LE DOTTRINE DI DEMOCRITO D'ABDERA Fuori commercio
Federigo Enriques Manlio Mazziotti

LE DOTTRINE DI DEMOCRITO D'ABDERA

Testi e commenti. Prefazione del prof. G. Castelnuovo

Prima edizione

  • 1948
  • Note: Contiene: "Prefazione - Introduzione - Avvertenza I. Vite di Leucippo e di Democrito II. Costituzione della materia III. II principio d'inerzia e la spiegazione cinetica del mondo IV. Forma e posizione della Terra V. Astronomia VI. Determinismo VII. Logica e teoria della conoscenza VIII. L'anima e il problema religioso IX. Analisi delle sensazioni X. Contributi alle scienze speciali: Geometria XI. Fisica, Geografia, Meteorologia XII. Biologia XIII. Linguaggio e critica poetica XIV. Etica XV. Opere di Democrito - Bibliografia - Indici di confronto della collocazione dei testi nel Vorsokratiker e nel presente volume". "Federigo Enriques, scomparso nel giugno del 1946 fra l'unanime rimpianto, ha lasciato, quasi a testimonianza del suo spirito universale e profondo, due manoscritti fortunatamente compiuti: un trattato sulla teoria delle superficie algebriche, del quale gli ultimi e devoti discepoli Pompilj e Franchetta sorvegliano ora la stampa, e l'opera su Democrito che vede oggi la luce, curata dal valente collaboratore dott. Manlio Mazziotti. - A quest'opera, redatta negli ultimi tempi, l'Enriques pensava da oltre quindici anni, dal giorno in cui l'interesse per le origini della scienza lo portava allo studio delle scuole filosofiche dell'antica Grecia. La grande figura del filosofo di Abdera attrasse subito la sua attenzione, sia perché egli sentiva con lui una maggiore affinità di pensiero che con gli altri filosofi dell'epoca, sia perché egli vedeva in Democrito il fondatore e precursore di quella scuola razionalista che, risorta nel Rinascimento, con Galileo, Descartes e Newton doveva dare l'impulso al mirabile sviluppo della scienza moderna. - Nelle frequenti conversazioni che avemmo insieme negli ultimi anni della sua vita, egli mi parlava spesso di Democrito e dell'infausta sorte che lo colpì e ne velò ai posteri la grandezza. Nessuna opera è arrivata a noi, salvo scarsi e incompleti frammenti; le testimonianze e i giudizi su di lui, provenienti spesso da filosofi di scuole avverse, si possono presumere in buona parte inesatti o tendenziosi. Tutte queste circostanze venivano ad oscurare e impiccolire una personalità che l'Enriques stimava non inferiore a quella dei maggiori filosofi della Grecia. Egli sentiva quasi il dovere di tentare una riabilitazione del matematico-filosofo di Abdera, che mettesse in luce tutta la profondità e l'ampiezza delle sue vedute, mediante una nuova interpretazione ed un commento dei frammenti rimasti, del materiale dossografico e dei giudizi dovuti ai contemporanei e ai successori di Democrito. (...)": GUIDO CASTELNUOVO.