Il nostro Carducci Fuori commercio
Manara Valgimigli

Il nostro Carducci

Maestri e scolari della scuola bolognese

  • 1935
  • Note: In 8° piccolo, pp. 122. Contiene: "Il nostro Carducci - Francesco Acri - Adolfo Gandiglio - Annibale Beggi - La strada, la bisaccia e la pipa (e anche Giosué Carducci). - Nota". "Nei giorni scorsi sono stato con Manara Valgimigli che pensa a un volumetto carducciano da pubblicarsi quest'anno. So che ci sono cose molto buone. - Un libretto che sarebbe bene portar via al Carabba (che non ha saputo farne nessun uso) è quello di Albertazzi: "Carducci in professione di uomo".": PIETRO PANCRAZI a EZIO DELLA MONICA, 10 maggio 1935. "So ch'Ella sta pensando ad un volume carducciano. Mi permetto perciò di ricordarLe quanto già Le dissi ultimamente a Bologna: la Casa Zanichelli si reputerebbe fortunata di concludere con Lei qualche pubblicazione. Non mi dimentichi dunque, e pensi che l'editore tradizionale di cose carducciane è sempre stato ed è la Zanichelli.": EZIO DELLA MONICA a MANARA VALGIMIGLI, 13 maggio 1935. "Caro della Monica, e allora vediamo: il volumetto dovrebbe contenere: 1) "il nostro Carducci" (cioè di me e dei miei compagni di scuola), che è la diceria detta giorni sono a Pisa e a Messina, e che sarà pubblicata, credo, nel «Pan» di luglio; 2) "ricordo di Adolfo Gandiglio" (pubblicato da «Pègaso»); 3) "Francesco Acri" (pubblicato da «Pan»); 4) "La bisaccia, la pipa e la strada -e anche Giosué Carducci-", che sono ricordi di Carducci a Caprile e su l'Alpi, pubblicato da «Pègaso»; 5) un saggio sul Carducci filologo, che devo scrivere per incarico di Federzoni e che uscirà nella «Nuova Antologia», credo, di agosto; 6) qui ci è un problema. lo ho un gruppetto di lettere inedite del Carducci alla signora Adele Bergamini: sono lettere curiose, di cui due interessanti, una, che pare di primo getto della Saffica su Monte Mario, interessantissima. Io ne ho la copia. Gli originali dove saranno? Li avrà Sorbelli? Intanto, lei capisce, dovrei raffrontare gli originali. E poi, le posso pubblicare? O dovrei limitarmi a darne notizia, pubblicandone solo brani e citazioni? Di questo potremmo ragionare meglio a voce. Io verrei a Bologna, e farei vedere le lettere a Lei e a Sorbelli; ci intenderemo. Anche senza questo numero 6 il volumetto raggiungerebbe a un di presso le 100 pagine (in 16°), e sarebbe tutto di argomenti della scuola bolognese. E potrebbe aver titolo dal primo, "Il nostro Carducci", o altro che meglio si addica.": MANARA VALGIMIGLI a EZIO DELLA MONICA, Padova, 18 maggio 1935. "Avuti i libri. L'edizione mi piace assai. Devo dirle che quel stendardo (la bandiera tricolore) e quella parola ('Libertas') che piacque tanto al Carducci, piace tanto anche a me? (...) - Domani vo a Cesena per Serra.": id., 28 dicembre 1935. ""Il nostro Carducci", che costituisce la massima parte del volume omonimo, non è un saggio biografico, né un diretto esame dell'arte carducciana, ma l'omaggio devoto di un discepolo che sente con orgoglioso e commosso compiacimento vibrare ancora viva e feconda nel suo spirito e nel suo cuore la voce del Maestro e dell'uomo, al cui esempio egli ha cercato di regolare ogni atto della sua vita di cittadino, di docente e di scrittore. Non è però un discorso apologetico, come si potrebbe sospettare anche per la circostanza occasionale -il centenario della nascita del Poeta- che diede origine a quelle pagine, ma una calda rievocazione del Carducci nello svolgimento del suo magistero bolognese, che tanto profondamente incise nella formazione spirituale del Valgimigli.": GIUSEPPE FATINI, «Nuova Antologia», agosto, 1959.