Alla città di Ferrara nel XXV Aprile MDCCCXCV Fuori commercio
Giosue Carducci Nobel

Alla città di Ferrara nel XXV Aprile MDCCCXCV

Ode

  • 1895
  • Note: In 8°, pp. 11 + 4 n.n. "Finito di stampare il 10 maggio 1895". Furono pubblicate due edizioni: l'edizione corrente ed una di lusso in carta a mano. Scritta in Roma nel palazzo del Senato, terminata il 30 aprile e subito pubblicata. In fine all'ode una Nota del Carducci: "In questi versi la storia di Ferrara, e anche la preistoria mitica, e la conformazione geologica e psicologica della sua provincia e popolazione, è introdotta a rappresentare la preparazione e lo svolgimento dell'epopea che doveva illustrarla. A queste prove la poesia può forse ancora resistere. Il presente è del dramma, del romanzo, del giornale: il futuro è di Dio: il passato, il doloroso e glorioso passato, può essere tuttora della poesia, massime in una storia complessa di tanti elementi com'è l'italiana.". "(...) La mia poesia ferrarese tassesca ha fatto furore a Firenze e a Roma. La regina ha desiderato udirla leggere, da me: con ammirazione e rapimento. Ma non è finita. Manca la terza parte.": GIOSUE CARDUCCI a CESARE ZANICHELLI, Roma, 28 aprile 1895. "(...) Jeri fui dalla Regina, la quale mi domandò notizie di te e di tutte le figlie. Volle che gli leggessi la poesia che sto facendo sul Tasso e Ferrara; e ne rimase rapita. Mi trattenne un'ora, e mi fece vedere i suoi libri. Di questa mia poesia qui a Roma e a Firenze tutti hanno detto un gran bene. Ma bisognerebbe finirla, e non ho tempo (...) ": id., alla MOGLIE, Roma, 28 aprile 1895. " Abbiamo ricevuto l'ode e La ringraziamo. È splendida. Attendiamo la terza parte. Abbiamo già fatta la composizione e consegnata una bozza a Severino ed a Bacchilega [Bacchi della Lega].": CESARE ZANICHELLI a GIOSUE CARDUCCI, maggio 1895. "(...) L'effetto dell'ode qui è immenso. E a Bologna? Saluti alla signora Cesira, a Giacomino e prima di tutti a Cesarino che primo leggerà. (...)": GIOSUE CARDUCCI a CESARE ZANICHELLI, 5 maggio 1895. - "Oggi hanno letto l'ode con Severino e Bacchilega, l'Albicini, il Cesari ed il Rugarli piaciuta moltissimo": CESARE ZANICHELLI a GIOSUE CARDUCCI, 6 maggio 1895. - "(...) Molte cose avrei a dirti ma sono occupatissimo di faccende e di studi. Fra qualche giorno avrai una mia ode a Ferrara": GIOSUE CARDUCCI a UGO BRILLI, Roma 6 maggio 1895. - "Va bene. La prego di tener pronta per Solerti, che sarà sabato in Bologna, una copia distinta o possibilmente legata, da mandare al Municipio di Ferrara": GIOSUE CARDUCCI a CESARE ZANICHELLI, Roma, 8 maggio 1895. - "Se a tempo, faccia, La prego, correggere 'pianto dolce' di flauto, non 'acuto' (...) ": id., Roma, 8 maggio 1859. "Sicuro che l'ode la deve far annunziare. E bisognerebbe pubblicare la nota; con un breve sunto, fatto bene, del contenuto (...) L'ode qua séguita a piacere moltissimo. Dimani ne darò lettura da 'Scarpone', che è un luogo dove si mangia e si beve del vino de li Castelli, poco sopra il Vascello (...)": id., Roma, 10 maggio 1895. - "Carissime mi sono le lodi di Lei, così riciso e caldo assertore di verità e bollatore di vigliaccherie. Evviva, evviva!": id. a GIUSEPPE BACCHELLI, Bologna, 23 maggio 1895. - "Eccoti la copia seconda della poesia: copia su la quale lessi alla Regina (mancava ancora l'ultima parte). Ti prego di passarla al nostro egregio Sindaco. Non glie la mando io, perché mi vergogno a parere di concedere i miei poveri scritti per esser conservati dove ne stanno di tanti gloriosi.": id. a GIUSEPPE AGNELLI, Bologna, II giugno 1895. - "(...) Sono molto contento e superbo di ciò che tu pensi dell'ode a Ferrara. Nell'ultima parte io credevo di aver nel Tasso rappresentata l'Italia fatalmente devota alla decadenza dopo il Concilio di Trento; il passaggio dal Rinascimento - accennato nella prima parte - alla reazione cattolica. Ma certo non mi son fatto capire. Era meglio se non facevo nulla. Non sapevo come finire. L'ode era stata concepita sotto quell'impressione, come si vede da alcuni versi del principio (...) ": id. a ENRICO NENCIONI, Roma, 21 luglio 1895. [Giuseppe Agnelli, che fu scolaro del Carducci, pubblicò nel 1899 un commento di quest'ode, che ebbe l'approvazione del Poeta. - Riveduto, questo commento fu ripubblicato nel 1907. Ambedue le edizioni furono stampate da Zanichelli].