Antologia della lirica moderna Fuori commercio
Severino Ferrari

Antologia della lirica moderna

Scelta annotata e corredata di notizie metriche

  • 1891
  • Note: In 16°, pp. IV-334. "In questa Antologia mi sono in particolar modo proposto ai giovani italiani quel tanto di meglio che, per l'invenzion di stile e per il concetto, ha con diverse forme prodotto la lirica nostra dal Parini fino ai noi. (...) - Congedandomi, adempio il dovere di ringraziare le persone cortesi che mi vollero essere larghe di suggerimenti e di conforto: e in prima, Giosue Carducci, il maestro; poi gli amici professori Giuseppe Albini, Vittorio Fiorini, Giovanni Pascoli e Alfredo Straccali". Poesie di: Giuseppe Parini - Vittorio Alfieri - Giovanni Fantoni - Pindemonte - Vincenzo Monti - Alessandro Manzoni - Giovanni Berchet - Giacomo Leopardi - Luigi Carrer - Terenzio Mamiani - Giuseppe Giusti - Goffredo Mameli - Giovanni Prati - Giacomo Zanella - Giosue Carducci. Merita di essere ricordata, anche perché approvata dal Carducci, l'introduzione alla novità della poesia barbara. Presentando "Alla Stazione in una mattina d'autunno", Severino Ferrari scrive: "La poesia italiana, in quanto si propone di riprodurre l'armonia, il suono e la misura dei versi latini, si può distinguere in 'metrica' e 'barbara'. La prima, di cui incominciarono i saggi per opera di Leonardo Dati nel 1441 nel Certame Coronario in Firenze, ed alla quale nel secolo seguente Claudio Tolomei assegnò le leggi ("Versi et regole della nuova poesia italiana", Roma, 1539), volle rifare i versi latini tenendo conto della quantità, senza badare agli accenti della parola italiana: la seconda, di cui si ebbero i primi esempi alla fine del cinquecento, volle invece riprodurre i versi latini colle sillabe, cogli accenti e colle pause che in essi avverte l'orecchio italiano senza tener conto della quantità. Avendo il Carducci ad esprimere concetti nuovi per la lirica italiana, riprese quest'ultima forma, l'ampliò, la fissò con leggi, la armonizzò in modo che egli se ne poté dire il fortunato creatore; e questa conserverà il nome che a lui piacque modestamente darle, di 'barbara'.". "Durante il suo soggiorno a Modena non solo per il Sansoni ei curava edizioni scolastiche: studiando la prosa scientifica italiana del sec. XVII, preparava per altri editori due pregevoli saggi sul Galilei e sul Redi; e compilava la bella "Antologia della lirica moderna italiana", notevole, per lo studio delle forme metriche e per accurate, sapienti dichiarazioni della contenenza. Opera faticosa e coraggiosa quella dei commenti, da lui compiuta con una scrupolosità grande, tal che le sue illustrazioni ai classici nostri rimarranno come belli esempi di critica acuta e colta fatta con larghezza d'artista e precisione d'erudito.": ALBERTINA FURNO, "Severino Ferrari", Zanichelli, 1906.