOCABOLARIO DELLA POESIA ITALIANA DEL NOVECENTO

Le concordanze delle poesie di Govoni, Corazzini, Gozzano, Moretti, Palazzeschi, Sbarbaro, Rebora, Ungaretti, Campana, Cardarelli, Saba, Montale, Pavese, Quasimodo, Pasolini, Turoldo

Prima edizione

  • 1995
  • Note: "CARI POETI, ORA FACCIAMO I CONTI C'è veramente da divertirsi a sfogliare le concordanze di alcuni poeti italiani del nostro secolo, a cura di Giuseppe Savoca, appena pubblicate da Zanichelli (pagg. 1151, lire 99.500). Intanto, a dire il vero non si tratta, come vorrebbe il titolo, di un "Vocabolario della poesia italiana del Novecento". Bisogna accontentarsi di sedici poeti: Corrado Govoni, Guido Gozzano, Marino Moretti, Aldo Palazzeschi, Camillo Sbarbaro, Clemente Rebora, Giuseppe Ungaretti, Dino Campana, Vincenzo Cardarelli, Umberto Saba, Eugenio Montale, Cesare Pavese, Salvatore Quasimodo, Pier Paolo Pasolini, David Maria Turoldo. Per un totale di 23.391 lemmi, di cui vengono segnalate tutte le occorrenze e l'intero verso in cui compaiono. Se vogliamo sapere da chi e dove viene usata la parola 'diarrea', scopriremo che essa compare una sola volta nelle opere dei poeti citati: esattamente in "Poesia in forma di rosa" di Pasolini ("Le poesie mondane", verso 110): "gli buca lo stomaco, gli dà la diarrea". Se vogliamo sapere da chi e dove viene usata la parola 'beltà', scopriremo che compare una volta in Gozzano, al verso 78 de "La Signorina Felicita" ("ti fanno un tipo di beltà fiamminga..."): e una volta in Montale, ma solo in una sua traduzione, quella del sonetto XXII di Shakespeare. Basta. Per il momento non sapremo quante volte 'beltà' compare nella omonima raccolta di Andrea Zanzotto, uscita nel 1968. Ce ne faremo una ragione. Intanto ci potremo sbizzarrire comunque. Anche solo sui numeri, sulle frequenze, lasciando perdere i contesti. Per esempio: vorrà pur dire qualcosa se l'autore che utilizza di più il verbo 'potere' è Montale: 271 presenze contro le 100 di 'volere'. E perché, al contrario, il rapporto tra i due verbi è addirittura capovolto in Corazzini, Gozzano e Moretti? E come mai Pavese preferisce nettamente 'vivere' (33) piuttosto che 'morire' (15)? E ci sarà da stupirsi se in Montale, il cantore del 'male di vivere', proprio la 'vita' (177) ammazza la 'morte' (48)? Viceversa, non ci sarà da meravigliarsi se il 'tacere' batte nettamente (10 a 1) il 'parlare' in Turoldo: pronostico rispettato. Lo scudetto della volgarità? Senza dubbio a Palazzeschi, che si diverte a infiorettare la sua poesia di membri maschili ("e dopo la parola poeta, c'è scritto: del cazzo") e di posteriori ("ci si pulisce il culo"). Amore e cuore? Piuttosto il primo: un vero tripudio d''amore' è in Saba (96) e Pasolini (80). In zona retrocessione Sbarbaro (9) e Pavese (7), inaspettatamente freddino. Ma se il 'sesso' è tabù per Rebora e Turoldo (0), furoreggia in Pasolini (16), mentre fa capolino una sola volta in Ungaretti e Montale. Anche più significative sono le opposizioni. Se in genere i poeti italiani si rivelano inguaribili mammoni, le eccezioni non mancano, da Sbarbaro (13 'madre', 38 'padre': e del resto proprio a suo padre il poeta ligure dedicò una poesia memorabile) a Montale (11-22), a Pavese (6-16 addirittura). Sui rapporti edipici di Saba bisognerebbe riflettere, se evoca 46 la 'mamma' e 30 la 'madre', ignorando allegramente il genitore maschile. Ogni 'fuoco' (anche quello del desiderio) sembra spegnersi nella poesia del Novecento, inondata com'è di tonnellate d' 'acqua'. Né il cliché petrarchesco del poeta 'solo e pensoso' troverà conferma quando si va a cercare l'opposizione gioia-dolore, poiché più o meno i due sentimenti escono più o meno fifty-fifty dai versi dei nostri sedici poeti, se si eccettua Pasolini, in cui la 'gioia' segna 11 goal contro i 44 del 'dolore'. A proposito, manca il 'Goal' che dà il titolo a una celebre poesia di Saba, ma c'è un 'gol' di Palazzeschi. In compenso, mentre Palazzeschi 'gode' solo 9 volte, Saba vi riesce in ben 29 casi, seguito, pensate un po', da Pavese (19). In zona Uefa, nella speciale classifica del godimento, è Gozzano (13). Tre soli punti a Montale: l'anno prossimo giocherà in serie B." PAOLO DI STEFANO, «Corriere della Sera», 13 luglio 1995.