Studi pascoliani Fuori commercio

Studi pascoliani

a cura della Società Italiana Giovanni Pascoli. Fascicolo II

  • 1929
  • Note: In 8°, pp. 84, con un fac-simile. Contiene: 1. "Stato di servizio di G. Pascoli" - 2. L. PIETROBONO: "Giovanni Pascoli" - 3. L. VALLI: "Dante nella poesia di Giovanni Pascoli" - 4. LETTERIO FUCILE: "Poemi di Ate" - 5. DOMENICO CLAPS: "Le epigrafi di Giovanni Pascoli" - 6. G. LIPPARINI: "L'editore degli "Studi pascoliani": Oliviero Franchi" - 7. A. G. BIANCHI: "Il medico del Pascoli: il Prof. Severo Bianchini" - 8. LINA FANTINI: "Ermenegildo Pistelli" - 9. Recensioni di L. FANTINI e G. BRIGANTI - 10. ANGELICA VALLI PICARDI: "Saggio di bibliografia Pascoliana" - 11. GABRIELE BRIGANTI e MARIO FERRARA: "Spogli di bibliografia biografica e critica" - 12. "Le ultime pubblicazioni Pascoliane" - 13. "Circolare, statuto e notizie della Società italiana Giovanni Pascoli". Questo fascicolo contiene lo Statuto e notizie della "Società italiana Giovanni Pascoli". - Il Consiglio direttivo della "Società Italiana Giovanni Pascoli" era così composto: Presidente onorario: Benito Mussolini - Presidente: Balbino Giuliano - V. Presidenti: Luigi Valli e Giuseppe Lipparini - Segretario: Gabriele Briganti - V. Segretario: Augusto Garsia - Tesoriere: Giovanni Sardi - Membri della Giunta: Guido Manacorda, Renato Macarini, Amos Parducci - Consiglieri: Maria Pezzé Pascolato, G. Bianchi, Emilio Bodrero, Lorenzo Bottini, A. Cesareo, Vittorio Cian, Giuseppe Lesca, Adolfo Gandiglio, Antero Meozzi, Lionello Mordini, Angelo Orvieto, Luigi Pietrobono, Francesco Polese, Luigi Rava, Alberto Dallolio, G. S. Gargano. Dallo Statuto: "Art. 1: È costituita e verrà eretta in Ente Morale a termini di legge la "Società Italiana Giovanni Pascoli", la quale intende a promuovere e a diffondere il culto per il Poeta e la conoscenza dell'opera sua ed a sostenere quelle opere nelle quali si coltivi lo spirito di Giovanni Pascoli.". (Data di costituzione: 7 febbraio 1926. Sede: Lucca). Giuseppe Lipparini ricorda Oliviero Franchi, direttore generale della Zanichelli, come 'editore del Pascoli': "(...) La fama di Giovanni Pascoli è andata vie più aumentando dopo la sua morte immatura. La morte ingiusta e immatura colpì precocemente anche colui che dopo la scomparsa del Maestro ne era stato l'apostolo più pratico e più tenace. Ma quando Oliviero Franchi moriva, divorato in pochi mesi da un male misterioso e implacabile che nessuno gli avrebbe sospettato mai, egli aveva assicurato al suo autore prediletto una diffusione e una fama in cui all'altissimo valore della poesia pascoliana si univano i frutti di una propaganda animosa e fedele. Giacché, se Franchi era orgoglioso delle sue raccolte storiche e matematiche, e dei suoi volumi belli di arte e di viaggi, e della mirabile raccolta romagnoliana dei poeti greci, è certo tuttavia che il suo grande amore e il suo prediletto era Giovanni Pascoli. - Povero Franchi! Chi non lo conosceva bene, restava un po' sorpreso, e forse irritato, da certi suoi scatti impetuosi e modi bruschi; ma bene spesso l'impeto si smorzava in un sorriso cordiale e si trasformava in una fresca risata. Allora gli occhi intelligentissimi e luminosi brillavano sotto la sua fronte ampia, e nella sua faccia onesta si leggevano i segni di una bontà mite e operosa. Già tutto nel suo fisico rivelava una forza diritta, sorretta da una dura volontà. Piccolo, grosso, forte, con la larga faccia emiliana dalle mascelle forti e dalla bocca dolce quasi femminea, ispirava sicurezza in chi lo guardava. Alzava il capo da quella sua scrivania ingombra di carte, di prove, di zinchi, di tele, di cuoi: perché tutto egli curava, e un libro non usciva dalle officine senza che egli, con il fido Riccardo, non ne avesse studiato ogni minimo particolare, dai caratteri all'impaginazione, alla rilegatura e a fregi (...). - Giovane ancora, quando era ancora vivo e verde il buon Cesarino Zanichelli, egli aveva veduto il Pascoli capitar spesse volte in quella bottega che un tempo era il più celebre ritrovo letterario d'Italia; era anche stato più volte, per incarico del principale, nella modesta casina del Viale Osservanza, dove il Poeta viveva in veramente francescana umiltà: Pascoli gli voleva bene, ma gli rimaneva un poco lontano. La sua vera intimità con lui cominciò dopo morte, quando essendo sparito un brutto giorno, anch'esso inopinatamente, Cesare Zanichelli, toccò al giovane Franchi provvedere direttamente alla diffusione e alla fama di una poesia che aveva trovato ammiratori entusiasti ma anche detrattori o sciocchi o feroci, insieme con l'incomprensione di critici illustri e di grandi pensatori dotati di scarsa sensibilità nei riguardi della divina Poesia. (...). - Maria, la solitaria di Castelvecchio, ebbe da lui cure fraterne e una tenera devozione. Non era l'editore, ma il fido amico e il consigliere ascoltato. (...). - Quando si trattò di fare per la memoria e per l'opera del Pascoli qualche cosa di più che cerimonie e discorsi, e si pensò alla stampa di questi Studi, egli volle che la Casa Zanichelli ne assumesse la preparazione, e, generosamente, le accollò la spesa del primo volume (...).": GIUSEPPE LIPPARINI.