Daniele Manin e la rivoluzione veneziana del 1848 Fuori commercio
George Macaulay Trevelyan

Daniele Manin e la rivoluzione veneziana del 1848

con prefazione di Pietro Orsi. Traduzione di Piero Sandro Orsi

  • 1926
  • Note: In 8°, pp. XXII-312, con illustrazioni. In frontespizio e copertina: Giorgio Macaulay Trevelian. Dedica: "A L.H. Clapham". "La storia narrata in questo volume per i lettori inglesi è stata oggetto di profonde ricerche compiute per più di mezzo secolo negli Archivi di Venezia da parte di sagaci e pazienti studiosi quali l'Errera, il Fulin, Vincenzo Marchesi e molti altri. Certo nessuno può dire che Venezia abbia negletto i documenti in cui sta raccolta la sua grande epoca. Eppure io sento che v'ha del posto anche per questo libro, se non altro tra i miei compatrioti, dal momento che la grande opera che Mr. Horatio Brown ha compilato su Venezia si arresta proprio sul limitare del secolo XIX. Vi è poi un altro italiano al quale io debbo profonda riconoscenza per avermi egli dato modo di trovare nel mio stesso Paese buona parte delle pubblicazioni di cui abbisognavo: Antonio Panizzi. Esiliato da Modena un centinaio d'anni fa come giovane Carbonaro, egli non soltanto ebbe principal parte nel sovvenir me e tutti i miei compatrioti colla Libreria del British Museum quale oggi noi la vediamo, ma riuscì anche ad accumulare colà -a mio futuro profitto- una collezione di libri ed opuscoli riguardanti il Risorgimento, acquistandoli via via ch'essi uscivano durante i trent'anni di mezzo dell'ultimo secolo. È questa una raccolta più bella di qualunque altra possa trovarsi in qualsiasi biblioteca pubblica d'Italia, perché in quel periodo gli acquisti da parte di enti pubblici di pubblicazioni a fondo patriottico non potevano effettuarsi in Italia che con grandi difficoltà. lo desidero, perciò, esprimere a Sir Antonio Panizzi e ai suoi successori il senso di gratitudine che ciascun Inglese, il quale si occupi del Risorgimento italiano, prova nell'attendere al suo lavoro in quello che è il più grande e il più ospitale di tutti i palazzi del sapere.": G.M. TREVELYAN, Berkhamsted, giugno 1923. Dalla Prefazione: "(...) Il Trevelyan ha col suo volume innalzato un grande monumento di onore a Manin. Pur facendo qualche riserva sopra alcune osservazioni di carattere generale esposte dall'autore nella prefazione e nel primo capitolo, non esito a dichiarare che il suo libro costituisce forse la più simpatica e calda storia della Venezia del '48, che si abbia insino ad oggi. Sebbene scritta da uno straniero essa è tutta pervasa da un vivo affetto per l'Italia, affetto che il Trevelyan aveva già dimostrato nei suoi libri precedenti. - Giorgio Macaulay TreveIyan era per circostanze di famiglia facilmente chiamato ad interessarsi delle cose d'Italia. Suo padre, sir George Otto Trevelyan (che è oggi un bel vecchio di 87 anni, ancora in buone condizioni di salute), è un entusiasta ammiratore di Garibaldi: nel 1867, quando era da poco deputato alla Camera dei Comuni, venne in Italia per partecipare alla spedizione organizzata da Garibaldi per la liberazione di Roma, ma arrivò quando le truppe garibaldine dopo la sconfitta di Mentana ripiegavano verso la frontiera del regno ed assistette al famoso arresto di Garibaldi alla stazione di Figline. Egli quindi parlò spesso delle gesta di Garibaldi ai figli suoi, fin da quando erano giovanetti. Oltre all'ammirazione per i grandi campioni del nostro Risorgimento egli comunicò ai suoi figli la passione per gli studi. Nipote del grande storico Macaulay (che non essendosi sposato collocò tutti i suoi affetti nei figli di sua sorella Anna, moglie di sir Carlo Trevelyan) fu un appassionato cultore di studi storici, scrisse una biografia dello zio ed altri libri di storia e di letteratura. - Il figlio Giorgio (nato nel 1876) studiò storia a Cambridge e vi insegnò anche per alcuni anni al Trinity College; ma dopo il 1902 concentrò tutta la sua attività nello scrivere libri, eccetto durante la guerra mondiale nella quale egli organizzò in Inghilterra e poi condusse al nostro fronte una sezione della Croce Rossa Britannica, fondendo così nell'animo suo in una patria sola le due nazioni; fu decorato sul campo dal nostro Re con una medaglia d'argento al valore militare. - Le opere principali di Giorgio Trevelyan riguardano la storia del nostro Risorgimento da lui studiata veramente con passione, perché il suo grande cuore crede nella giustizia e nel progresso dell'umanità. I tre volumi dedicati a Garibaldi ["Garibaldi e la difesa della Repubblica romana", Zanichelli, 1909; "Garibaldi e i Mille", ZanicheIli, 1910; "Garibaldi e la formazione d'Italia", Zanichelli, 1911] costituiscono uno studio amoroso e magistrale delle pagine più splendide della vita dell'Eroe. (...)": PIETRO ORSI. Traduzione di: Orsi Piero Sandro