LA FISICA DI BERKELEY. 1: MECCANICA Fuori commercio
Charles Kittel Walter D Knight Malvin A Ruderman

LA FISICA DI BERKELEY. 1: MECCANICA

Prima edizione

  • 1970
  • Note: "Per la preparazione di questo corso la Educational Services Incorporated è stata sovvenzionata dalla National Science Foundation." Grafica di Albe Steiner. Presentazione di C. Kerr. Prefazione a "La Fisica di Berkeley". Prefazione degli Autori al volume "Meccanica". Rilegato e in brossura. "Dal 1961, quando nacque l'idea di progettare un corso nuovo di fisica a livello universitario, a tutt'oggi, un folto gruppo di fisici, che lavorano nei campi più attuali della ricerca, si è impegnato nella sua realizzazione. È forse proprio per la loro esperienza di ricercatori che questi uomini hanno avvertito la necessità di fornire a chi inizia lo studio della fisica le basi della conoscenza raggiunta in questo campo, introducendo le idee fondamentali, sia della relatività speciale che della meccanica quantistica e statistica, con lo spirito con cui se ne fa uso nella ricerca d'avanguardia. I complementi, i problemi, i numerosi esempi, tutti di interesse attuale, impegnano lo studente ad approfondire, ampliare e fissare gli argomenti trattati, apprendendo metodi di lavoro e acquistando la mentalità con cui il fisico utilizza quel potente mezzo che è la matematica. Il corso trova il suo completamento in un laboratorio antitradizionale che, utilizzando una strumentazione che si sviluppa via via attorno all'oscilloscopio, inizia con l'analisi del moto di particelle cariche in campi elettrici e magnetici per sfociare in esperienze di fisica quantistica e statistica, intese a evidenziarne la correlazione. L'opera si articola in 5 volumi: 1. Meccanica 2. Elettricità e magnetismo 3. Onde e oscillazioni 4. Fisica quantistica." Da «Zanichelli Scuola» n. 43, novembre 1970. "(...) Massima fedeltà al testo, ma in forma il più possibile italiana (che vuol dire: comprensibile agli studenti italiani con la minima fatica di interpretazione letterale). Questo significa anche la massima libertà di allontanarsi dalle strutture linguistiche e sintattiche dell'inglese per sostituirvi le strutture dell'italiano che più fedelmente vi corrispondono. Questo, almeno nell'intenzione, è il senso dei nostri rilievi. Non saremmo d'accordo però su una libertà intesa come intervento nel testo: non si dovrebbe eliminare o aggiungere nulla, nemmeno quando si crede sinceramente di migliorare con questo l'esposizione. Semmai dove si ritenesse necessaria qualche aggiunta come chiarimento dovuto alle differenze tra l'ambiente italiano e quello originario americano si può fare una 'nota del traduttore'. Questa va fatta non tra parentesi nel testo, ma a piè di pagina seguita dalla sigla (NdT). Un tipo di variazione che riteniamo invece legittimo e doveroso è la conversione delle unità di misura inglesi in unità metriche decimali: ma forse in un libro di fisica sono già usate dappertutto le unità metriche decimali. (...) Qualche altra variazione che a volte è legittimo fare riguarda gli esempi: dove fossero citati, a chiarimento di considerazioni teoriche, degli esempi pratici che sono familiari in ambiente americano, ma non lo sono per noi (in altri casi abbiamo visto per esempio citare particolari del giuoco del baseball che da noi è scarsamente conosciuto), converrà sostituirli con analoghi esempi familiari agli italiani. Ma questo è un tipo di libertà che si accorda con l'esigenza della fedeltà del testo. Secondo noi questa fedeltà dovrebbe preoccuparsi anche di conservare le sfumature stilistiche: p.es., se l'autore in un punto usa parole non tecniche, la traduzione deve usare corrispondenti parole italiane non tecniche; se il testo è spiritoso, anche la traduzione deve essere spiritosa, ecc. Potrebbe capitare anche in testi di autori illustri (l'esperienza ci ha già fatto incontrare casi del genere) di incontrare sviste, veri e propri errori o passaggi che sembrano oscuri e insoddisfacenti. In questi casi è evidentemente legittimo cercare di migliorare e di solito questo fa piacere anche agli autori: la correttezza vuole però che si segnalino all'autore le nostre osservazioni e le proposte di variazione, attendendo la sua approvazione. Preghiamo perciò di segnalare a parte tutti i passi che a Loro risultassero sbagliati o non chiari o comunque da variare. Penseremo noi a discutere la cosa con l'autore. (...)" DELFINO INSOLERA, istruzioni per i traduttori del "Berkeley Physics Course", Bologna, 20 gennaio 1969. Revisione di: Fontana Lendinara Laura