STORIA DELL'ANTROPOLOGIA Fuori commercio
Ugo Fabietti

STORIA DELL'ANTROPOLOGIA

Prima edizione

  • 1991
  • Note: "(...) Per quanto riguarda la struttura del libro il lettore non avrà difficoltà a notare che sono state privilegiate le tre grandi 'tradizioni' disciplinari, ovvero quella britannica, quella francese e quella americana. Una parte del volume è tuttavia dedicata all'antropologia italiana. L'attenzione per la storia della disciplina nel nostro Paese ci pareva tra l'altro opportuna anche per il fatto che il 1990 ha visto la nascita della Associazione Italiana di Scienze Etno-Antropologiche, un evento che, come tutti noi ci auguriamo, contribuirà ad assegnare una identità più definita alla nostra tradizione. Il criterio che ha presieduto alla costruzione del libro è lo stesso che ha guidato la redazione di "Una storia nella storia", cioè la parte dedicata agli sviluppi dell'etnografia dalle origini fino ai nostri giorni. Lo scopo che si voleva raggiungere attraverso questa parte espressamente dedicata alla storia dell'etnografia è duplice. Da un lato si voleva infatti ricordare al lettore che l'antropologia non è una disciplina sviluppatasi solo negli studi dei professori universitari e nelle biblioteche, una specie di attività speculativa senza alcun fondamento empirico. L'antropologia è invece un sapere che, comunque si vogliano intendere i suoi scopi, per alcuni consistenti nella formulazione di proposizioni universalmente valide, per altri nella conoscenza delle singole specificità culturali, resta profondamente radicato nell'esperienza etnografica. Questa è appunto l'impressione che il materiale fotografico inserito nel volume vorrebbe soprattutto trasmettere. Di qui l'altro motivo per cui si è scelto di fornire un quadro, seppure succinto, dello sviluppo dell'etnografia: ricordare che l'antropologia è sempre ri-cominciata 'sul campo', nel senso che quest'ultimo ha costituito la condizione stessa del suo sviluppo teorico, consentendo di rovesciare le prospettive, di demolire e di confermare ipotesi, così come di avanzarne di nuove, fungendo insomma da vero e proprio 'propellente' per il 'motore' della disciplina. Se in passato non fosse stato così, e se domani non fosse più così, gli antropologi potrebbero rassegnarsi ad essere dei filosofi di seconda classe. (...)" Dalla Prefazione.