Canzoni moderne Fuori commercio
Giovanni Marradi

Canzoni moderne

  • 1879
  • Note: In 16°, pp. 177 (+ 44 di catalogo di pubblicazioni elzeviriane). "Ricevo in questo momento una lettera del mio amico Severino Ferrari, il quale mi comunica le condizioni ch'Ella mi offrirebbe per la pubblicazione de' miei versi. Ora mi affretto a risponderle che per me sta tutto bene: ma sento il dovere di prevenirla che il mio volume, stampato con larghezza, credo non oltrepasserebbe le 120 pagine. Se Ella stima poterlo pubblicare così, ad ogni sua richiesta io Le spedirò il manoscritto, che è già pronto per la stampa. Se poi ha qualche difficoltà, mi parli pure con la stessa franchezza che ha usato col Ferrari. - Intanto la prego di credere al mio vivissimo desiderio di entrare in buone relazioni con Lei; e gradisca i sensi della stima profonda, ecc.": GIOVANNI MARRADI a NICOLA ZANICHELLI, Livorno, 25 settembre 1878. "Ieri sera appena, arrivato qui al mio paese trovai una lettera di Giovanni Marradi nella quale mi pregava di sentire se Lei fosse disposto a stampargli circa una quarantina di poesie in uno dei suoi elegantissimi volumetti Elzeviriani. (...). - Se Lei si vuole consigliare col Carducci o col Chiarini e scrivermi poi prestamente informandovi della sua deliberazione, le sarei tenutissimo": SEVERINO FERRARI a NICOLA ZANICHELLI, 19 novembre 1878. "Mio caro signor Marradi, Ella, a parer mio, ha molte parti buone d'artista, facilità di fantasmi, scorrevolezza di colorito, mobilità di sensazioni, onda e tenore di verseggiatura quasi sempre felice, correzione di forma, cioè di lingua e di stile, oggi rara. Tutt'insieme il suo è il libro di versi incomparabilmente migliore fra gli usciti in questi due ultimi anni. Quello che Le manca non Le voglio stare a dire io; ci pensi. Le dirò ciò che mi piace di più, che mi pare più suo e più nuovo, quei paesaggi umbri. Non so se Ella intende continuare a comporre. Se sì, prenda I'arte come una religione, non la sacrifichi mai, non dico alla vanità o all'interesse (che non è il caso con Lei), ma all'aure del giorno. Cerchi dentro sé, nell'anima sua profonda, nella natura vera, quello che l'universo parla e dice a chi l'interroghi nella solitudine pura. Lasci per un pezzo di leggere il Guerrini e me. Ritorni ai grandi antichi, ai greci; studi gl'inglesi e i tedeschi, che sono poeti oggi molto più di noi; molto più veri poeti, massime gl'inglesi; gli studi in confronto ai greci e ai nostri antichi. E poi trovi anche Lei qualche cosa di nuovo. Perché il passato, anche di quattro o cinque anni fa, è chiuso" : GIOSUE CARDUCCI a GIOVANNI MARRADI, Bologna, 14 febbraio 1880.