Le radiocomunicazioni a fascio Fuori commercio
Guglielmo Marconi Nobel

Le radiocomunicazioni a fascio

  • 1928
  • Note: In 8°, pp. 28, con tavole. Lezione tenuta il giorno 1 Settembre 1927 nella Regia Università italiana per stranieri di Perugia. "(...) Tutta la tecnica delle Radiocomunicazioni è ancora in uno stato di intensa evoluzione e di rapidissimo sviluppo. - Ma questa evoluzione e questo sviluppo cominciai ad intravedere fin da quando ancor giovanetto mi sentii affascinato dalle esperienze di Hertz che confermavano le ipotesi matematiche di Maxwell sulla teoria elettromagnetica della luce e che poi furono brillantemente proseguite dal nostro Grande Fisico Bolognese Augusto Righi. - Sin da allora ebbi l'idea, direi quasi l'intuizione che queste onde avrebbero potuto fornire all'umanità un nuovo e possente mezzo di comunicazione non solo attraverso i continenti e i mari, ma anche per le navi, con immensa diminuzione dei pericoli della navigazione e con l'abolizione dell'isolamento di chi attraversa gli oceani. - I risultati che presto ottenni a notevoli distanze furono, a mio parere, dovuti alla scoperta da me fatta nel 1895 dell'effetto delle cosidette 'antenne' od aerei elevati e collegati tanto agli apparecchi trasmettitori quanto a quelli ricevitori. - Ma il più grande impulso venne dato allo studio della Radiotelegrafia quando, nel 1901, potei effettuare le prime trasmissioni transatlantiche dall'Inghilterra all'America, quando scopersi che la curvatura della terra non era d'impedimento alla propagazione delle onde elettriche attraverso alle più grandi distanze. - Questa scoperta, della possibilità di sorpassare la curvatura terrestre, confermò pienamente le mie previsioni e fu di massima importanza per il proseguimento delle mie ricerche. - Fisici valenti avevano allora espresso l'opinione che la Telegrafia senza fili attraverso distanze di migliaia di chilometri non sarebbe mai stata possibile e non avrebbe rappresentato che il sogno di un visionario perché, secondo essi, la curvatura della terra avrebbe inesorabilmente impedito le comunicazioni a distanze superiori a poche diecine di chilometri nello stesso modo che una sorgente di luce per quanto mai intensa non può essere veduta quando essa è tanto lontana da trovarsi al disotto dell'orizzonte. (...). - Sono convinto che quanto ho avuto l'onore di esporre sarà ben presto sorpassato da chi persisterà nell'ansioso intento di carpire nuovi segreti alla Natura la quale, spesso, capovolge tutte le leggi e tutte le teorie che le nostre imperfette cognizioni ci suggeriscono. - Concludo, ripetendo che io ho solo desiderato esporre dei fatti compiuti, accennando ad importanti fenomeni constatati nella trasmissione dell'energia elettrica attorno al Globo. - Incoraggio gli studiosi di questa Regia Università a perseverare sempre nel campo sperimentale ed a ricordarsi della massima di Galileo: "Provare e riprovare".": GUGLIELMO MARCONI.