Cavour e l'inghilterra. Carteggio con V.E. D'Azeglio Fuori commercio
Camillo Cavour Vittorio Emanuele D'Azeglio

Cavour e l'inghilterra. Carteggio con V.E. D'Azeglio

Volume primo, Il Congresso di Parigi. A cura della Commissione editrice

  • 1933
  • Note: In 8°. Volume primo, pp. XVIII-480, con fac-simili. Volume secondo tomo I, pp. VI-352. Volume secondo tomo II, pp. VI-316. Questo Carteggio che, oltre le lettere scambiate con l'ambasciatore sardo, ne contiene di sovrani e di personalità del mondo politico inglese, ci dà talvolta visione della politica di Cavour verso l'Inghilterra. È il periodo decisivo in cui il ministro, contro il volere dei più, inizia quella politica internazionale, che tanto doveva giovare alla causa italiana, partecipando alla guerra di Crimea. Attraverso le lettere scambiate col D'Azeglio, possiamo seguire il lavoro del grande statista che delle amicizie inglesi e francesi fa potenti leve per la sua azione. Le difficoltà, le speranze, le ansie di questo periodo fortunoso fino ai successi delle armi sardo-piemontesi in Crimea, che -nonostante le mene dell'Austria- consentiranno al Cavour di seder da pari al Congresso di Parigi, si seguono attraverso le lettere del primo volume che ci mostra il tessitore in azione al tavolo della Pace. Ugualmente ostili alla spedizione s'eran mostrati conservatori e patrioti, per amor di tranquillità i primi, per principio gli altri. Mazzini gridava che il sangue si doveva versare per l'Italia e Cavour aveva dovuto combattere per attuare il suo piano; ma, se benpensanti e patrioti non intendevano, comprendeva l'umile fante che nelle trincee di Bala-Klava diceva al compagno: "Su questo fango si fa l'Italia". Il successo delle armi piemontesi alla Cernaia era la prima vittoria nazionale. Ma finita la guerra guerreggiata, incominciava la battaglia diplomatica. L'abile giuoco del Conte, che poté allora apparire sterile di risultati, vani essendo riusciti gli sforzi per ottenere acquisti territoriali, ma che riusciva a porre dinanzi all'Europa la questione italiana, si scorge nei suoi retroscena attraverso le lettere del volume, quadro fedele e vivo della meravigliosa attività cavouriana. "Dopo siffatte pubblicazioni, lo sviluppo della attività cavouriana nel campo internazionale nel periodo decisivo dall'intervento in Crimea fino alla proclamazione del Regno d'Italia, risulta nella luce più completa e bella.": P. S. "Queste lettere, chiavi d'oro in porte segrete, sono preziose per la storia della formazione dello Stato italiano, rivelatrici per la grande diplomazia di qualunque tempo.": Panfilo. "Questo corpus epistolare, che rispecchia tanta parte della storia nostra, con tanta ricchezza di particolari e di episodi atti a illuminare uomini, ambienti, situazioni, per la severità e precisione critica, per l'opportunità di ordine e del raggruppamento degli argomenti, che facilita la lettura e favorisce lo studio, ha un valore fondamentale.": Alfa. Le questioni riguardanti l'Italia, che il Congresso di Parigi aveva poste, ma non risolute, si trascineranno fra le contese diplomatiche internazionali, motivo esse stesse d'incidenti, non di rado, fino al momento in cui le fila, pazientemente tese da Cavour, si serrano e la guerra e le insurrezioni di popolo coronano i voti della nazione. Gli avvenimenti, visti in rapporto con la politica inglese, i loro effetti nel mondo britannico e le loro reazioni ci appaiono nelle lettere di questo volume, che permettono d'intendere e di valutare i diversi orientamenti della politica inglese a nostro riguardo. L'epistolario del Marliani, l'esule rivoluzionario che, grazie alla sua conoscenza degli uomini politici inglesi, poté portare in momenti difficili la viva voce del popolo italiano all'Inghilterra, e il carteggio coi coniugi Circourt, amici della causa italiana, che raccoglievano a Parigi nel loro salotto politico il fiore dell'intellettualità e della diplomazia, completano il quadro grandioso. "Poter rifare la storia di tale importantissimo periodo attraverso le lettere, quasi quotidiane e ben precise nel resoconto e nel giudizio degli avvenimenti, del principale degli attori, quale fu il Cavour, è cosa di sommo interesse per gli studiosi di discipline storiche, che hanno così di fronte ad essi una fonte di primo ordine.": CARLO GIGLIO.