ALBO CARDUCCIANO Fuori commercio
Giuseppe Fumagalli Filippo Salveraglio

ALBO CARDUCCIANO

Iconografia della vita e delle opere di Giosuè Carducci. Reprint 1980 della prima edizione 1909

Ristampa anastatica

  • 1980
  • Note: "Quattrocentodiciassette zincotipie e una fotoincisione raccolte e illustrate da Giuseppe Fumagalli, Filippo Salveraglio." "Quando esce nel 1909 presso Zanichelli, l'Albo Carducciano è un gesto di editoria squisita e accorta. Carducci appena defunto (nel 1907), gran pubblico ancora commosso e già nostalgico: l' "Iconografia della vita e delle opere" onora il primo e va a ruba fra il secondo, suggestiva com'è con la sua importante e tuttavia cordiale parata di "Quattrocentodiciassette zincotipie e una fotoincisione". Le hanno raccolte e commentate, con horror vacui archivistico e positivistica devozione alla "assoluta fedeltà dei processi fotomeccanici", Giuseppe Fumagalli e Filippo Salveraglio. Sono due solerti funzionari delle Regie Biblioteche; e la professionalità fa sì che nel perseguire la programmatica riproduzione di ogni documento visualizzabile del Poeta e dei suoi dintorni familiari, accademici, politici, di ogni "commento grafico ai carmi di Lui", di tutto il Carducci (e carduccianesimo), insomma, reperibile in immagini nulla, o quasi, si lascino scappare: dagli olii della ritrattistica aulica alle acqueforti della giovinezza romantica, alle caricature aggressive in carboncino, alle cartoline illustrate dei luoghi di vita e di ispirazione (e così manca il mezzogiorno, sempre ignorato dal Nostro), alle istantanee fotografiche e ai gruppi 'formato gabinetto' dei parenti e degli amici (fra le amiche: assente la Vivanti, presente a pag.277 una Margherita di Savoia altera nei ghingheri regali) agli autografi, ai certificati anagrafici, ai frontespizi e alle copertine dei volumi a stampa, alle pergamene encomiastiche (il Nobel del 1906!) alle targhette e alle medaglie in ogni sorta di metallo e/o lega metallica, per finire con la celebrazione in mortem e post mortem dei carri funebri, delle maschere mortuarie, dei busti, dei bassorilievi, dei monumenti, delle piazze e delle vie dedicate nelle toponomastiche cittadine. Adesso Zanichelli fa il reprint; ed è una chicca. Se la godranno, ovviamente, gli ultimi, o i nuovi, carducciani che finalmente si ritrovano una specie di loro album Pléiade, adorno per di più della grazia che hanno tutte le cose un po' vecchiotte, provinciali e ingenue. Ma soprattutto lo apprezzerà chi, leggendo le illustrazioni di là dall'apparenza e dall'occasione cronachistiche o aneddotiche, le storicizzerà come scene di rétro di privato e di pubblico, come paesaggi d'epoca urbani, rurali e naturalistici, come lasciti, in genere, di un certo gusto figurativo; e grazie ad esse, oltretutto qui ben sistemate e comodamente agibili a mo' di catalogo antiquario o di inventario del trovarobe, risentirà globalmente il sapore di un'epoca, il clima di una cultura: quelle degli anni umbertini a cui forse conviene guardare -come avviene in questo libro- non soltanto secondo l'obbligata maniera epidermica dell'odierno recupero Liberty." Redazionale Zanichelli, 27 ottobre 1980.