Odi barbare Fuori commercio
Giosue Carducci Nobel

Odi barbare

  • 1877
  • Note: In 16, pp. 110 + 18 n.n. con una tavola (Incisione della "Vittoria"). Formato m. 0,165X 0,10. Finito di stampare il 20 luglio. In copertina e frontespizio: Enotrio Romano. Primo volume 'elzeviriano' di Giosué Carducci. Ha inizio, con i "Postuma" di Stecchetti (Olindo Guerrini), la "Collana elzeviriana Zanichelli". Grande successo di vendita: circa 1000 copie vendute in quattro giorni. Contiene: "Preludio - Ideale - Fantasia - In una chiesa gotica - Nella piazza di San Petronio, una sera d'inverno - Su I'Adda - Alla stazione, (in una mattina d'autunno) - Ruit hora - Mors (nell'epidemia difterica) - La torre di Nerone (da "August v. Platen Oden") - Alle fonti del Clitumno - Alla Vittoria tra le rovine del tempio di Vespasiano in Brescia - Dinanzi alle terme di Caracalla - Nel XXI d'Aprile dell'anno MDCXXX dalla fondazione di Roma "- Appendice: Dai "Carmina" di Ludovico Ariosto - Congedo: "Alla Rima - Nota". "Le odi barbare sono già composte tipograficamente tutte": GIOSUE CARDUCCI a LIDIA, 2 giugno 1877. - "Il volume delle "Odi barbare" è venuto bellissimo; e le Sue edizioni elzeviriane quanto più crescono, tanto più mi paion fatte per innamorare i bibliofili. Sono tipograficamente superiori a tutte, anche a quelli di Lemerre": GIUSEPPE CHIARINI a NICOLA ZANICHELLI, 28 giugno 1877. Questa prima edizione delle "Odi barbare" termina con l'ode "Alla rima" e con una nota del Carducci: "Queste odi le intitolai barbare, perché tali sonerebbero agli orecchi e al giudizio dei greci e dei romani, se bene volute comporre nelle forme metriche della loro lirica, e perché tali soneranno pur troppo a moltissimi italiani. se bene composte e armonizzate di versi e di accenti italiani. E così le composi, perché, avendo ad esprimere pensieri e sentimenti che mi parevano diversi da quelli che Dante, il Petrarca, il Poliziano, il Tasso, il Metastasio, il Parini, il Monti, il Foscolo, il Manzoni e il Leopardi (ricordo in specie i lirici) originalmente e splendidamente concepirono ed espressero, anche credei che questi pensieri e sentimenti io poteva esprimerli con una forma metrica meno discordante dalla forma organica con la, quale mi si andavano determinando nella mente (...). Chiedo perdono del non aver disperato di questa grande lingua italiana, credendola idonea a far con essa ciò che i poeti tedeschi dal Klopstock in poi fanno assai felicemente con la loro (...). Io inchinato al piè della musa italiana prima lo bacio con rispettosa tenerezza, poi tento di provargli i coturni, saffici, alcaici, asclepiadei, con i quali la sua divina sorella guidava i cori su'I marmo pario dei templi dorici specchiantisi nel mare che fu patria ad Afrodite e ad Apolline" GIOSUE CARDUCCI. Il 16 dicembre 1873 il Carducci scriveva a Giuseppe Chiarini: "Ti mando una nuova poesia ["Su I'Adda"]: nuova in tutto, anche nel metro, che è antico e senza rima". E ai primi del luglio 1874: "Tento i metri antichi, greci e latini. Son cose che devon parer molto brutte. Ho fatto l'alcaica pura ["Ideale"] con versi che non rimano e non tornano. Farò l'esametro e il pentametro. E mi divertirò. Tutta questa letteratura che esiste ora è abietta". - "Quando uscirono le "Odi barbare", apriti cielo. Non c'è esempio nella nostra letteratura di un diluvio di spropositi come quello che piovve allora sul capo del poeta (...) Solo che i lettori italiani avessero potuto leggere nell'originale, non dirò le odi del Klopstoch e del Platen, ma le "Elegie romane" e I'"Arminio e Dorotea" del Goethe, i metri delle "Odi barbare" non avrebbero fatta loro quella strana e sgradevole impressione (...) Ma non andò molto che le "Odi barbare" furono proclamate la più alta poesia del Carducci." GIUSEPPE CHIARINI, "Memorie della vita di G. C". Questo elzeviro carducciano fu subito lodato dalla stampa: Annibale Fosco, ad esempio, nel Preludio del 15 agosto 1877 scrisse: "Il volumettino dell'egregio Zanichelli è così nitido, cosi morbido, così provocante, che innamora"."Tra il giugno e il luglio 1877, a circa un mese di distanza, scoppiarono nella piazza di Bologna due bombe che fecero rivoltare tutta Italia e tennero per oltre due anni il campo letterario in istato di continua sollevazione: i "Postuma" di Stecchetti e le "Odi Barbare" di Carducci, primi elzeviri lanciati al pubblico da Nicola Zanichelli": ANTONIO BALDINI, "Fine Ottocento", Firenze, 1947.