Scritti Fuori commercio
Alberto Mario

Scritti

scelti e curati da Giosue Carducci. Volume primo

A cura di Giosue Carducci
  • 1884
  • Note: In 16°, pp. CLXXVII-310, con ritratto dell'autore. Dedica: "Ad Adriano Lemmi patriota antico amico raro in memoria dei diletti estinti immortali nell'amore dedica questi scritti." Jessie vedova Mario. Gli scritti di Alberto Mario sono preceduti da "Della vita di Alberto Mario", memorie di Jessie vedova Mario. "Conoscere, possibilmente nella maggiore intimità, l'uomo, è necessario a meglio apprezzare e adeguatamente giudicare il pensatore e il cittadino. Ottima introduzione e accompagnamento agli scritti di Alberto Mario, dei quali escono scelti da me in questo primo volume gli artistici e letterari e seguiteranno in un secondo, con un mio studio, su lo scrittore, i politici e i polemici, reputo intanto queste memorie che io stesso consigliai di compilare alla gentildonna che gli fu consorte degnissima in ogni fortuna, in ogni pericolo, in tutti i pensieri e gli affetti della vita. In queste pagine spirerà certo il grande amore e dolore della moglie e della vedova; ma il rispetto grande del pari, che la signora Mario serba alla memoria del marito, non le può consentire di descrivere se non con fedeltà scrupolosa i delineamenti e la figura di lui: alterarla per magnificarla le parrebbe, ella stessa me lo disse, profanazione.": GIOSUE CARDUCCI, 15 marzo 1884. "Dopo 176 pagine affettuose scritte dalla vedova, Jessie Mario, incominciano gli scritti del Mario, che sono preceduti dalle parole funebri dette dal Carducci: "Lo abbiamo sepolto, al raggio velato del sole di giugno, lo abbiamo sepolto tra i fiori e il verde e i profumi della superba vegetazione del suo Polesine, presso la casa degli avi suoi, nel suo giardino. Ora non ho più ritrovi da dargli; ora non mi resta che raggiungerlo nel riposo senza fine. Quale egli entrò fiorente di forza, rugiadoso d'ideale, nella primavera sacra del 1848, tale egli esce da questa ombra bizantina di trasformismo. Un velo di malinconia poteva ombrare talvolta quella bella fronte antica, que' cerulei occhi miti e pensosi; ma non una ruga era in quel cuore. Né pure gli strazi della feroce malattia lo vinsero e lo distrassero dagl'ideali suoi. Quando lo vidi l'ultima volta a Roma, sollevato a pena dal torpore della morfina, mi disse: - Scrivi la storia del Quattrocento - Oh, s'io fossi Erodoto e potessi leggere a un uditorio di Greci, io vorrei scrivere ben altra storia; la vostra storia, o padri e fratelli eroici. Voi sparite un dopo l'altro dallo spettacolo della vita: la nuova gente agita bandiere e sparge fiori su le vostre bare e le tombe, e vi piange e vi acclama, e vi prèdica... e poi vi dimentica. E forse non ha intiera la conscienza che I'Italia di rado o non mai ebbe cittadini eroici, devoti, modesti, gentili, quali voi foste." Lendinara, 5 giugno 1883. "Io avrei caro che la stampa [degli Scritti di Alberto Mario] fosse fatta da Lei, per il comodo a me del sopravvedere l'edizione, per la bontà e bellezza delle sue stampe, e anche perché non sarebbe senza onore per la sua casa. Raccomando la pratica di questa cosa, che a me preme molto, alla esperimentata onestà, intelligenza e discretezza sua." GIOSUE CARDUCCI a NICOLA ZANICHELLI, Desenzano, 7 luglio 1883. "Il Carducci fu legato ad Alberto Mario da fraterna amicizia. Lo conobbe nel 1865. Di pari affetto lo ricambiava Alberto che sembrava avere perpetuato in lui l'amore che ebbe per Cattaneo, e a cui era solito scrivere 'carissimo fra tutti'. - Fu per desiderio di lui che il Carducci si assunse il pietoso ufficio di sceglierne e curarne per la stampa gli scritti."