VOCABOLARIO DELLA LINGUA ITALIANA Fuori commercio
Nicola Zingarelli

VOCABOLARIO DELLA LINGUA ITALIANA

Fedele all'opera classica di Nicola Zingarelli. Rielaborato a cura di 109 specialisti diretti e coordinati da Miro Dogliotti, Luigi Rosiello, Paolo Valesio. 118.000 voci, 3.200 illustrazioni, 57 tavol

Decima edizione

A cura di Miro Dogliotti, Luigi Rosiello, Paolo Valesio
  • 1970
  • Note: 118.000 voci, 3.200 illustrazioni, 57 tavole di nomenclatura. Collaboratori: Pronunzia, Pietro Fiorelli. Etimologia, Manlio Cortelazzo. Grammatica, Mario Medici. Coordinamento interdisciplinare, Renzo Levis, Mario Medici, Mario Pezzi, Pietro Saconney. Prefazione di Giovanni Enriques, maggio 1970. Uscirono nello stesso anno edizione corrente e di lusso. "(...) Un pregio è che l'etimologia è inseguita oltre il latino, fino a individuare le origini indoeuropee e non indoeuropee della base lessicale d'origine. L'equilibrio e i criteri di economicità e di chiarezza introdotti in questa materia dal Migliorini, sono stati rispettati e seguiti con felice intelligenza da Manlio Cortelazzo, che ha principalmente curato questa parte del lavoro. La distinzione dei vari usi e delle varie accezioni delle parole è fatta con molta chiarezza (qui, soprattutto, il lavoro di Duro e del DEI è stato messo a frutto, ma anche ripensato). Utili le indicazioni dei sinonimi e contrari. Gli esotismi e i neologismi sono accolti con saggia larghezza. Troviamo registrate parole o accezioni ancora assenti nel DEI e nello stesso rifacimento e aggiornamento del DEI, cioè nel "Lessico Universale Italiano", di cui vanno ora apparendo i primi volumi. Per studenti e comuni lettori, per gli stranieri che studiano l'Italiano, un aiuto prezioso è costituito dalle nitide tavole di illustrazione e nomenclatura: le prime sparse nel corpo del dizionario, le seconde raccolte alla fine del volume. Subito dopo la indicazione della ortografia della voce troviamo registrata la pronunzia. Una buona novità è che, finalmente, sono stati abbandonati i vari e scombiccherati sistemi di trascrizione fonetica in uso in Italia, ed è stato adottato, per indicare la pronunzia, l'alfabeto fonetico internazionale, d'uso corrente da molti decenni nelle opere congeneri in tutto il mondo. Per la prima volta l'intero vocabolario italiano è stato sottoposto a una trascrizione fonematica con i caratteri dell'alfabeto fonetico internazionale. Qui il nuovo Zingarelli si è avvalso dell'opera di Piero Fiorelli, coautore del recente "Dizionario di ortografia e di pronunzia". Alle voci grammaticali ha collaborato uno dei nostri lessicografi più seri, Mario Medici. Tutto il lavoro è stato coordinato da due tra i più valenti giovani linguisti italiani, Paolo Valesio e Luigi Rosiello, e da M. Dogliotti. Per le sue caratteristiche scientifiche e divulgative non c'è dubbio che il nuovo Zingarelli verrà accolto con eguale simpatia sia dai profani, dai comuni lettori, dagli insegnanti e studenti che cerchino informazioni chiare ed essenziali sulla lingua italiana, sia dagli specialisti che vogliono e possono apprezzare un organico lavoro di ripensamento, di vaglio e selezione del materiale lessicografico disponibile a livello scientifico." TULLIO DE MAURO, «Paese sera», 11 settembre 1970, riportato in «Zanichelli Scuola» n. 45, marzo 1971. "(...) Ora c'è un caso, se non nuovo, almeno importante, di un celebre dizionario che, dopo la morte del suo creatore artigianale e varie modificazioni posteriori, è stato rifatto di sana pianta portandovi tutti quei miglioramenti che il pubblico di oggi si era abituato a trovare nei dizionari impiantati in modo moderno; come può accadere a una Società ferroviaria che essendo stata sorpassata nella comodità dei suoi vagoni, finalmente approfitti delle innovazioni dei suoi concorrenti e li presenti forniti di tutto quello che rende il viaggio più comodo a un pubblico che vi si è abituato. Parlo dello Zingarelli. 'Zingarelli' non è soltanto il cognome di una famiglia, d'un egregio professore di letteratura italiana e di un figlio suo eccellente giornalista; ma è oramai un titolo con il quale in biblioteca o in una libreria si chiede un 'oggetto' necessario al lavoro: "Per favore, mi dà lo Zingarelli?" "Adopra ancora lo Zingarelli?" "Mi presta un momento lo Zingarelli?". La nuova edizione è veramente tale, non soltanto per il numero dei vocaboli, o per l'aggiornamento di essi, e direi in generale per la sua 'informazione', ma principalmente per la sua 'formazione'; perché ha fatto tesoro della etimologia, della semantica, della fonetica, pur conservando fede nel criterio del 'raggruppamento' delle parole. È un dizionario moderno generale, che non esclude le parole arcaiche, ma le distingue dalle altre; può anche agevolare lo studente che non è forte in grammatica; ed accoglie le parole straniere e scientifiche entrate nell'uso. È anche accompagnato da un bel numero di illustrazioni. Non diremo che sia un dizionario perfetto, perché non esisterà mai tale cosa. Alla fine d'un pranzo dato per la celebrazione di una edizione del Dizionario di Oxford un commensale disse che brindavano non tanto a un nuovo nato quanto ad un morto, perché nel tempo in cui lo si stampava erano nate altre parole o scoperte altre etimologie. Ma diremo: è un dizionario che, per la sua mole e finezza di stampa in un solo volume, si può raccomandare anche per il suo prezzo (Zingarelli, "Vocabolario della lingua italiana", 2096 pagine, 118.000 voci, 57 tavole di nomenclatura, 3.200 illustrazioni, 61.000 note etimologiche, trascrizione fonetica. Zanichelli editore, Bologna.). (...)" GIUSEPPE PREZZOLINI, «Il Borghese», 22 dicembre 1974. PREFAZIONE Nicola Zingarelli ancor prima della fine della sua lunga giornata (Cerignola 1860-Milano 1935) certamente fu conscio di lasciare ai discepoli una somma di studi critici di grande valore sui classici della nostra letteratura, alcuni raccolti ed editi anche molti anni dopo la sua morte. È dubbio, invece, se Egli si rese conto d'aver precorso i tempi lasciando in eredità, potremmo dire a tutti gli italiani, uno strumento di effettiva cultura, un utensile prezioso per la conoscenza della lingua italiana. Il suo primo vocabolario della lingua italiana è del marzo 1922; questo immane lavoro, che richiese oltre dieci anni della sua vita, fu premiato da una diffusione crescente dell'opera, grazie soprattutto alla sua capacità di adeguarsi alle quotidiane necessità linguistiche di ogni lettore: fosse egli giovane studente o professionista, scrittore o tecnico. Createsi nell'immediato dopoguerra -1946- condizioni diverse per la società italiana, la nostra Casa Editrice comprese le grandi possibilità insite in quest'opera e ne curò il continuo aggiornamento con successive edizioni, tra cui l'ottava, del marzo 1959, frutto del lavoro intelligente di Giovanni Balducci, che assicurò definitivamente allo Zingarelli un primato nella rosa degli altri vocabolari, non numerosi ma, alcuni almeno, indubbiamente validi e concepiti con serietà filologica. Ma i tempi corrono in fretta -siamo nel 1964-, nuovi dizionari italiani sono apparsi (uno particolarmente benemerito: il Dizionario Enciclopedico Treccani), altri si preannunciano. Alla nostra Casa Editrice si pone un dilemma ineluttabile: o lasciare che il vocabolario Zingarelli compisse lentamente la sua parabola discendente, in competizione con le altre opere esistenti, ovvero approntarne una rielaborazione e ristrutturazione ab imis sulla base della metodologia della moderna lessicologia e lessicografia. Abbiamo scelto la seconda via, con l'obiettivo primo e assoluto di un rispetto delle radici culturali dell'opera, condizione necessaria per consolidare e riaffermare un primato indiscusso. L'impostazione di questa nuova edizione è stata assai complessa, ed è risultata da una fitta serie di discussioni, indagini, studi preliminari. Sui criteri di raggruppamento dei singoli lemmi, sullo spazio dato alle moderne tendenze di sviluppo e arricchimento lessicale (neologismi, tecnicismi, voci straniere, ecc.), sull'accettazione del fatto, in altre parole, che la lingua italiana si trova in una situazione di mobilità diversa dagli anni precedenti, l'impostazione è, a ragion veduta, di grande spregiudicatezza, parola che può sembrare impropria poiché in realtà si tratta di un rispetto per la lingua viva, quasi un ponte ideale gettato al di là della frontiera stessa della lingua odierna. Un altro criterio cui ci si è voluti ispirare è quello della completezza. Ad esempio, il non aver abolito lemmi antichi o arcaici, l'aver tenuto conto della frequenza del significato dei singoli vocaboli, l'introduzione della trascrizione fonematica -secondo l'alfabeto dell'Associazione Fonetica Internazionale-, mentre veniva mantenuta e arricchita la fraseologia, modo immediato e mediato per apprendere gli usi semantici delle parole. A lavoro ultimato, crediamo fermamente di aver operato una saldatura valida e scientifica tra l'opera originale e l'opera moderna che diamo oggi alle stampe con piena fiducia. Quest'opera di rielaborazione rigorosa e scientifica ha richiesto un periodo di tempo di sei anni e l'impiego di grandi energie intellettuali; i nomi dei redattori, degli specialisti, sono elencati dopo il frontespizio e a ognuno di essi va il nostro ringraziamento. La coordinazione, il lavoro di impostazione generale, lo studio e l'accettazione di speciali norme operative per l'équipe dei redattori, la selezione e l'omogeneizzazione dei lemmi redatti dagli specialisti hanno richiesto un lavoro di supervisione, di direzione redazionale e di revisione dei criteri lessicografici di grande ampiezza e unicità di indirizzo. Miro Dogliotti, Luigi Rosiello, Paolo Valesio hanno dato in modo continuativo un contributo insostituibile per il raggiungimento di questi obiettivi, cosicché ci é sembrata logica e conseguente la decisione di far apparire nel frontespizio i nomi di questi tre preziosi collaboratori. Un ringraziamento particolare deve essere dato a Italo Zingarelli per la sua continua ed efficace collaborazione, in particolare per la revisione dei neologismi e forestierismi. Anche la collaborazione del Centro Elettronico della Casa Editrice deve qui essere rammentata, perché ha permesso la soluzione di alcuni problemi di ordinamento e di statistica. Attendiamo ora fiduciosi il giudizio di chi accederà al nuovo vocabolario per recepire informazioni fondamentali sulla nostra lingua, grati sin d'ora a chi ci vorrà segnalare eventuali manchevolezze ed errori." GIOVANNI ENRIQUES, Bologna, maggio 1970. Il Nuovo Grande Zingarelli Questo nuovo ZINGARELLI, la decima edizione del più celebre vocabolario contemporaneo di lingua italiana in volume unico, si presenta, da un lato, profondamente rielaborato e aggiornato: come e quanto hanno suggerito, in anni recenti, le vicende linguistiche e una rinnovata lessicografia. Ma rimane, dall'altro, saldamente ancorato alla linea, ai caratteri, quindi ai pregi dell'opera classica originale, convalidata dal consenso di ormai tre generazioni di utenti italiani e stranieri. Le 118 000 voci Nel primato indiscusso delle 118 000 voci registrate continua la garanzia di una risposta sempre presente e risolutiva ai quesiti lessicali, più rari e sottili, che studenti e professionisti, l'uomo di cultura e l'uomo della strada hanno, ogni giorno, il dovere o il gusto di porsi. Restano le 40 000 parole dei nostri classici, strumento, finora unico nella lessicografia scolastica, per la lettura di 7 secoli di testi letterari italiani. Si aggiungono, con spogli diretti di larga ma meditata estensione, le parole nuove e nuovissime della comune lingua familiare e i mutamenti di significato avvenuti in molte di quelle già presenti in passato: tutti i neologismi, insomma, e quegli altri vocaboli, presi a prestito o adattati dalle lingue straniere e dai dialetti, che -per la diffu-sione dei mezzi di comunicazione di massa, l'azione di certa odierna prosa e poesia, lo scambio linguistico internazionale, la unificante emigrazione interna italiana- sono divenuti una costante con cui si deve, ed è bene, fare i conti a ogni livello di lessico quotidiano. Ma soprattutto -seguendo una via che l'Autore, con chiaroveggente anticipo sui tempi, ha additato sin dalla prima edizione- si accolgono gli antichi e ultimi linguaggi speciali delle scienze e delle tecnologie: un cospicuo, ma controllato, e spesso inedito arricchimento terminologico a cui, con rigoroso scrupolo e massiccio sforzo dell'Editore, ha provveduto una équipe capillare di esperti autorevoli e noti al gran pubblico. E si dà giusto spazio, infine, col repertorio delle abbreviazioni, delle sigle e dei simboli, al caratteristico 'linguaggio sillabico' dell'età in cui viviamo. La pronta consultazione Agevole e immediata diviene la ricerca dei vocaboli, scritti tutti per intero ed elencati sempre in stretto ordine alfabetico. Parallelamente si conserva, nella sua funzionalità didattica, la sistematica distribuzione per raggruppamenti in cui alla parola principale si accompagnano le altre che abbiano con questa la medesima radice o la medesima ascendenza etimologica: secondo la tecnica originaria dell'Autore, ripresa oggi dai più avanzati lessicografi europei, che pone in evidenza i nessi etimologici e le correlazioni di significato, visualizzando anche graficamente i nodi delle famiglie lessicali. L'ortografia e la pronunzia Le indicazioni di ortografia e pronunzia dei vocaboli forniscono una guida di sicura competenza a tutti coloro che vogliano scrivere, leggere, parlare con obiettiva proprietà. Di moltissime parole si registrano, in misura inconsueta rispetto a opere analoghe, le varianti di forma grafica. Di tutte, comprese quelle piane, si notano l'accento tonico e, quando occorra, il timbro aperto o chiuso della E e della O, coi segni diacritici tradizionali. Accanto a questi si introduce, per la prima volta in Italia, l'integrale trascrizione fonematica dei vocaboli nei simboli dell'Associazione Fonetica Internazionale: un'innovazione metodologica che consente di mettere in risalto, per la pronunzia delle parole italiane, la gamma delle varianti volgari, dotte, regionali rispetto al modello tipico toscano e, per quella delle straniere, le forme esatte della più corretta dizione. L'etimologia L'informazione etimologica si estende a oltre 60 000 vocaboli: un dato numerico che, in assoluto e proporzionalmente al totale delle voci, è insolito sia per i generici dizionari di lingua sia per gli specifici repertori etimologici. Nella ricostruzione storica si varca spesso, con impegnata ricerca originale, la convenzionale frontiera delle lingue classiche. Per i sostantivi e gli aggettivi di origine latina -tenendo conto che la stragrande maggioranza di questi deriva dai casi obliqui e, con maggiore verosimiglianza, dall'accusativo, la cui consonante finale è stata trascurata nella pronunzia corrente in tutto il corso storico della lingua- si presenta la base originaria nella forma dell'accusativo con la M finale posta fra parentesi: un criterio di coerenza scientifica e accessibilità divulgativa che soddisfa, finalmente, la curiosità spicciola e l'esigenza didattica dell' 'etimo reale'. Le forme grammaticali I generi, i numeri e i gradi dei sostantivi, degli aggettivi e dei pronomi, i modi, i tempi e gli ausiliari dei verbi compaiono puntualmente dopo ogni vocabolo che presenti deviazione, o anche solo ambiguità o particolarità, rispetto alla norma comune e costituiscono, nel loro insieme, un minuzioso prontuario morfologico a cui ricorrere in ogni occasione di declinazione e coniugazione dubbie. La nitida struttura delle voci Si conferisce alla trattazione di ogni vocabolo una trasparente chiarezza di assetto formale, contrassegnando con lettere alfabetiche le diverse qualificazioni grammaticali e con numeri arabi i significati principali: un preciso codice segnaletico che rispetta e rispecchia, anche nella nitidezza tipografica, la razionale struttura logicostorica della voce e ne sveltisce, all'interno, la consultazione analitica. La ricchezza e la qualità dell'esposizione lessicale Si mantiene quantitativamente tutta la ricchezza del materiale lessicale contenuto in ogni voce. E la si affina qualitativamente in varie direzioni: moltiplicando le segnalazioni dei limiti d'uso; riconducendo ordinatamente a ciascuno dei significati principali le ulteriori sfumature e il corredo delle locuzioni idiomatiche e dei modi di dire; impostando la fraseologia in funzione di una concreta esemplificazione delle reggenze sintattiche; stralciando i sinonimi (e aggiungendo i contrari) in coda alla definizione vera e propria, quando ciò valga a esaltarne la funzione di successiva messa a fuoco e verifica del significato; trattando in singole voci a sé stanti quegli alterati divenuti semanticamente ormai autonomi dal nome originario; ampliando dal Duecento a Montale l'arco cronologico delle quasi 6 000 citazioni e articolandolo su una rosa di 50 autori -anche i cosiddetti 'minori' - scelti per il loro contributo allo sviluppo della storia linguistica, meglio che letteraria, italiana. Lessicografia ed elaborazione elettronica (...) Un vocabolario è un grosso archivio di informazioni. Organizzato in ordine alfabetico esso fornisce per ogni «lemma» o parola una serie di elementi (fonetica, etimologia, varianti di forma, qualifica grammaticale ecc., oltre, naturalmente, al o ai significati - che possono avere diversi limiti d'uso - della parola). Alcuni di questi elementi sono fissi (nel senso che debbono necessariamente esserci per ogni lemma: ad es. la fonetica), altri sono variabili o nel senso che possono esserci oppure no (es. varianti di forma) oppure nel senso che possono essere in numero variabile (ad es. i significati o definizioni). La redazione di un vocabolario non è, ovviamente, istantanea. Né avviene (oggi per lo meno non avviene più) attraverso l'opera di una sola persona ma richiede la collaborazione di un numero più o meno alto di redattori e di specialisti (il fonetista, l'etimologo, gli specialisti delle varie discipline incaricati delle definizioni ecc.). Da qui una «gestione» quanto mai pesante e la necessità di continui e accurati controlli. È in questi aspetti organizzativi del lavoro di redazione che l'elaboratore elettronico rivela tutta la sua utilità. Esso può infatti «prendere in carico», man mano che essi vengono approntati, i vari elementi che com-pongono gli articoli del vocabolario, organizzandoli nelle proprie memorie dove perciò il vocabolario verrà praticamente formandosi ed esercitando al tempo stesso tutta una serie di controlli. L'elaboratore elettronico con le sue memorie (nel caso dello Zingarelli un GE 115), potrà così sostituire, nella redazione di un vocabolario, gli ingombranti schedari manuali dove ogni ricerca e ogni controllo è lento e insicuro. Sui nastri magnetici a ogni articolo del vocabolario corrisponderà un «record» contenente le varie sezioni (gli elementi fissi e variabili di cui sopra si è detto) di cui l'articolo è composto. Gli articoli del nuovo Zingarelli si compongono delle seguenti sezioni: 1) sezione fonetica, 2) sezione varianti di forma, 3) sezione etimologica, 4) sezione grammaticale, 5) sezione semantica, 6) sezione alterati, 7) sezione avverbi in -mente 8) sezione proverbi. A differenza delle altre, la sezione semantica può sdoppiarsi in una serie di sezioni se più sono i significati (le accezioni) della parola. La struttura minima del record «articolo» deve comprendere almeno la sezione fonetica etimologica e grammaticale e una sezione semantica; la struttura massima comprende tutte le sezioni e la sezione semantica sdoppiata in un numero n di sezioni. La lunghezza del record è perciò variabile. Nell'elaborazione è stata data particolare importanza ai controlli. A parte il controllo finale della presenza di tutti i lemmi corrispondenti al lemmario ideale in precedenza stabilito, l'elaboratore ha ad esempio - di volta in volta che venivano caricate le successive accessioni - controllato, per le sezioni diverse da quelle semantiche, che la sezione non fosse già presente in archivio per quel dato articolo e, per le sezioni semantiche (che dovevano essere numerate nell'ambito dell'articolo) che non vi fossero salti o doppioni di numerazione. Così pure è stata di volta in volta controllata la correttezza formale dei codici presenti in talune sezioni (codice di qualifica grammaticale ad esempio, o codice di lingua d'origine). È stato anche controllato progressivamente il numero complessivo di battute tipografiche (altro problema molto importante per un vocabolario che, come lo Zingarelli, non può uscire dai limiti di un solo volume, e quindi di un numero massimo di pagine). Alla fine del lavoro è stato controllato che la composizione di ogni articolo (presenza della tale o tal'altra sezione, numero delle sezioni semantiche) corrispondesse a quella che, a parte, era andata via via registrandosi su apposite schede. Un altro controllo molto importante è stato quello dei rinvii e cioè che, nel caso in cui un lemma venga definito con il semplice rinvio a un sinonimo, il lemma sinonimo sia presente nel vocabolario e non definito a sua volta con il semplice rinvio al primo lemma (ad evitare quei giri viziosi di rinvii a sinonimi che talvolta capita di scoprire anche nei migliori vocabolari). Ma, a parte questi controlli sistematici, l'elaboratore elettronico ha permesso l'esecuzione immediata e automatica di una serie di altri controlli, ogni volta che fossero ritenuti necessari. Così, tanto per fare un esempio, la ricerca di tutti i sostantivi in «-tore» non seguiti dal femminile in «-trice» (autore, autrice e così via) a evitare involontarie dimenticanze di quest'ultimo. Questo esempio ci conduce ad accennare, per concludere, a una serie di ricerche linguistiche che, a vocabolario realizzato, potranno essere condotte utilizzando i dati accumulati. Molte ricerche statistiche sano possibili, ne indichiamo alcune: quante parole hanno in italiano una certa desinenza, quante parole hanno l'etimo in una data lingua o si usano da un dato secolo in qua, quante sono le parole che hanno un certo numero di lettere e così via. Una miniera di informazioni per quegli studi linguistici che sono oggi di tanta attualità." GIOVANNI RAPELLI, «Zanichelli Scuola» n. 42, settembre 1970.