Lira classica Fuori commercio
Luigi Graziani

Lira classica

Versioni e poemetti originali, a cura di Ezio Chiòrboli

A cura di Ezio Chiòrboli
  • 1931
  • Note: In 8°, pp. XXVIII-328, rilegato con ritratto dell'autore f. t. Contiene: "1. Epigrammi greci fatti latini e carmi greci e latini fatti volgari - 2. Carmi greci fatti volgari - 3. Carmi latini fatti volgari - 4. Liriche italiane latte latine (1. "Inno a Giove" di Paolo Costa - "Dei Sepolcri" di Ugo Foscolo - "Odi barbare" di Giosue Carducci [I. Preludio - II Ideale - III. Fantasia - IV. In una chiesa gotica - V. Nella piazza di San Petronio - VI. Su l'Adda - VII. Alla stazione in una mattina d'autunno - VIII. Ruit hora - IX. Mors. Nell'epidemia difterica - X. La torre di Nerone, da A. Platen - XI. Alle fonti del Clitumno - XII. Alla Vittoria, tra le rovine del tempio di Vespasiano in Brescia - XIII. Dinanzi alle Terme di Caracalla - XIV. Nell'annuale della fondazione di Roma]) - 5. Poemetti originali (1. "Bicyclula" (Amsterdam 1900) - 2. "Bicyclula" (ed. Faenza 1915) - 3. "In re cyclistica Satan" - 4. "In Romam")". Dalla Prefazione: "(...) Lo riaspettava il suo ginnasio, e per la fervida intercessione del Carducci lo riaccolse il 20 novembre '91 e serbò a gran ventura, comunale e regio, trentasei anni complessivamente, fin quasi agli estremi giorni. - Nel piccolo ginnasio quanti mai non l'ascoltaron rapiti? Pareva, ed era un mago veramente, il quale trasformava in bellezza tutto che toccava col suo intelletto e con la sua voce: fino la grammatica filava via leggera, quasi a volte sollazzevole, e le ore trascorrevano inconscie. Quanti non ne uscirono e salirono poi in cospicua rinomanza? Tanti da invaderne mezza Romagna e da irraggiarne pur molti in varie regioni. - E vi andavano, pellegrini amorosi, il Carducci e il Ferrari: il piccolo nido diventava il regno della poesia e del canto. Il Tommaseo addirittura stupiva che tra quelle fronde e quell'ombra, in quel lucus, s'ascondesse chi di raro splendore poteva illustrare un seggio universitario, tanto la loquela e la poesia degli antichissimi avi nostri avea baliosa e leggiadra. Però degno di vivere tra le magnificenze e le liete fantasie del quattrocento lo disse il Rasi a ragione, col Poliziano insieme e col Pontano. (...). - Del '74 la prima versione de "I sepolcri" del Foscolo. (...). - Sono un capolavoro. Preclare e innumerevoli le lodi d'ogni parte: e insigni quelle del Tommaseo che, già vecchio e cieco e stanco e prossimo già all'ultimo riposo, amò di ristare amorosamente attorno a quell'apparso miracolo e di tentarlo in più punti, assorto a risentirne i suoni, a risuscitarne le immagini; e nuove immagini se gli schiarivano nelle pupille spente e nuovi ritmi gli si modulavano nell'anima musicale, e timido gli uni e le altre accennava in confidenza lunga proponendone casto al sopraggiunto e non mai veduto amico. (...). - Belle senza dubbio le Odi barbare del Carducci restituite a' lor metri antichi, ond'eran mosse in nuova danza, quali avrebbe cantate Orazio su la propria lira. (...). - 'Bellissime' anzi, così 'concinne' come sono, fin dal '93 gliele aveva lodate compiacendosene grandemente il Carducci; e a meglio rassicurarlo pur gli volle soggiungere che anche al Gandino, giudice accorto e difficile, erano piaciute; poi, nel '900, pubblicando delle Odi la seconda edizione, le volle tra quell'altre insieme con le sue a grand'onore. Onde il Mazzoni, scaltro e fine se altri mai, ben gli poteva scrivere: "La stupenda poesia carducciana, fatta latina con tanta eleganza e fedeltà, sembra quasi recuperare la sua vera natura; ed è grande e utile piacere raffrontare quelle che tutt'e due possono sembrare forme originarie". Di quel suo genio altresì può render misura il modo com'egli non pur dall'Ariosto, dal Poliziano, dal Sacchetti, ma e dall'Alighieri e dal Petrarca e dal Tasso e da altri e dal Carducci deriva a volte immagini ed espressioni: le fonde e colora col resto in guisa che par le più volte un tutto suo, sbocciatogli in grazia lì per lì. (...). - Latinità egli aveva molta, come non pochi ebbero ed hanno in Romagna, principe fra gli altri il Pascoli, ed ora maestro l'Albini. (...). - Virgilio aveva nel cuore e su le labbra, agevole a ogni richiamo; familiarissimo Orazio, e dimestici Lucrezio, Ovidio, Tibullo, Properzio, Catullo, né ignoto Claudiano.(...)": EZIO CHIORBOLI.