Versi Fuori commercio
Luigi Alessandro Michelangeli

Versi

con intermezzi di liriche tradotte e appendice di epigrafe

  • 1913
  • Note: In 8°, pp. 288. Dedica: "Al Prof. Giorgio Calogero, mio genero, a Giovanni suo fratello, a Francesco suo padre che dopo la catastrofe messinese mentr'io e una figliuola giacevamo in cliniche napoletane salirono più volte fra i ruderi della mia casa, scossi tuttavia d'ora in ora da tremiti del suolo, e di tra le macerie ponendo a grave rischio la vita mi salvarono parte dei libri e dei manoscritti, fra cui le minute di questi versi, dedico il presente volume in segno di gratitudine". "Ho raccolti in questo volume i versi miei editi e inediti, dopo averli ritoccati nella forma, lasciandone intatto il pensiero, quale si svolse in un lungo ordine d'anni fra le lotte per l'esistenza e gli studi filologici. - Li ho intramezzati di liriche da me tradotte, la cui scelta, dall'inno mistico al canto goliardico, fu fatta col solo intento storico-letterario; e vi ho soggiunte alquante epigrafi e poche noterelle. (...)": LUIGI ALESSANDRO MICHELANGELI, Bologna, 10 gennaio 1913. Nelle Note, questa poesia latina di Giovanni Pascoli, "Per il collega L. A. Michelangeli" - pubblicata subito nella gazzetta di Messina - "Quando ego chalcidicae visam viridaria Zancles? quando ego te, interpres callide Stesichori? Tunc, precor, excipiant una nos Himera; laudat namque ibi nocturno carmine Tyndarida, inter odoratas, Erycinae munera, citros, Elysium quoddam per nemus, umbra senis: hic Helenen caeci noctu senis umbra recantat: Tyndaris ignovit, non tamen ipse sibi. Stellarum nitida dicit te nocte sororem, ipsam nimborum navifragaeque potens sidus aquae, nimis adspectu, Ledaea, nocentem et pulcram, supra lumina nostra nimis. Nam qui vidit, amat, moritur qui nuper amavit: mutatur dulci morte libenter amor. Nos - ouc est etumos logos outos - forte canentem auribus arrectis accipiemus eum, quaeque tibi, vates, invidit longior aetas quaeque calis reddes ingeminata modis... Quando ego te visam? non dulcia tempora nobis hic, conlega, fluunt, praetrepidantque pedes et mens optanti graiae viridaria Zancles visere et amplecti te Cyanumque simul" - Barga, a.d. V Eid. dec.