Vecchia Bologna Fuori commercio
Oreste Cenacchi

Vecchia Bologna

Echi e memorie, con prefazione di Giulio De Frenzi

  • 1926
  • Note: In 16°, pp. XXV-208. In copertina e frontespizio: "Chiunque". Contiene: "Nottambulismo - Intermezzo - L'Accademia de 'La Lira' - T. Q. R. V. - Le "Ciarle Bolognesi" di F. Mistrali - Stecchettiana - La "Rosa Azzurra" e Giosue Carducci - Duelli bolognesi - Grotteschi e macchiette bolognesi - Motivi di cronaca". Dedica: "Alla indimenticabile memoria di Antonio Fiacchi in queste evocazioni di ricordi della nostra vecchia Bologna maestro insuperabile". Dalla Prefazione: "(...) Chi non conobbe Bologna, quale fu sino a venticinque anni or sono, non conobbe la dolcezza del vivere. Del vivere facile, sereno, cordiale, ornato di tutte le oneste gioie dell'intelligenza, anche col gusto un po' grasso, è vero, dei piaceri materiali, temperato bensì da una certa garbata saggezza che la nostra gente ha nel sangue. E comprende come il tramonto di quel tempo invidiato avvolgesse la mesta fine di Enrico Panzacchi, che aveva indubbiamente incarnato il tipo perfetto del bolognese con tutti i doni più generosi della razza. La sua bella faccia larga, la sua voce d'oro, la sua bonomia di epicureo trasognato avevano tenuto la città sotto l'impero di un fascino senza pari. - Ed era l'epoca in cui Bologna si vantava, per il magistero sovrano di Giosue Carducci e del cenacolo zanichelliano, metropoli letteraria d'Italia. (...). - Centro splendido di cultura, Bologna ravvisava ancora, consapevolmente, nello Studio vetusto il titolo massimo della propria nobiltà, ben custodito e rinnovato da maestri che si chiamavano Carducci, Murri, De Meis, Albicini, Acri, Vanni, Righi, Venezian, Brizio, Gandino ... (...). - Oreste Cenacchi fu, insieme col Fiacchi, col Bacchi e col Testoni, uno dei principali redattori dell'«Ehi! ch'al scusa...» e possiede -come rileverà il lettore di questo libro- una memoria di ferro, capace di fornire un'abbondante materiale di reminiscenze inedite alla sua arte limpida e schietta di osservatore genuinamente petroniano, per quanto smaliziato e raffinato attraverso più eclettici vagabondaggi intellettuali. (...)": GIULIO DE FRENZI (LUIGI FEDERZONI).