CORSO DI GEOGRAFIA A CURA DI GIANNI SOFRI Fuori commercio
Carlo Ginzburg Delfino Insolera Roberto Finzi Lisa Foa Teresa Isenburg Gianni Sofri Penna d'oro Saverio Tutino Silvio Paolucci Penna d'oro

CORSO DI GEOGRAFIA A CURA DI GIANNI SOFRI

L'Italia

Prima edizione

  • 1976
  • Note: Volume 1: Ginzburg, "L'Italia" , Volume 2: Foa, Paolucci, Sofri, "L'Europa" , Volume 3: Finzi, Insolera, Isenburg, Sofri, Tutino, "I continenti extraeuropei" , Volume A: Insolera, "Problemi di geografia fisica" , Volume B: A. Ginzburg, C. Ginzburg, "Economia e società" , Guida . In allegato fascicolo "L'Italia: Proposte per un questionario" a cura di Alessandro Zanini di pp. 32, in B/N. "Non sappiamo se, in che misura, per quali aspetti, questo libro di geografia sia 'nuovo'. Non tanto perché, come l'esperienza editoriale insegna, è difficile valutare a priori pregi e novità di un'opera, quanto per il modo in cui il nostro libro è stato ideato e realizzato. Non siamo partiti dai libri esistenti, per fare qualcosa di meglio - ed in tal caso i termini di confronto sarebbero chiari - ma siamo partiti dai contenuti, dall'idea che, attraverso una serie di colloqui con docenti, ci eravamo fatta del come si studi la geografia, o, più precisamente, del come si vorrebbe utilizzare il tempo che nei programmi ministeriali viene assegnato alla geografia. La geografia, o meglio l'ora di geografia, ci è sembrata l'occasione per dare ai preadolescenti - non ad un astratto preadolescente ma ai ragazzi di questa scuola qui, in questi anni qui - una immagine chiara, articolata spazialmente, dell'organizzazione sociale dell'uomo sul nostro pianeta. Non a caso abbiamo parlato di 'ora di geografia' piuttosto che di 'geografia'. Nessuna delle tradizionali 'materie d'insegnamento' si presta infatti più di questa a rompere le tradizionali barriere tra le 'materie d'insegnamento'. Non è un caso che tra gli autori di questo libro ci siano, sì, dei geografi, ma anche storici, sociologi, economisti, giornalisti. 'Interdisciplinarità' è una parola troppo grossa, troppo abusata e troppo teorizzata per usarla qui, per un libro di scuola. Ma è indubbio che della nostra idea di un diverso libro di geografia era parte integrante la ricerca di un rapporto tra esperienze diverse e non unilaterali. Riteniamo anche che solo con un tentativo di questo tipo si possa tendere a superare l'assurdo antagonismo fra geografia-scienza della Terra e geografia 'antropica': perché la terra così come oggi ci appare è il risultato non solo del lavoro millenario di forze naturali, ma anche di quello secolare degli uomini uniti in società: e gli uomini, così come oggi ci appaiono, sono il risultato di un processo svoltosi all'interno di quadri ambientali definiti. Scienza dalle molte occasioni, quindi, la geografia: e questo libro vuol essere un invito a non perderle. Che significa, in altre parole, un invito e insieme un aiuto al ragazzo perché possa aprirsi ai problemi reali di un mondo reale e non fittizio, non nascosto dietro l'oleografia delle cartoline o la tranquillità illusoria delle statistiche. Non abbiamo voluto fornire alla scuola un libro di geografia che fosse in realtà una guida turistica, né un repertorio di nomi e di cifre (e neppure le due cose insieme). Al contrario, avevamo in mente una geografia che non si limitasse a registrare l'aspetto più superficiale, più immediatamente visibile delle varie parti del nostro pianeta, ma che tentasse di spiegare perché esse hanno quell'aspetto. Ma anche una geografia che cercasse di rispondere a questi perché non cercandoli solo nella natura del suolo o nella quantità delle piogge, nel peso delle tradizioni o nei rapporti sociali, nelle statistiche sulla produzione o nella struttura delle città: ma, piuttosto, in tutte queste (e altre) cose insieme. È un concetto diverso e più ampio rispetto alla geografia nella sua accezione consueta: il fatto è che i confini della geografia a livello accademico sono delineati dall'esistenza di altre discipline - economia politica, sociologia, urbanistica - non presenti nella scuola media. I! libro non è quindi 'riduzione' di libri O trattati per più elevati livelli di istruzione, ma costruzione autonoma attorno e sopra una serie di problemi. Particolarmente nel terzo volume abbiamo lasciato ampio spazio alla storia dei diversi paesi, vista però nelle 'costanti' delle diverse culture più che negli 'eventi' (nomi e date, come si vedrà, scarseggiano), vista, inoltre, nel suo rapporto con i condizionamenti ambientali. Abbiamo ritenuto che ciò fosse utile anche per ovviare al persistente 'eurocentrismo' nell'insegnamento della storia nella nostra scuola, e per venire incontro a un'opposta richiesta, sempre più viva tra gli insegnanti. Questa concezione del libro ci ha ovviamente guidato nella scelta degli autori (ché il libro, sia pure amalgamato in sede redazionale, è scritto da autori, che hanno il loro stile, i loro gusti, le loro idee). Ci siamo rivolti a studiosi in grado di rispondere alle nostre esigenze, e che avessero, possibilmente, una conoscenza diretta dei luoghi descritti. Quest'ultimo fatto ci è sembrato molto importante. Non c'è forse libro di geografia peggiore di quello che costringe il suo lettore, il giorno in cui gli capiti di visitare un paese di cui ha studiato la 'geografia', di esclamare: "Credevo fosse tutt'altra cosa!". Non abbiamo però inseguito gli altri mass-media in una descrizione pettegola, folcloristica o turistica: si tratta di un terreno su cui il libro per la scuola è vinto in partenza: proprio il fatto che quasi mensilmente la televisione ci informi su quanti tipi di rossetto sia possibile trovare in un grande magazzino di una capitale asiatica ci ha indotto a scavare più in profondità. Il libro non contiene questionari, ricerche attive o altri gadget pedagogici: pensiamo sia giusto far credito ai docenti di porre le domande più aderenti alla realtà della classe. Solo da queste domande, non da un'astratta progettazione 'a tavolino', potrà eventualmente emergere, a libro sperimentato, una Guida per l'insegnante. Il materiale ciclostilato del primo volume è stato utilizzato, per valutarne preventivamente l'efficacia didattica, in sedici classi di scuola media, scelte in maniera da rappresentare situazioni sociologiche e ambientali diversificate. Da questa sperimentazione è derivata una riscrittura di tutti i capitoli sulle regioni italiane e l'idea di separare dal 'corpus' delle regioni un fascicolo dedicato alla geografia fisica (vol. A) ed uno agli aspetti politico-economici generali (vol. B). Nella riscrittura, oltre a preziose indicazioni di contenuto, si è tenuto conto di indicazioni di stile, tanto sul piano lessicale che su quello sintattico. Sul piano lessicale si sono evitate il più possibile le parole astratte, specie quando posseggono anche un equivalente concreto più vicino alle conoscenze del ragazzo (es. 'modello', 'disegno' nel senso di 'progetto', ecc.) e si sono usati con parsimonia gli avverbi in -mente di uso non comune; sul piano sintattico si è cercato, senza impoverire troppo il tono, di usare la costruzione paratattica o le subordinazioni più semplici, evitando ad esempio le doppie negazioni e le costruzioni impersonali. La pubblicazione separata dei due fascicoli A e B, lungi dal costituire un ossequio alla moda del 'diverso-dal-manuale', riflette una maggiore complessità obiettiva della materia in essi trattata, che può quindi utilmente essere affrontata anche in anni successivi al primo, quando il ragazzo ha acquisito maggiori strumenti concettuali e linguistici. Il volume 1 inizia con la presentazione visiva, e quindi linguisticamente immediata, di una serie di 'problemi geografici', introdotti attraverso 'contrasti di immagini'. I vari capitoli sono divisi in tre parti: - una prima sezione contiene delle statistiche essenziali, ma tali da porre in luce la realtà sociale della regione, anche in relazione all'insieme del territorio nazionale; - la descrizione vera e propria; - una serie di schede che approfondiscono problemi generali, ma che trovano nella regione in cui sono collocate un aggancio concreto. Quest'opera si inserisce nell'ambito di un vasto programma di pubblicazioni, in gran parte già realizzato, nel campo delle scienze umane, delle scienze della Terra e della cartografia. Il vasto impegno redazionale, sempre rispettoso dell'individualità del contributo degli autori, ed evidenziato nell'elenco dei collaboratori, riflette quindi una competenza specifica, non meramente tecnico-editoriale, che si è affinata su un vasto arco di pubblicazioni che fanno oggi, della Zanichelli, anche una casa editrice specializzata nella geografia." Dalla Nota dell'Editore. "Geografia. Poi arrivarono certe geografie Zanichelli e cominciarono a spiegare tutto Non ho ancora letto sui quotidiani l'inchiesta annuale sul caroscuola, i libri troppo costosi eccetera. E nemmeno quella sui libri troppo pesanti. Ma dev'essere questione di giorni. A scopo preventivo, sono andato a vedere cosa si trova su eBay. Ci sono alcuni quaderni Pigna degli anni ottanta come nuovi, ma non hanno già più il foglio di carta assorbente sul frontespizio. E una grammatica del Pittano, piuttosto consumata. Invece sono tentato da una geografia Loescher (anche quella un po' sbocconcellata agli angoli), in ricordo di una memoria infantile e dei cambiamenti del mondo. I libri di geografia mi piacevano moltissimo: sembravano tutti uguali, ma in realtà certi erano fantastici e certi del tutto insulsi. Erano quelli che per ogni paese si limitavano a elencare "canne da zucchero", "artigianato" e "industrie siderurgiche". Che uno poi ci avrebbe messo altri dieci anni prima di scoprire cosa diavolo facesse un'industria siderurgica. O come funzionasse una "raffineria". Poi arrivarono certe geografie Zanichelli e cominciarono a spiegare tutto. Questa è ancora un po' arretrata, ma ve la portate via a quattro euro e forse ha ancora la Cecoslovacchia." LUCA SOFRI, «Internazionale» 605, 25 agosto 2005.