STORIA DELL'ARCHITETTURA MODERNA Fuori commercio
Kenneth Frampton

STORIA DELL'ARCHITETTURA MODERNA

Seconda edizione aggiornata

Seconda edizione

  • 1986
  • Note: Prefazione alla seconda edizione: "Il successo ottenuto dalla prima edizione di questo libro è la conferma dell'aver risposto a un bisogno: penso, in particolare, a quello degli studenti. Ho approfittato della seconda edizione per effettuare una serie di piccole correzioni, per ampliare sostanzialmente quello che era l'ultimo capitolo e per aggiungerne uno nuovo alla fine. Durante gli ultimi quattro o cinque anni l'architettura contemporanea non ha intrapreso direzioni radicalmente nuove, ma è inevitabile che la valutazione del passato recente cambi al variare delle prospettive. In particolare mi sono avvicinato, ovvero ho dedicato uno spazio maggiore, alla recente produzione architettonica giapponese (specialmente all'opera di Isozaki, Shinohara e Ito), al fenomeno del Populismo avviato da Venturi, Scott-Brown e Izenour, puntualizzato da Charles Jencks, espresso scenograficamente (e spesso in apparenza con poca serietà) dallo stesso Venturi, da Stern, Jahn e Moore, sovvertito da Frank Gehry ed assorbito dalla 'mainstream' europea nelle facciate della "Strada Novissima" di Paolo Portoghesi alla Biennale di Venezia del 1980. Inoltre ho preso in considerazione il Neorazionalismo, con le relative forme di pensiero in Ticino, Spagna, Francia e Germania (dove Ungers ha rappresentato il teorico e il didatta di maggior spicco) e negli Stati Uniti così come esso si è espresso nel lavoro dei New York Five, fino ad arrivare all'High Museum di Richard Meier ad Atlanta. Ancora, ho approfondito l'analisi sul Produttivismo, prendendo atto del lavoro di architetti che, nell'assumere l'insegnamento di Mies del 'quasi nulla', si sono dedicati all'ideazione di strutture gonfiabili (Yukata Murata) o di tensostrutture (Frei Otto) e ho proseguito fino all'edificio della Hongkong and Shanghai Banking Corporation di Foster Associates; in ultimo mi sono dedicato alla post-avanguardia, nata dalle posizioni tardomoderne, che hanno caratterizzato gli ultimi lavori di Graves, Johnson, Stirling e Hollein, e che nelle sue espressioni varia dalla scenografia arbitrariamente 'dipinta' del Portland Building di Graves alla intelligenza critica dei progetti di Hollein fino al classicismo kitsch e brutale degli edifici residenziali di Ricardo Bofill nella regione parigina. L'ultimo capitolo, interamente nuovo, tratta il fenomeno del Regionalismo critico. Alla pari di altri 'ismi' adottati nell'affrontare gli sviluppi recenti, il Regionalismo critico può essere considerato una categoria della critica piuttosto che un movimento artistico identificabile, nel senso attribuito dall'avanguardia. Nel descriverlo, vorrei richiamare l'attenzione al fatto che una forma della architettura moderna declinata secondo le diverse regioni in cui si colloca, ma in modo critico e 'revisionista', esiste da quarant'anni e oltre; perlomeno dalla casa di Amancio Williams sul Mar del Plata del 1945. In ultimo, la bibliografia è stata ampiamente riveduta a riflettere lo stato attuale della ricerca nelle diverse sezioni secondo cui ho suddiviso il periodo 'moderno'." KENNETH FRAMPTON, New York 1984. Traduzione di: Milesi Silvia Titolo originale dell'opera: Modern architecture:a critical history Thames and Hudson, Londra, 1985