IL LIMITE DELLA VITA Fuori commercio
Reinhold Messner

IL LIMITE DELLA VITA

Prima edizione

  • 1980
  • Note: "Si propone di inserire il volume, in traduzione, di Messner "Grentzbereich Todeszone" in una nuova collana formato 'Saggi', dal titolo "Idee di alpinismo", che possa raccogliere, oltre a quello di Messner, una serie di libri che non rientri nelle nostre grandi collane (autobiografie - un genere, prima ancora che una collana, morto -; descrizioni storico-enciclopediche di luoghi - es.Monte Rosa -; descrizioni alpinistiche di luoghi, di grande o piccolo formato). In positivo la collana dovrebbe riflettere le problematiche più vive dell'alpinismo di oggi e dare conto delle riflessioni più acute, in un momento di vera e propria rottura dell'alpinismo tradizionale. Si tratterà di evitare le polemiche vecchie, tipo Bollettino del CAI, e di avere come limite un numero di titoli annui minimo. Inoltre nella collana la parola dovrebbe essere data soltanto a protagonisti, non a cultori della materia. Titoli/Autori possibili dopo il Messner: - Gobetti "Speleologia" - antologia dei problemi dell'alpinismo americano, proposta da Gogna - forse recupero del libro propostoci a suo tempo da Gogna." FEDERICO ENRIQUES, appunto per il Comitato Direttivo, 5 febbraio 1980. "Dalle recensioni risulta che il tema principale del libro è l'esperienza della morte da parte dell'alpinista. È dunque un tentativo, come dice l'autore, di arrampicare non verso l'alto, bensì verso l'interiorità. Il testo comprende numerose testimonianze di alpinisti dell'Ottocento e del Novecento (fra gli altri Whymper, Lammer, Smythe, Desmaison, Bonatti) riguardo alle sensazioni che hanno provato nell'attimo-limite dell'incidente o nell'estremo esaurimento psicofisico dell'arrampicare in condizioni 'impossibili', 'con la morte a fianco'. Un altro aspetto importante contenuto in questo libro è la descrizione dell'esperienza del limite vissuta da Messner stesso: egli non è mai caduto in montagna, ma parte dal presupposto che l'esperienza di arrampicare in condizioni limite dal punto di vista psichico e fisico (per es. la sua discesa solitaria dal Nanga Parbat dopo la morte del fratello, oppure la salita di un 'ottomila' senza ossigeno, sempre ai confini con la perdita di coscienza) sia anch'essa esperienza dei confini fra la vita e la morte, assimilabile ai più 'spettacolari' attimi del precipitare. Dalle recensioni risulta che il discorso è svolto in chiave di esperienza personale, espressa quindi con le ingenuità (e probabilmente gli stereotipi) di questo tipo di letteratura, senza che vengano introdotte spiegazioni e analisi di carattere più scientifico. Messner è comunque relativista: "Per alcuni il limite sta in una passeggiata nelle Dolomiti, per altri nella zona di morte del Nanga Parbat". Una recensione in particolare mette in evidenza che il libro non è stato pubblicato da una casa editrice specializzata in letteratura di montagna (esso cerca evidentemente un pubblico anche diverso); e si tratta della stessa casa editrice che ha pubblicato opere di R.D. Laing, uno dei padri dell'Antipsichiatria. Questa nota (Der Bergsteiger, marzo 79) mette in relazione le forme esasperate di esperienza di Messner con le forme estreme di terapia e di analisi di Laing." LUCIANO MARISALDI, parere sul testo, s.d. (marzo 1979). Traduzione di: Antonioli Paola Ornella Revisione di: Gogna Alessandro Titolo originale dell'opera: Grentzbereich Todeszone Verlag Kiepenheuer & Witsch, Colonia, 1978