Stanze della Gerusalemme Liberata Fuori commercio
Torquato Tasso

Stanze della Gerusalemme Liberata

scelte ed annotate e collegate dal racconto dell'intero poema da Severino Ferrari e Alfredo Straccali

Prima edizione

A cura di Severino Ferrari, Alfredo Straccali
  • 1886
  • Note: In 16°, pp. 376. Fu molto laboriosa questa edizione: in un primo progetto doveva essere curata da Severino Ferrari e da Guido Mazzoni. - "Ieri fu qui Severino Ferrari, e mi propose un affare da proporre a Lei. Ecco di che si tratta. - Da' programmi ministeriali è imposta la lettura ne' licei (e anche nelle tecniche) della 'Gerusalemme' del Tasso; ma nella pratica dell'insegnamento si vede quant'è difficile a' giovani un'idea chiara del libro, dovendo combattere con la strettezza del tempo e la mancanza di un commento fatto davvero per le scuole. Una 'Gerusalemme' compendiata e annotata sul genere dell''Orlando' così opportuno dello Zamboni e Picciola, sarebbe certo accettatissima agl'insegnanti e agli scolari. Noi gliela offriamo. Sarà un volumetto di circa 250 pagine, con tutte quelle illustrazioni e dichiarazioni che facciano davvero utile il libro e valgano a vincere la concorrenza degli altri Tasso ad uso delle scuole. Quanto al lavoro Ella non dubiterà della cura che ci porremmo. Il libro dovrebbe uscire nel Settembre prossimo, per la riapertura delle scuole. - Quanto a' patti, Severino se ne occuperà lui, come primo ideatore del libro: a me basta averle detta in massima la cosa. - Ne parli, se crede, al Carducci.": GUIDO MAZZONI a NICOLA ZANICHELLI, Pisa, 8 marzo 1884. - "(...) Scrivo a Severino, rispetto al Tasso. Venuto qua, dovendo star chiuso dalla mattina alla sera in ufficio vidi subito che m'era impossibile fare il lavoro con quella diligenza che a me piace, e che è tanto più d'obbligo ne' libri per le scuole. E ne scrissi a Severino, dicendogli di prendere tutto lui il lavoro. Insisté, e dovrei cedere: ma ora debbo proprio dichiarare che a me è impossibile fare ora il lavoro. C'è il Pascoli a Bologna: perché non prenderebbe lui la mia parte? Io son pronto a fare gratis la prefazione. Ne scrivo a Severino. Mi scusi Ella, mio caro Signore, ma creda che dopo dodici ore di ministero non è possibile aver tanta forza di volontà da mettersi a far note per gli scolari.": id., Roma, 10 settembre 1884. Lettera del Mazzoni a Severino Ferrari: "Mio caro Severino, ti ho telegrafato per il posto di Lucca; e spero che in giornata avrò la tua risposta. E desidero forte che sia di sì. - Ora ti scrivo per altro. Tu sai che da prima, subito che venni a Roma qui al Ministero, ti scrissi per il Tasso: capivo che mi era impossibile tirarlo innanzi. Sto qui tutto il giorno, senza nemmeno uscire per la colazione; sto qui, a volte, anche la serata fino alle dodici: non ho libri, non modo di uscire a cercarne per le biblioteche. Vedi: ho a mezzo, così com'era nel maggio, il Catullo. Dunque io proprio non posso. Potrei, se fossi un ciarlatano: ma non sono; e quando fo una cosa, amo farla come men male se posso. - Hai il Pascoli costà e l'avrai vicinissimo, sia che tu vada alla Spezia sia che accetti Lucca. Lascio a voi il lavoro mio: se credi, farò la prefazione, senz'altro interesse che unire al vostro il mio nome. Ma, ti prego caldamente, liberami da questo pensiero che m'è più grave di quel che tu creda, forse. Dover far male, è troppo duro castigo, e immeritato."