SOCIOLOGIA Fuori commercio
Randall Collins

SOCIOLOGIA

Prima edizione

  • Collana: Collana di Sociologia
  • 1980
  • Note: "Collana di Sociologia" collana diretta da Marzio Barbagli. Prefazione: "Sono diverse le ragioni per cui si è fatta sociologia. Molti vi hanno cercato soluzioni pratiche, altri giustificazioni ideologiche e altri ancora, forse, vi hanno visto solo un modo piacevole per scavarsi una confortevole nicchia accademica. Da un bel po' di tempo a questa parte si fa moltissima sociologia, con risultati il più delle volte deludenti. Questa mia valutazione deriva da un preciso giudizio di valore, dal ritenere cioè che un insieme di idee esplicative, coerente, efficace e verificabile sia, in sé, una delle più grandi realizzazioni umane. Non ho la presunzione di ritenere che chiunque debba condividere questo valore e non sembra, in effetti, che nelle scienze sociali esso sia molto popolare, se si considera quanto poco progresso scientifico vi sia stato a partire dalle prime, promettenti realizzazioni della sociologia del passato. È un fatto che, nonostante il lavoro di anni, le applicazioni pratiche non hanno raggiunto risultati apprezzabili e gli ideologi son ben lungi dall'aver detto una parola definitiva su un qualunque argomento. È mio giudizio che nessuna di queste attività arriverà mai in porto, e non riuscirà neppure ad indicare quale questo porto sia, fino a che non vi sarà una vera scienza sociale. Ma non son queste le ragioni per cui è stato scritto questo libro. Il mio lavoro è nato dall'aver avuto la possibilità di intravvedere che i contributi di alcuni pensatori e ricercatori del passato e del presente formano i materiali, per quanto incompleti e frammentari, di una scienza genuina ed efficace. Ho cercato di radunare e di dare una veste il più possibile sistematica a questi frammenti per mostrare a che punto è arrivata oggi la sociologia. Che l'idea guida di questo libro sia il conflitto deriva dal mio tentativo di assumere una prospettiva il più possibile realistica e non dal fatto che personalmente giudichi il conflitto una cosa buona o cattiva. Se nel leggerlo si giudicheranno i concetti esplicativi secondo i propri preconcetti ideologici non si sarà capito che cosa è l'oggetto di questo lavoro. I teorici del passato, che più hanno contribuito a liberare il nostro pensiero dalla spessa nebbia delle realtà artificialmente imposte che popolano i nostri mondi quotidiani, hanno trovato un filo conduttore per arrivare ad una spiegazione nell'esistenza di una pluralità di mondi e nel conflitto. E val la pena di seguire questo filo proprio oggi che le potenzialità di far avanzare la nostra scienza sono grandi, pur nella diffusa sopravvivenza di irrealtà utopiche che pesano sulle nostre linee d'analisi abituali. Alla fine, naturalmente, non dovrà più esistere niente che si chiami 'sociologia del conflitto' o 'sociologia' con qualche altra etichetta, ma solo e semplicemente 'sociologia'. Voltandosi indietro a guardare il ventesimo secolo gli storici vedranno una grande rivoluzione intellettuale, la costituzione di una vera scienza sociale. Se gli osservatori esterni giudicheranno che per il mondo si tratti di un progresso è un interrogativo aperto. Gli esploratori di questa frontiera hanno dalla loro una sola giustificazione: l'avventura in sé. Ed è a questa invisibile comunità di esploratori del presente e del passato che è dedicato questo libro." Traduzione di: Oppo Anna Revisione di: Barbagli Marzio Titolo originale dell'opera: Conflict sociology - Toward an explanatory science Academic Press, Inc., New York, NY, 1975