Lettres de la Princesse Radziwill au Général de Robilant (1889-1914). Tome I (1889-1895) Fuori commercio
Marie Dorothea Elisabeth de Castell Radziwill

Lettres de la Princesse Radziwill au Général de Robilant (1889-1914). Tome I (1889-1895)

  • 1933
  • Note: In 8°. Tomo I, pp. VIII-292 con 4 tavole f. t., e Tomo II, pp. 350 con una tavola f. t., 1933; Tomo III, pp. 332 con 1 tavola f. t., e Tomo IV, pp. 346 con 1 tavola f. t., 1934. Nata a Parigi il 19 febbraio 1840, Marie-Dorothée-Élisabeth Radziwill, autrice di questa Corrispondenza, era figlia del marchese Henri de Castellane, e nipote del maresciallo dallo stesso nome. Sua madre, Pauline de Talleyrand-Périgord, figlia della duchessa di Dino, era la pronipote del grande Talleyrand. Essa sposò nel 1857 il principe Antonio Radziwill, nobile polacco di una antica casata lituana. Il ramo al quale apparteneva il principe Antonio s'era fissato da tempo a Berlino: la nonna del principe era la principessa Luisa di Prussia. È nel suo palazzo in Pariserplatz che lui e sua moglie trascorsero quasi tutta la loro vita. Posta nei primi ranghi dell'aristocrazia prussiana la principessa Radziwill fu strettamente legata con l'imperatrice Augusta, moglie di Guglielmo I. - I rapporti tra Guglielmo II e Bismarck, il processo Dreyfus visto da Berlino e commentato dalle lettere inedite del generale Galliflet, la Tavola Rotonda e il caso Eulenburg, la partenza del principe di Bulow, sono tra le pagine più interessanti di questa corrispondenza. - Il generale de Robilant -al quale sono dirette queste lettere- appartiene ad una vecchia famiglia della nobiltà piemontese. "È un quarto di secolo della vita d'Europa che ci passa davanti amabilmente. Ci par quasi di assistere ai convegni dei sovrani, alle conversazioni dei diplomatici, alle discussioni parlamentari, ai processi più celebri, a tutto quell'intrecciarsi d'informazioni interessanti, di osservazioni argute, che dà una così bella caratteristica ai salotti d'allora.": PAOLO ORSI. "La principessa, francese per nascita, tedesca per matrimonio, imparentata con la più alta aristocrazia dei grandi imperi ora scomparsi, ammessa nell'intimità delle grandi e piccole corti europee, era bene addentro in tutti i retroscena della politica aulica del tempo, e al suo amico italiano riferiva ampiamente notizie e impressioni, specie sulle corti tedesche ed austriache, schizzava profili gustosi di tutti i personaggi che comparivano in qualche modo alla ribalta.": G. A. ANDRIULLI. "Kaleidoskopartig wechseln die Bilder, die an uns voruberrollen und die durch die Persönlichkeit der für den Leser zu einer Einheit zusammengefügt werden. Die noch ausstehenden Beiden Bande versprechen viel Interessantes.": Dr. HANS FRAENKEL, «Deutsche AlIgemeine Zeitung». "Die ungeheure Fülle der offenen und versteckten Ereignisse, die diestreng katolische und streng konservative Verfasserin wahrend der schicksaIsschweren Geschichtsentwickelung bis zum Kriegsausbruch erlebt und vernimmt, reicht weit über die Grenzen der Berliner höfischen Vorgange hinaus. Die Furstin RadziwilI teilt dem Briefempfanger oft wörtlich die mannigfachen Botschaften mit, die sie aus Russland, aus Frankreich, aus Spanien erhalt. Aber im Mittelpunkt steht doch die Hauptstadt des neuen deutschen Kaiserreichs, das ihr in mehr als einer Beziehung fremd und unIiebenswürdig erscheint.": M. P. (MARIO PASSARGE), «Neue Freie Presse». "Wer aristokratischen Klatsch erwartet, wird von diesen Briefwechsel enttäuscht sein. Die Briefe der Prinzessin sind als wertvolle Quelle für ernste kulturgeschichtliche Forschungen zu betrachten": IWAN BRIEHL, «Prager Presse». "È qui la contessa Betka Potocki, figlia maggiore dell'Autrice, e mi sembra contentissima. Ha particolarmente lodato l'edizione. - L'Ambasciatore di Germania mi ha detto di avere letto un articolo notevole sul libro in un giornale di Berlino.": IRENE DI ROBILLANT, Roma, 15 marzo 1933. - "Nel IV volume vorremmo anche inserire la fotografia del salotto di Berlino, quello delle 'petites réunions' che mio Padre ricorda come quadro dell'ambiente cosmopolita a cui si devono le lettere.": id., 29 luglio 1933. - "L'ex ambasciatore Cambon deve scrivere un articolo a lavoro ultimato sulla «Revue des Deux Mondes», ed ho tanta paura che muoia prima che esca il IV volume, perché ha quasi 80 anni!": id., 30 dicembre 1933. "Ho visto con piacere che nel I volume delle interessanti lettere della Radziwill si è messo il piano, tradotto in francese, dell'edizione cavouriana. Pe' 'Copialettere' si è adottata la dizione, che certo non corrisponde alla cosa, 'Copie des lettres'. Amerei che venisse modificata o stampando addirittura in modo spicciativo "Les 'copialettere' di Cavour", oppure sostituendo la più precisa ma forse troppo lunga designazione "La correspondance officielle et réservée de Cavour d'après les Registres des Archives de l'État à Turin".": ALESSANDRO LUZIO. La Librairie Plon di Parigi chiede di pubblicare la traduzione francese (23 settembre 1932). «Revue des Deux Mondes», «Mercure de France», «Revue de Paris» chiedono l'autorizzazione di riprodurre brani di lettere (agosto-settembre 1932).