FISICA Fuori commercio
Enrico Fermi Nobel Enrico Persico

FISICA

per istituti tecnici commerciali

Prima edizione

  • 1940
  • Note: Dal 1938 Fermi aveva ormai lasciato l'Italia: un allontanamento dovuto a sofferti motivi politico-razziali, di cui fa il resoconto un altro grande fisico italiano, Emilio Segrè, collega e amico personale di Fermi. "Per Fermi la goccia che fece traboccare il vaso fu la promulgazione in Italia delle leggi razziali che colpivano direttamente la sua famiglia perché sua moglie era ebrea (...) Fermi avrebbe potuto ottenere, almeno temporaneamente, una favorevole discriminazione, ma era chiaro che una volta avviati su quella strada era solo questione di tempo prima che la situazione divenisse del tutto intollerabile. Per di più il senso di giustizia e di onestà di Fermi si ribellava a una politica che rivela una fatale degenerazione della civiltà italiana. Decise quindi di lasciare l'Italia. Già in passato aveva ricevuto, in varie occasioni, lusinghiere offerte di cattedre universitarie all'estero. (...) Quando Fermi aveva deciso qualcosa non ritornava mai sulle decisioni prese. Questa volta comunicò ad alcuni amici intimi, come Amaldi e Rasetti, che stava per emigrare per sempre, ma non mise in discussione la propria scelta. (...) Durante l'estate del 1938 Fermi ricevette anche una comunicazione riservata da Bohr che gli diceva che era probabile che in autunno avrebbe ricevuto il premio Nobel e voleva sapere se ciò lo avrebbe posto in difficoltà, dato che vari precedenti tedeschi potevano fare pensare a ostacoli da parte del governo italiano. Il premio Nobel non era una sorpresa perché Fermi poteva ben aspettarselo, ma l'anno preciso in cui gli sarebbe stato conferito era un'incognita. (...) La comunicazione fece modificare un po' i piani di emigrazione di Fermi, che decise di proseguire direttamente da Stoccolma a New York senza ritornare in Italia per evitare qualunque difficoltà. Con questo programma in mente gli conveniva annunciare subito che sarebbe andato per una visita alla Columbia University. Se non volevano essere particolarmente zelanti, le autorità italiane non avrebbero visto nulla di eccezionale in una richiesta del genere, dato che Fermi aveva già fatto ripetutamente viaggi simili e quindi avrebbero dovuto dare il nulla osta senza difficoltà. Dalla Columbia ottenne un invito per sette mesi che richiedeva da parte delle autorità americane la concessione di un visto di immigrazione invece del solito visto turistico, e lo ottenne grazie al famoso articolo 4d della legge di immigrazione allora vigente che permetteva ai professori di entrare fuori quota. Il 10 novembre 1938 Fermi ricevette l'annuncio telefonico del conferimento del premio Nobel che poi fu subito comunicato alla stampa. (...) Le settimane tra l'annuncio del premio e la partenza dall'Italia furono occupate dai preparativi per il viaggio e rattristate dalla consapevolezza che la partenza sarebbe stata definitiva e dal precipitare della situazione politica, su cui incombeva l'ombra dell'invasione nazista della Cecoslovacchia e del successivo convegno di Monaco. Il 6 dicembre la famiglia Fermi - Enrico, Laura i due bambini Nella e Giulio e una donna di servizio - presero il treno a Roma (...) A Stoccolma Fermi fu onorato secondo le cerimonie tradizionali del premio Nobel e ricevette la medaglia e il diploma da re Gustavo V (...) Dopo le cerimonie svedesi Fermi trascorse alcuni giorni a Copenaghen dove fu cordialmente ricevuto da Bohr e dalla sua famiglia e il 24 dicembre 1938 salpò da Southampton, col 'Franconia', diretto a New York. (...) I Fermi sbarcarono a New York il 2 gennaio 1939 e Fermi disse a sua moglie -mi pare di vedere anche il sui sorrisetto ironico- : "Abbiamo fondato il ramo americano della famiglia Fermi". " Da EMILIO SEGRÈ, "Enrico Fermi, fisico", Zanichelli 1978.