Versi Fuori commercio
Giuseppe Picciola

Versi

  • 1890
  • Note: In 16°, pp. 151. Dedica: "A Giosuè Carducci". "Maestro illustre e caro, Ella ha voluto accettare l'offerta di questo volumetto di versi; ed io, rinnovandogliela ora dinanzi agli scarsi lettori, ne La ringrazio con animo, quanto più esser può, devoto e riconoscente. (...) ": GIUSEPPE PICCIOLA, Pesaro 31 gennaio 1890. "Carissimo Picciola, ho ricevuto e letto il fascicolo delle rime; e credo tu possa pubblicarle. C'è un po' di frondeggiamento di aggiunti e metafore neologiche, che segnatamente nelle ballate si fanno un po' troppo scorgere: c'è qualche durezza o di dicitura o di suono. Sto segnando col lapis nel fascicolo.": GIOSUE CARDUCCI a GIUSEPPE PICCIOLA, Courmayeur, 24 agosto 1889. "Dall'amico Mazzoni ella avrà già avuto il mio volumetto dì versi. Vuole stamparlo? Non mi sarei così facilmente indotto a pubblicare versi, o meglio dire, a offrirli alla pubblicazione, se non m'avesse adescato il concorso che il ministero ha bandito per la cattedra di lettere italiane nel liceo Umberto I di Roma.": GIUSEPPE PICCIOLA a CESARE ZANICHELLI, 15 aprile 1888. - "Al concorso (Liceo Genovesi di Napoli) voglio presentare i miei versi che non mi faranno fare, spero, cattiva figura, perché già il Carducci me n'ha dato un giudizio assai favorevole. Dunque, caro signor Cesarino bisogna che Lei m'aiuti, sollecitando un po' la stampa,": id., 13 dicembre 1889. - "Ti ringrazio delle 30 copie dei miei versi. L'edizione è, come tutte le Vostre, elegantissima, ed io sono lieto e superbo di comparire per la prima volta seriamente in pubblico unendo il nome mio a quello di tuo fratello Cesare e tuo.": GIUSEPPE PICCIOLA a GIACOMO ZANICHELLI, 24 giugno 1890.