Delle torri gentilizie di Bologna e delle famiglie alle quali prima appartennero Fuori commercio
Giovanni Gozzadini

Delle torri gentilizie di Bologna e delle famiglie alle quali prima appartennero

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  • 1875
  • Note: In 8° grande, pp. 780, con incisioni in legno intercalate nel testo. Edizione di 300 esemplari. In appendice: "Misura della grossezza massima dei muri di cinquantatre torri in ordine progressivo e delle corrispondente larghezza massima delle torri. Misura della larghezza massima di cinquantadue torri in ordine progressivo e della corrispondente grossezza massima dei loro muri. Strade e luoghi in cui sono o furono le centonovantatre torri indicate in questo volume". Prima opera di carattere d'erudizione bolognese stampata da Zanichelli. Vi è un'affettuosa dedica di Nicola Zanichelli alla città di Bologna: "All'inclita Città di Bologna questa opera testimonia dell'antica sua grandezza e degli osservabili studi d'un suo moderno e illustre patrizio intitola ed offre candidamente l'editore tipografo Nicola Zanichelli lieto di contribuire con I'arte propria alla gloria della nuova e diletta sua patria". "Le torri gentilizie che superando secolari vicende s'ergono tuttavia baldanzose in Bologna, son proprie segnatamente d'un'epoca e materialmente la rappresentano meglio d'ogni altro edificio. È l'epoca che comprende i secoli XII e XIII, nella quale si compie un grande rivolgimento delle sorti d'Italia. Imperocché Bologna e cento città sorelle si sottrassero al giogo, già scosso, di coloro che avevan razzolato i frantumi dell'impero romano e si costituirono autonomicamente in comuni o repubbliche. Quindi proprie leggi, proprii maestrati elettivi, proprie milizie; ed alleanze e guerre, e paci come a' liberi stati s'addice": GIOVANNI GOZZADINI. "Ill.mo signor Conte, L'opera sua, dottissima, e nobilmente scritta, rileggendola anche dopo i tanti verbali, mi piace mi diletta mi istruisce più che mai. E sento il debito di ringraziarLa del prezioso volume, bello anche per le cure tipografiche del Zanichelli, di che Ella ha voluto farmi grazioso dono. Questo volume, oltre il profitto, starà fra i miei libri, dolce ricordo delle ore men tristi (che che voglia crederne la modestia di Lei) nelle quali obliavo quel che v'è di stridente nella mia vita raccogliendo dietro i Suoi passi le memorie del tempo antico e della vecchia e gloriosa Bologna". GIOSUE CARDUCCI a GIOVANNI GOZZADINI (12 nov. 1874). Al dotto lavoro il Gozzadini ebbe aiuto dalla sua degna consorte, Maria Teresa Gozzadini. "All'ombra dei grandi cipressi piantati forse da Loderingo o da Catalano, leggeva, eleggeva, trascriveva documenti e cronache in aiuto alla storia che il marito andava componendo delle torri gentilizie di Bologna": GIOSUE CARDUCCI. "Il Conte Giovanni Gozzadini può scrivere la storia del suo paese senza uscire di casa sua. La sua famiglia, dal mille in qua, è una delle più illustri d'Italia, e pochi sono gli avvenimenti ai quali il Gozzadini non si trovi mescolato. Milano ebbe un Benno de' Gozzadini a podestà, come un ramo della famiglia trapiantato in Oriente ebbe per tre secoli la signoria di parecchie isole. Guerrieri, giureconsulti, magistrati, diplomatici, banchieri, cardinali, c'è di tutto in questa famiglia; persino la tradizione poetica di Betisia che nel secolo XIII avrebbe insegnato legge nello Studio, col viso velato per non distrarre gli scolari con la splendida bellezza". OLINDO GUERRINI.