Note:
"(...) Comprendere la geometria non vuol dire accettare i teoremi e ripeterne la dimostrazione passivamente; bensì ricrearne da sé e per sé la scoperta. A chi osservi una figura e rifletta sulle sue proprietà, comunque riconosciute con l'intuizione o col ragionamento, accade spesso di essere condotto a supporre proprietà meno evidenti di essa; così appunto vengono suggerite delle domande (problemi) e segnata la via per ottenere la risposta (risoluzione).
Con lo studio dei problemi, e specialmente di quelli che vengono proposti come esercizi, opportunamente graduati, riuscirà l'allievo ad educare in maniera attiva la sua intelligenza geometrica.
L'attività della mente è richiesta fin dai primi studi, per fortificare insieme i poteri intuitivi e le facoltà di raziocinio. Invece non è opportuno per il principiante insistere sulle distinzioni circa il modo come le proposizioni sono acquisite: le indicazioni di tal natura (postulati, teoremi) varranno per lo studente più maturo che ritorni sulla materia, a riflettere intorno all'ordinamento della scienza. Ne consegue la massima semplicità ed economia di questa trattazione, che abbiamo lavorato a perfezionare (provando anche diverse vie) nelle successive edizioni del nostro libro.
Queste brevi note varranno ad orientare lo studioso che ami comprendere l'insegnamento ricevuto, non come un sistema immobile e chiuso in sé, ma piuttosto come un momento dello sviluppo secolare della scienza geometrica." FEDERIGO ENRIQUES e UGO AMALDI, dall'Introduzione.