David Watkin
Storia dell'architettura occidentale
Quarta edizione italiana condotta sulla quinta edizione inglese
- 2012
- Note: Trad. di F. Piccarreta
L’autore
David Watkin, docente di Storia dell’architettura a Cambridge, è unanimemente considerato un’autorità nello studio del linguaggio classico in architettura e dei suoi revival. È autore di numerosi libri, fra cui le monografie su Thomas Hope (1968), C.R. Cockerell (1974), James “Athenian” Stuart (1982), John Soane (1996), di English Architecture, a Concise History (1979) e, con Tilman Mellinghoff, di German Architecture and the Classical Ideal, 1740-1840 (Architettura neoclassica tedesca, Electa 1994). In Italia è noto anche per Morality and Architecture (Architettura e moralità. Dal gothic revival al movimento moderno, Jaca Book 1982) e per Architettura moderna (1977, poi ripubblicato in due volumi nel 1980 con il titolo Architettura dell’Ottocento), scritto con Robin Middleton per la «Storia universale dell’architettura» di Electa.
L’opera
La quarta edizione italiana di Storia dell’architettura occidentale è stata ampliata sia nel testo che nelle illustrazioni; in particolare è stata aggiornata la sezione che riguarda l’architettura del XX secolo, a partire dal 1930 fino ai nostri giorni. Da Berlino all’Ohio, da Bilbao a Londra il suo straordinario fiorire nel mondo all’inizio di questo millennio si è espresso in una serie di spettacolari edifici pubblici che hanno attirato l’attenzione generale in maniera inaspettata. E, sebbene questa rimanga una storia dell’architettura occidentale, si è ritenuto opportuno testimoniare anche il notevole contributo di architetti giapponesi contemporanei, da Arata Isozaki a Tadao Ando.
Questo volume dà conto di alcuni di questi sviluppi descrivendo, per esempio, due creazioni del 2008: gli edifici costruiti a Pechino, in occasione delle Olimpiadi, da architetti svizzeri, tedeschi, olandesi, francesi, australiani e inglesi; e il Museo di Arte islamica a Doha in Qatar, progettato dall’architetto sino-americano I.M. Pei. In quanto prodotti della globalizzazione, dalla Cina al Qatar, queste costruzioni a Pechino e a Doha possono, a buona ragione, essere incluse in una storia dell’architettura occidentale.