IL CONTE RUMFORD Fuori commercio
Sanborn Conner Brown

IL CONTE RUMFORD

Un avventuriero scienziato

Prima edizione

  • Collana: Biblioteca di Monografie Scientifiche
  • 1968
  • Note: "L'edizione originale di quest'opera fa parte della "Science Study Series" pubblicata dalla Anchor Books Doubleday & Co." Copertina di Paolo Sala. "Biblioteca di Monografie Scientifiche" collana diretta da Delfino Insolera. "È questa la biografia di una delle più affascinanti figure nella storia della scienza: Benjamin Thompson, nato in America, nel Massachusetts, nel 1753, all'epoca coloniale, e passato con una fortunosa carriera prima attraverso la rivoluzione americana, poi in Europa, nella più brillante società di Londra, di Parigi e di Monaco, insignito infine del titolo di Conte del Sacro Romano Impero e divenuto così il Conte Rumford. Instancabile ricercatore, sperimentatore e inventore, diede contributi importanti alla teoria del calore e all'ottica, senza trascurare invenzioni modeste ma utilissime, come caffettiere e caminetti razionali. Ha dunque un posto tra i fondatori della fisica moderna a fu anche una spia detestata dai patrioti della rivoluzione americana, un soldato di ventura, cinico arrivista, sfruttatore di poveri in ambigue case di beneficenza. Una vita romanzesca, assai diversa da quella che saremmo portati a considerare propria di uno scienziato, eppure ricca di suggestioni per chi vuole meditare sulla scienza e sulla personalità e la psicologia degli scienziati." Dalla quarta di copertina. "(...) Questo è un aspetto singolare della sua (Rumford), personalità: tutto ciò che tocca diventa scienza. Ognuno dei molti e svariati problemi in cui si è imbattuto nel corso della sua vita avventurosa è stato visto da lui come un problema scientifico e sottoposto all'indagine sperimentale, con incrollabile chiarezza e rigore di metodo: messo ordine nelle conoscenze esistenti, passa subito a osservazioni e misure originali e traduce quasi sempre i suoi risultati in geniali invenzioni. Ma non si ferma qui: con altrettanta chiarezza e immediatezza arriva al nocciolo teorico dell'argomento. Dal problema del riscaldamento e della cottura non ricava soltanto pentole e caffettiere, ma si inserisce nel cuore delle discussioni del tempo sulla natura del calore, sostenendo, contro la teoria del calorico, un punto di vista assai vicino a quello d'oggi, e giungendo alle soglie del Primo Principio della Termodinamica. Questa è una prima lezione che si può trarre dalla biografia scientifica del Conte Rumford: non ci sono problemi che hanno in partenza i connotati di 'Problemi Scientifici' e la scienza non deve limitarsi a prendere in considerazione gli argomenti che appaiono negli indici dei trattati accademici o nei programmi di studio definiti dall'etichetta di una cattedra. Anche di fronte ai quesiti più banali posti dalla vita pratica, la visione scientifica del mondo può dare risultati interessanti. (...) Di un altro tema di interesse attuale la biografia del Conte Rumford offre un modello da laboratorio: dei rapporti fra la scienza e il potere. Con la stessa lucidità e coerenza con cui di ogni problema da risolvere mise in luce l'aspetto scientifico, di ogni problema scientifico rese evidenti le implicazioni politiche. Non certo per interesse intellettuale o filosofico, ma semplicemente per l'ambizione di andare in fondo alle cose: l'impostazione scientifica della produzione dei tessuti lo portò immediatamente al conflitto con gli industriali tessili; lo sforzo per una urbanistica razionale lo portò, com'è naturale, al conflitto con gli speculatori edilizi; e anche un istituto per la divulgazione scientifica mostrò subito, nelle sue mani, il suo sottinteso politico, scontrandosi con i detentori di brevetti che volevano il segreto intorno alle invenzioni. Certo, un dubbio rimane: è probabile che il Conte Rumford avversasse la nascente industria privata e le istituzioni borghesi come i brevetti, non perché si poneva al di là di esse ma perché ne rimaneva al di qua: perché si sentiva più vicino ai monarchi assoluti e ai signori feudali che alla nuova classe in ascesa... Perché egli è stato dimenticato al punto che molti risultati importanti da lui intravvisti o raggiunti hanno dovuto essere riscoperti più tardi da altri? Come mai una biografia così ricca di avvenimenti interessanti è quasi ignorata? L'autore ne vede la ragione nella personalità umana del Conte, nel suo disprezzo per gli altri e nel suo comportamento amorale. Questo persuade poco. Probabilmente era antipatico, ma questo avrebbe un peso se si trattasse di combinare una gita o un lavoro con lui: non dovrebbe importare più molto dopo quasi due secoli. E poi, la storia è zeppa di personaggi non meno antipatici e senza scrupoli. Ci devono essere altre ragioni, e qui proveremo ad additarne due, che si riconducono poi a una sola: al modo in cui gli storici considerano la storia. Per la sua posizione indipendente, il Conte Rumford non ha titoli per entrare nella storia ufficiale, non essendo né un cortigiano delle classi dominanti né un eroe dei popoli oppressi: può essere dunque dimenticato da tutti. Ma questo forse non basterebbe: un personaggio in questo a lui affine, che egli conobbe, Talleyrand, ha nella storia un rilievo ben maggiore. Entra qui una seconda considerazione: Talleyrand si muove nella storia diplomatico-militare, che è consueta agli storici; Rumford, invece, ha il suo posto soprattutto nella storia della scienza. Peggio ancora, si muove su una sottile linea di confine tra la grande scienza e i piccoli problemi d'ogni giorno, territorio poco apprezzato dagli storici. Ecco ancora una lezione di questa biografia: la storia delle umili invenzioni e degli oggetti d'uso quotidiano, come le pentole e i caminetti, è ancora da fare e rivelerebbe connessioni profonde e illuminanti con le grandi idee e i grandi avvenimenti. Qui il nostro personaggio siede tra i maestri. Il Conte Rumford verrà in primo piano alla ribalta della storia quando si capirà che la storia della caffettiera è più importante di quella della diplomazia asburgica." Dalla recensione di Delfino Insolera in «Sapere» n. XX del Settembre 1968, riportata in «Zanichelli Scuola» n. 36, novembre 1968. Traduzione di: Laura Felici Titolo originale dell'opera: Count Rumford Anchor Books Doubleday & Co., Garden City, New York, 1962