Irma Gramatica Fuori commercio
Antonio Cervi

Irma Gramatica

Appunti biografici, con prefazione di Alfredo Oriani

  • 1900
  • Note: In 8°, pp. 68, con tavole f. t. Dedica: "A Eleonora Duse, gloria nostra". "Caro Cervi, la mia opinione sopra Irma Grammatica? Eccola: la giovane e celebre attrice non ha ancora una maniera e, probabilmente, non l'avrà mai. - Per te, per me, nessun elogio suo migliore di questo, mentre imperversano ancora le imitazioni e le falsificazioni di un'altra attrice consacrata dalla gloria all'impero del teatro. Non voglio e non posso qui ripetere le mie idee sull'arte drammatica, sui drammi che il pubblico ricusa, sulle commedie che accetta, sulle indefinibili scempiaggini che predilige, e premia con una prodigalità senza scusa e senza riparo. (...). - La prima volta che la vidi, nella compagnia del più illustre ed originale fra i nostri attori, era una ignota: secca, pallida, più solitaria che sola, cogli occhi neri pieni di tenebre, il sorriso stanco ed ironico, la pelle ombrata da un lividore senza nome, la personcina alta e snella, che aveva ondulazioni di canna e rigidezze di stelo. Ma intorno alla scarna asprezza dei suoi contorni una strana, morbida seduzione pareva vaporare come uno di quei profumi, che turbano prima ancora di essere avvertiti: la sua voce aveva la stessa torbidezza degli occhi, nei quali la luce era un balenio senza fiamme: la sua dizione passava quasi inosservata nella negligente disinvoltura della ingenuità, insino a che uno scoppio di passione, un urlo di collera, un fremito di ribrezzo, uno spasimo di speranza, un singhiozzo di dolore non la rompessero come un cristallo. - Allora un'altra donna appariva subitamente: i suoi occhi si aprivano illuminandole il volto di un chiarore che rivelava un'altra fisionomia: dalla sua voce salivano accenti imprevedibili e per lungo tempo indimenticabili: la sua figura sottile e piatta, quasi di vergine bizantina, si mutava fingendo nell'impeto delle movenze agli occhi di tutti, quella forma e quella bellezza, della quale non sappiamo fare a meno nello spettacolo della passione. (...). - Irma ha del sangue magiaro nelle vene, e talvolta qualche cosa di zingaresco nei moti: guardatela fra i sopraccigli quando minaccia cogli occhi neri e profondi, dentro i quali pare allargarsi una notte: ricordatevi la violenza crudele di certi sorrisi colle labbra riarse e i denti lucidi come il salgemma, l'abbandono di alcune pose languide, nelle quali il suo corpo diventa quasi un cencio, o l'impassibilità lapidea di altri atteggiamenti superbi. (...)": ALFREDO ORIANI, Casolavalsenio, 23 aprile 1900.