VIAGGIO NELLA STORIA E NELLA CULTURA Fuori commercio
Giorgio Bocca

VIAGGIO NELLA STORIA E NELLA CULTURA

Le origini e il tempo antico

Prima edizione

  • 1980
  • Note: Volume 1 , Volume 2 , Volume 3 , Volume unico: "Dalle origini all'età contemporanea". Guida al testo: Silvia Alessandri, "Guida allo studio di Giorgio Bocca "Viaggio nella storia e nella cultura", Bologna Zanichelli 1980. "Giorgio Bocca, il noto giornalista, è disposto a compilare un'antologia per la Scuola Media la cui idea organizzatrice dovrebbe essere quella di affrontare e documentare in prospettiva storica i grandi temi della cultura contemporanea mediante la consueta scelta di passi letterari e/o saggistici. Come risulta dal campione già in nostre mani (...), i rischi che occorrerà evitare o rimediare sono quelli: a) di un livello e di un tono troppo sostenuti; b) di un'impostazione del discorso che per essere fortemente consequenziale e organica presupponga anche una fruizione non rapsodica ma obbligata (nell'inizio e nella successione) del materiale; c) di una certa carenza o insufficienza di didatticità negli apparati. Alta, peraltro, la qualità civile e culturale, e dell'opera e dell'operazione; e forte, dunque, l'arricchimento derivante alla nostra immagine culturale." Relazione al Comitato Direttivo, 16 gennaio 1978. Prefazione: "Nella primavera del 1945 avevo ventiquattro anni, sapevo molto dello sci e quanto basta della guerra, poco dei libri, niente o quasi niente di quella cosa che chiamano cultura. Stavo fra le persone colte che incontravo per via del giornalismo come fra stranieri di cui non si capisce bene il linguaggio, da cui si è respinti; come accade oggi alla maggioranza degli italiani quando si affacciano a una libreria o capitano in un dibattito fra intellettuali. Irritato, soprattutto, per questa intuizione: che la cultura, poi, non doveva essere così misterica e difficile e privilegiata come i suoi officianti volevano far credere: che essa veniva usata dalla maggior parte di loro come uno strumento di potere; concessa solo a coloro che venivano cooptati, ceduta solo ai pochi che avevano unghie e denti per farsela cedere, subito; sostanzialmente negata agli altri, alla maggioranza, che dovevano rimanere così, nella sua venerazione, ma nella sua ignoranza. Questo viaggio per la storia e per la cultura è il faticoso risultato di una educazione provinciale, prima, autodidatta e matura poi, che spera di evitare a molti altri simili pene e frustrazioni; che presume di aiutare molti altri ad affrontare la storia e la cultura nel modo più onesto: con modestia, con pazienza, ma senza falsi timori, senza stupidi condizionamenti. Vivere la cultura, voglio dire, come ognuno di noi vive la sua vita; in un perenne raffronto fra passato e presente, fra inconscio e ragione, fra istinto e sentimento, fra nozione e riflessione. Viaggio nella storia e nella cultura proprio come quando si torna nel luogo dove si è nati, dove si è cresciuti e si scopre che fra tutto c'è un nesso, una parentela, che ogni cosa aiuta a capirne un'altra e che ciò che importa veramente non è capire una cosa in sé, ma le sue relazioni con le altre cose. Il limite di questo libro, di questo viaggio, è di essere sostanzialmente o prevalentemente occidentale o specularmente occidentale, nel senso che ci si occupa di quelle storie, di quelle culture che hanno avuto legami diretti con l'Occidente, o con esso un rapporto da specchio, come l'Islam, come le nazioni arabe. Ma era anche l'unico viaggio di cui mi sentissi capace perché non possiedo la conoscenza del pensiero e della storia delle civiltà asiatiche, africane e protoamericane senza la quale è impossibile o estremamente difficile individuare il simile, capire l'analogo, cogliere il complementare. In questa ricerca delle spiegazioni, delle connessioni, dei cicli, c'è evidentemente qualcosa di utilitaristico, di pratico, che farei male a nascondere: ho fatto il libro così per divertirmi e per attrezzarmi; ho cercato nei libri le cose che avrei voluto sapere e usare nel mestiere di giornalista e di scrittore. Ecco perché il libro è anche chiaramente un libro del suo tempo, della seconda metà del secolo, con tutte le sue grandi attenzioni od ossessioni culturali: la psicanalisi, il tramonto delle grandi ideologie, la fine dell'eurocentrismo, la presenza decisiva della economia e della scienza; e magari ci saranno anche le mie lacune, i miei difetti: forse un'angolatura troppo laica, forse una fiducia eccessiva nelle dea ragione e nella dea libertà. Ma di una cosa sono certo: che questo non è un libro di parte, non ha stampato su, come etichetta, 'visto da destra' o 'visto da sinistra'; non si preoccupa di trovare tutto il bene da una parte e tutto il male dall'altra; semmai di spiegare il contrario, che non esiste una storia provvidenziale, che non c'è un progresso inevitabile e necessario; e che la funzione dell'uomo libero e progressista, dell'uomo civile, è tanto più nobile quanto meno giustificata dalla storia, tanto più necessaria quanto più "le magnifiche sorti e progressive" si dimostrano ingannevoli o con imprevedibili risvolti. E' anche un libro che è stato scritto mentre alle finestre del mio studio arrivavano le voci della contestazione e gli spari del terrorismo, cioè mentre saliva l'angoscia, la insofferenza, la impazienza di larghe masse giovanili: non per offrirgli un viaggio consolatorio o evasivo, non per condurli in lidi esotici o magici o mitici, sebbene anche tutto ciò faccia parte, e quale parte, della nostra storia; ma per dargli quel sentimento della misura che solo la cultura sa dare; per ricordargli che gli urli e i furori hanno un senso solo se si accompagnano alla capacità di tacere, di riflettere, di perdonare, vale a dire di riprendere la trama dei fatti e delle conoscenze, delle azioni e delle tradizioni senza la quale ci sarebbe solo barbarie. Questo libro è, al tempo stesso, cronologico e aperto a tutte le dimensioni temporali, mescolanza di passato, di presente, di futuro. Inizia con la creazione del mondo, con il grande rimpianto di conoscere poco o niente della preistoria, e prosegue con l'altrettanto grande ambascia di conoscere poco o niente del futuro prossimo e lontano. Si parte dalla creazione biblica e si arriva ai presagi di una apocalisse atomica, si passa per stragi e cataclismi, per epopee effimere e per imperi caduchi: ma sorretti dalla certezza che la Nausica di Omero appartiene al meglio dello spirito umano come la Nausica di Goethe, che c'è qualcosa di continuo nel sentimento drammatico di Tacito e di Shakespeare, che Ulisse non è poi molto dissimile da Marco Polo. Voglio dire che in ogni luogo del mondo, in ogni tempo, in ogni civiltà si può, volendo, ritrovare le cose vere, importanti, serie dell'uomo, al di là delle mode, degli orpelli delle fortune. Cogliere per esempio il Carlo V nella tristezza e nella responsabilità troppo grande del potere o il Re Sole già presago della fine del regno o tutti gli altri che vissero su questo amabile e terribile pianeta, con grandi paure e voraci appetiti, ma con rispetto di se stessi, con l'idea forse presuntuosa ma non mediocre di recitare dignitosamente la loro parte. Amici lettori, il viaggio per la storia e per la cultura è davanti a voi. Non c'è nulla che non possiate capire, nulla che vi risulterà misterioso. La storia degli uomini è la vostra storia. Potete riconoscervi e ridere o piangere." GIORGIO BOCCA.